JULIETTE
Abbracciai il cuscino talmente forte che ci sarei voluta affondare per non riemergere mai più, quando il rumore di quattro piedini che camminavano sulle mie lenzuola per venirmi a svegliare, iniziò a diventare sempre meno facile da far finta di non sentire. Adoravo la Domenica, era relax puro, l'unico giorno in cui non si doveva far niente, in cui ci si poteva svegliare tardi e oziare fino a non sentire più il corpo.
Ma io no, non potevo gustarmi qualche ora di sonno in più che andasse oltre le dieci, perchè quei due marmocchi di mio fratello avevano sviluppato un ossessione per il venirmi a svegliare. Gli piaceva rendersi utili facendo qualcosa, ed era onorevole come cosa voler aiutare, ma non se consisteva nel sottrarmi fondamentali ore di sonno.
Sabato ero andata a dormire alle dieci, ciò voleva dire che se erano le dieci di mattina in quel momento, avevo dormito anche più delle ore di sonno che occorrevano ad una persona per svegliarsi riposata.
Ma io volevo recuperare anche le ore perse a pulire con uno straccio in mano e una boccetta di candeggina, me lo meritavo. Tuttavia sembrava che fossi l'unica a pensarlo, visto che sicuramente li aveva mandati mia madre a svegliarmi.
All'improvviso iniziarono a saltare sul letto facendomi rimbalzare, erano piccoli e leggeri ma quando ci si mettevano di forza riuscivano a fare qualunque cosa.
<<Bimbi!>> Gridai con la faccia affondata nel cuscino quindi la mia voce si ovattò, mi sarei potuta massacrare le corde vocali ma le loro risate avrebbero continuato a sovrastare i miei lamenti, se fossi rimasta in quella posizione, così fui costretta a girarmi sulla schiena.
<<Bambini, perchè non potete svegliarmi con gentilezza ogni tanto?>> Ogni Domenica maledicevo quel forno di bambini di mia cognata, per aver partorito quelle due pesti, ma ogni volta finivo con il pensare che con loro presenti perlomeno non ero la femmina più piccola in famiglia.
La piccola Emily se la sarebbe vista peggio di me un domani con un ipotetico ragazzo, ne ero convinta.
Ragazzo! Quella parola mi attraversò la mente talmente alla svelta e all'improvviso da farmi venire un infarto.
Era Domenica.
Reed sarebbe arrivato a mezzogiorno ed erano le dieci passate.
Dovevo darmi una mossa!
Mi tirai a sedere di scatto facendo spaventare i bambini che, credendo che li avrei rincorsi arrabbiata come avevo già fatto in precedenza, corsero via gridando e ridendo uscendo dalla mia stanza. Iniziai a pensare che sarebbe stato conveniente far così anche le volte successive, così loro mi lasciavano in pace e io potevo tornare a dormire. Presi appunti.
Poi però la mia mente tornò al motivo per il quale mi ero tirata su. Grigliata della Domenica!
Scesi dal letto di corsa sentendo il corpo cedere, avevo male ovunque, sentivo addosso ancora la stanchezza dell'allenamento del giorno prima. Reed si era scusato con me per avermi torturata per un'intera settimana, ma non aveva abbassato il tiro, anzi, durante il combattimento corpo a corpo mi aveva placcata con una presa che mi aveva paralizzata a terra. Era e sempre sarebbe rimasto un bastardo.
Mi buttai sotto la doccia per darmi una svegliata, gridando nel sentire l'acqua gelida incontrare la pelle calda appena uscita da sotto alle coperte, lì dove sopravviveva un tepore meraviglioso.
Mi lavai in fretta e furia, avvolgendo il corpo in un asciugamano per passare all'igiene dentale, con tanto di filo interdentale e colluttorio. In ordine poi seguirono: detergente per il volto, crema viso, deodorante, crema corpo e una spazzolata ai capelli. Non avevo tempo da perdere, dovevo fare tutto alla svelta, una velocità che però rallentò quando, una volta tornata in camera, mi resi conto che non sapevo cosa mettere.
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Double Attraction
Lãng mạn⚠️QUESTO LIBRO È IL QUARTO DI UNA SAGA, I PRIMI TRE LI POTETE TROVARE SUL MIO PRIMO PROFILO: sofiacuofano⚠️ Juliette è una ragazza che si era ritrovata a dover sopravvivere già dall'età di sei anni quando a malapena riusciva a dire il suo nome, avev...