EPILOGO

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JULIETTE

Un anno dopo...

La mia vita era così frenetica che i pochi momenti in cui riuscivo a prendermi del tempo per me e per la mia famiglia, si erano ridotti drasticamente rispetto a prima, tuttavia ciò li rendeva soltanto più speciali e significativi.

Ogni istante che passavo a casa era magico e la mia mente si soffermava a pensare quanto fossi fortunata ad avere tutto ciò che avevo, a possedere delle persone che giorno per giorno mi dimostrassero il loro amore e che ormai il dolore, la sofferenza e la solitudine non mi appartenevano.

Ormai non avevo più paura di aver paura, un gioco di parole che però esplicitava la realtà, avevo imparato a vivere le mie emozioni a pieno, buone o cattive che fossero perchè finalmente avevo qualcuno accanto che potesse viverle con me. Tirarmi su quando cadevo e abbracciarmi senza farmi sentire in trappola.

Grazie a Wayne avevo riscoperto cosa si provasse a potersi lasciare andare nelle braccia di un altro senza il terrore di star male, di poter anche chiudere gli occhi e non pensare più tra le braccia di qualcuno, perchè tanto non sarebbero state la mia gabbia, ma il mio scudo.

Piano piano stavo imparando a lasciarmi andare anche con gli altri membri della mia famiglia, con Damon e Isabelle finalmente riuscivo a farmi stringere anche se non per troppo, con il tempo speravo di poter riuscire ad abbracciare tutti senza più dover provare quella sensazione angosciante che mi toglieva il respiro.

Avevo preso in mano la mia vita e finalmente potevo dire che vivevo bene, felice, spensierata, la mia mente era libera e concentrata solo sulle cose importanti che rendevano luminosa la mia esistenza.

Mio marito, Christian e la piccola Athena, la nuova arrivata nella nostra famiglia che stava divenendo sempre più grande e meravigliosa.

Ricordavo ancora il pomeriggio del giorno in cui scoprii di essere incinta del nostro secondo angioletto, mancava solo qualche giorno al matrimonio e per giorni avevo dato la colpa delle nausee a quest'ultimo, alla preoccupazione che mi stava scombussolando gli ormoni fin dall'inizio dei preparativi del matrimonio.

Poi però Charlie mi aveva spinta a fare un test, perchè in fondo controllare era sempre la scelta migliore e quando quelle due tacche rosse erano apparse sul piccolo display del test di gravidanza, il mio cuore aveva avuto un sussulto.

Stavo per diventare madre di una seconda piccola creatura che sarebbe assomigliata sia a me che a Wayne.

Questa volta non avevo aspettato neanche un secondo prima di dirlo al padre dei miei figli, ero corsa fuori dal bagno della villa dei miei, quella Domenica pomeriggio, per raggiungere il giardino e gridare davanti a tutta la mia famiglia: "Wayne, sono incinta!"

Lo avevo gridato così forte, convinta e a pieni polmoni che provai una sensazione meravigliosa, finalmente mi ero potuta vivere quella notizia con gioia e senza avere il terrore che lui potesse prenderla male.

Lui dinanzi a quella frase era rimasto impalato per qualche secondo, completamente immobile accanto a mio fratello, tutti avevano rivolto lo sguardo a lui in attesa di una sua risposta che non tardò ad arrivare, perchè subito dopo quei tre secondi di stupore, mi corse incontro e mi sollevò in aria, felice, davvero felice.

Chris in quel momento stava dormendo, ma quando la sera del giorno stesso glielo avevamo detto, lui aveva iniziato a fare le solite domande curiose di un bambino della sua età.

"Come fa a esserci un bambino nella tua pancia?"

"Ma come si fa a far spuntare un bambino nella pancia?"

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