CAPITOLO 66

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JULIETTE

Tornare alla realtà era esattamente tutto ciò di cui avevo sentito il bisogno già da dopo che ci avevano detto che Christian stava bene. Tornare a casa e allontanare dalla mente il pensiero che potessero ancora per del male a mio figlio, o a me, era stato parecchio liberatorio, ma la parte migliore di quella Domenica era stata quella in cui ho potuto riabbracciare mia madre e tutto il resto della famiglia, riuscendo così a sentirmi di nuovo forte e al sicuro.

Da quando io e Chris avevamo messo piede in casa dei miei genitori, tutti ci avevano serviti e riveriti come se ci fossimo assentati per giorni quando in realtà, eravamo mancati per molto meno. Dire però che tutte quelle loro attenzioni non ci erano piaciute sarebbe stato mentire, soprattutto a mio figlio, a lui le coccole dei nonni, degli zii e giocare con i cuginetti era mancato moltissimo.

La grigliata della Domenica era stata come sempre tranquilla, rilassante e spensierata, tre caratteristiche che mi avevano permesso di riposare e non pensare a niente, anche se in verità non ero riuscita a non pensare proprio a nulla.

In quella giornata di allegria in famiglia avevo pensato a lui, che per una volta avrei davvero voluto vicino per godermi del tempo in più insieme, e una parte di me un po' ci era anche rimasta male, la parte di me più ragionevole invece aveva ben compreso i suoi obblighi lavorativi, e così mi ero messa l'anima in pace, per quanto in fondo mi fosse mancato e mi mancasse ancora.

«A che pensi?» La voce di James mi fece rinsavire prima che potessi spaccare il bicchiere che stavo strofinando con la spugna per i piatti. «A Chris, ora sta meglio ma dopo tutto ciò che ha passato ho la costante paura che stia male o che gli accada qualcosa. » Gli spiegai mentre sciacquavo il bicchiere e lui invece prendeva un canovaccio per asciugarlo. « Se ti fa sentire più tranquilla ora come ora è appisolato tra le braccia di sua nonna che non sembra volerlo più mollare.» A quella constatazione non potemmo che scoppiare a ridere entrambi. Era vero, mia madre non aveva perso suo nipote di vista neppure per un secondo, lo aveva imboccato, riempito di dolci e regali di ogni genere e, a fine giornata, era riuscita persino a farlo addormentare. «Non so cosa farei senza quella donna.» Sorrisi e lui annuì ridente ma a quel botta e risposta seguì un silenzio alquanto imbarazzante, che sembrò mettere in difficoltà entrambi. In passato avevamo avuto parecchi problemi che poi con gli anni e con il fatto che dopo la nascita di mio figlio avevo avuto sempre la testa altrove, erano passati in secondo piano, rompendo sempre più il nostro legame già alquanto precario.

« Senti Julie, anche se in ritardo vorrei scusarmi con te e con Reed, tuttavia credo che a lui non lo dirò mai. » Ridacchiò leggermente in difficoltà con una mano dietro la nuca e l'altra intenta a giocherellare con lo strofinaccio. « Jam non ti devi scusare di niente.» Del passato avevo imparato a fregarmene.

« E invece sì, ti ho creato troppi problemi ed è giusto che mi scusi.» Mi contraddì.

« James sono passati anni. » Gli ricordai. Dopo la partenza di Wayne io mi ero completamente chiusa in me stessa, il mio mondo aveva preso a girare solo intorno alla gravidanza, al trovarmi un lavoro e una casa tutta mia. Gli screzi con lui, le incomprensioni, le litigate, la mia mente aveva cestinato tutto.

« Lo so ma ho bisogno di sapere che tra noi va tutto bene, voglio che tu sappia che tu e Reed avete tutto il mio supporto e che mi dispiace per essermi messo in mezzo tempo fa.» Momenti che per la mia già precaria sanità mentale, avevo eliminato dai ricordi, se non fosse stato che lui li stava rispolverando per bene. « E' ovvio che tra noi va tutto bene Jam, sei mio cugino, ti voglio bene e ti assicuro che ciò che è successo in passato ad oggi io a malapena lo ricordo, quindi se ti fa sentire meglio: ti perdono, ma ti assicuro che per me non hai nulla di cui scusarti.» Il sorriso che gli apparve sul viso, più calmo e rilassato però riuscì in qualche modo a rilassare anche me, che non mi ero neppure resa conto di essere tesa. Probabilmente la stanchezza mi stava giocando brutti scherzi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

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