CAPITOLO 52

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JULIETTE

<<Non lo so perchè gliel'ho detto, l'ho fatto e basta!>> Piagnucolai con la testa appoggiata sulle braccia incrociate sul tavolo, ero in uno stato di crisi esistenziale, molto simile a quelle delle ragazzine di tredici anni durante il primo ciclo.

Non so con quale geniale neurone io abbia partorito quella bugia ma ormai era troppo tardi per tornare indietro, avevo detto che quella sera avrei avuto un appuntamento e sarebbe stato così, avrei dovuto trovare semplicemente qualcuno che fingesse di essere attratto da me e che uscisse con me per una sera.

Nulla di troppo impegnativo no? Ma chi volevo prendere in giro, era un disastro!

<<Oh ma come la stai facendo lunga amica mia, lo potresti trovare seduta stante uno che voglia uscire con te.>> Il sostegno di Kim era d'aiuto ma non riusciva a migliorare il mio umore, ero già agitata per via del fatto che quella sera mio figlio avrebbe passato del tempo, per la prima volta, con suo padre; la questione appuntamento non aveva fatto che peggiorare il mio stato di crisi.

<<Dove? Ditemi dove?>> Mugulai con il volto nascosto tra le braccia.

<<Ma tipo...girando qualsiasi angolo di questa cavolo di città?! O anche dell'intero Stato? Tesoro non so se ti ricordi che sei Juliette Miller cazzo!>> Sì, era un dettaglio che avrebbe aiutato in quel momento, se solo non fosse che farmi vedere in giro con il primo scappato di casa che incontravo, poteva voler dire che poi quel coglione andava dai giornalisti a raccontare fandonie su di me, giusto per uscire su qualche giornalino di gossip. Non c'era mai da fidarsi quando si aveva un volto conosciuto.

<<Ma non posso prendere il primo scappato di casa che becco, mi serve un ragazzo che conosco, un amico, ma io non ho amici maschi.>> Era stato già abbastanza difficile trovarmi delle amiche, figurarsi degli amici.

<<Ma hai degli agenti maschi.>> Mi ricordò Sidney facendomi alzare il capo per guardarla e capire se fosse davvero seria. <<Scherzi vero? Non posso uscire con i miei agenti.>> Iniziavo a credere che forse tutte quelle barrette proteiche che mangiavano durante gli allenamenti, gli stessero dando al cervello.

<<Ma lo hai detto tu stessa che sarebbe tutto finto, ti serve solo qualcuno che ti passi a prendere stasera, poi potete anche solo bervi una birra, chiacchierare e farti poi riportare a casa verso mezzanotte.>> Aveva già strutturato la serata nella sua testa. <<Non serve che alla fine scopiate.>> Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva al solo sentire la parola "scopare". Non andavo a letto con un uomo da...oh Dio! Quattro anni! Era assurdo, io ero assurda. L'ultimo era stato seriamente Wayne? Il mio subconscio si rifiutò di rispondere alla mia coscienza pur di non farmi sotterrare.

<<In effetti Sid ha ragione, prendi uno dei tuoi, gli spieghi la situazione e stai a vedere che non si tireranno indietro non appena gli dirai che è un giochino per infastidire Reed, chiunque qui dentro vorrebbe fargliela pagare almeno un pochino.>> Sì, però non lo facevano per non perdere il lavoro, o peggio, la testa.

<<Che poi perchè lo vuoi far ingelosire? Hai letteralmente detto che non vuoi mai più rimetterti con lui.>> La domanda di Sandy era lecita, in effetti ero un controsenso che camminava, ma avevo motivazioni più che valide. <<Lui mi ha ferita e io gliela farò pagare facendolo pentire di avermi persa, semplice.>> Era una scusa più che lecita. <<Ma allora qui le cose vanno fatte bene amore, devi prenderti uno della tua squadra che sia proprio figo.>> Kim, Sid e Sandy si voltarono verso gli altri tavoli della mensa, per esaminare i ragazzi della S.W.A.T. e cercare quello giusto, mentre io avrei soltanto voluto scavarmi una fossa e sparire.

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