CAPITOLO 47

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JULIETTE

Quattro anni dopo...

Che la mia vita fosse frenetica era un eufemismo, correvo a destra e a manca di continuo, senza mai fermarmi un secondo ma dire che non mi piacesse era una bugia bella e buona. Ormai avevo la mia routine mattutina che si ripeteva tutti i giorni, ma riuscivo a rendere vive le mie giornate grazie al mio lavoro che adoravo da impazzire.
Dopo anni ero finalmente riuscita a trovare il mio posto, ad imboccare la mia strada e a dare una svolta alla mia vita, che finalmente era diventata veramente mia e di nessun'altro. Comandavo solo io, persino sul mio destino.

Come ogni mattina, quel giorno la sveglia suonò alle sei. Ormai i tempi in cui dormivo fino a tardi erano diventati solo un ricordo lontano, e comunque non mi mancavano affatto, ci avevo fatto l'abitudine, anche se durante il weekend mi piaceva comunque prendermi qualche ora in più di sonno.

Dopo una bella doccia fredda, aver lavato denti e faccia, corsi verso la prima tappa di ogni mia giornata: la cucina, per farmi un bel caffè lungo come il Nilo e nero come la pece.

Iniziavo a lavorare alle otto e di cose ne avevo da fare a miriadi già di prima mattina, ma per fortuna con il tempo ero riuscita ad avere i miei ritmi, ben organizzati e piuttosto frenetici.

Il caffè non era più un momento di relax per svegliarmi meglio, era più la botta di energia che mi serviva e che buttavo giù in tre sorsate anche da bollente, per riuscire a fare tutto ciò che dovevo. Le colazioni ricche di schifezze non le facevo più, mi toglievano tempo e mi appesantivano troppo.

Una volta fatta "colazione", tornai in camera per infilarmi un jeans e una maglietta bianca, i miei stivaletti beige e dare una sistemata al viso con un filo di trucco e ai capelli per non sembrare una pazza.

Ogni mattina facevo tutto nello stesso ordine, ogni cosa aveva il proprio ordine sulla tabella di marcia, infatti dopo una spruzzata di profumo arrivò la parte migliore di ogni mia giornata.

<<Amore mio, è ora di alzarsi.>> Sussurrai accarezzandogli la schiena dolcemente e piano per non svegliarlo di soprassalto, come faceva invece lui, ogni volta che mi addormentavo durante le nostre serate cinema, mentre guardavamo qualche film. <<Piccolo, è mattina, dai apri gli occhioni per me.>> Lentamente si mosse tra le lenzuola del mio letto per stiracchiarsi e stropicciarsi gli occhioni, che si schiusero illuminando quella stanza di una luce che per me brillava più dei raggi del sole.

<<Eccolo! Buongiorno amore.>> Mi abbassai per riempirgli di baci le guanciotte sentendolo ridacchiare, gli piaceva tantissimo quando gli facevo le coccole e la mattina non mancavano di certo nell'elenco delle cose da fare. <<'Giolno mamma.>> La sua voce era la mia carezza preferita e dormire con lui tra le mie braccia era tra le cose migliori che esistevano per me, e ciò solitamente accadeva ogni Domenica sera perchè lui mi raggiungeva in camera mia per la serata cinema e poi ci addormentavamo insieme. Le altre nottate invece le passava in camera sua, che tentavo sempre di riordinare ma senza successo.

Ancora assonnato allungò le braccina tozze ed io lo presi in braccio per portarlo giù in cucina a fare colazione. <<Allora cosa vuoi da mangiare stamattina?>> Gli domandai mentre lo infilavo nel seggiolone che da lì a qualche mese avrei dovuto buttare perchè si stava facendo grande, e non gli sarebbe più servito.

<<Nutella.>> Christian amava la Nutella, l'avrebbe mangiata tutto i giorni ad ogni ora del giorno ma non gliela davo ogni mattina, non lo trovavo sano, così alternavo un giorno sì e uno no per cercare di bilanciare la cosa. <<No amore, l'hai mangiata ieri, oggi scegli un'altra cosa.>> Sapeva quali erano le regole ma tentava sempre e comunque di trasgredirle, sperando che non me ne ricordassi.

Double AttractionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora