Double Attraction

CAPITOLO 63

WAYNE

Avevo programmato tutto, dall'inizio alla fine e non avrei permesso a niente e a nessuno di rovinare i miei piani, perchè quel giorno avrei riportato a casa la mia famiglia, quel giorno avrei smosso mari e monti pur di riaverli con me.

Avevo passato l'intero giorno prima a programmare ogni cosa insieme a quei due, scoprendo che il fratello di Julie in fin dei conti si comportava da testa di cazzo, ma in realtà era molto sveglio e serio quando serviva. Miller invece si era confermato un uomo intelligente, astuto e ingegnoso, e per quanto lo sopportassi poco, dire che non era stato anche lui decisamente fondamentale nella riuscita della stesura di quel piano, sarebbe stato mentire.

Entrambi mi erano stati molto d'aiuto e si erano subito resi disponibili, senza esitare neanche un secondo, ma quella mattina li vedevo parecchio pensierosi e dedussi che dover dire a Isabelle e Charlie di quel piano, non doveva essere stato facile. O forse convincerle che era l'unica possibilità per riavere Chris e Julie indietro, non era stato poi così semplice.

Miller sedeva di fronte a me, sulla poltrona del suo jet, con il gomito poggiato sul poggiabraccio e il mento premuto sul palmo della mano. Aidan, vicino a lui invece, aveva gli occhi chiusi e le cuffie ma non ero del tutto certo che stesse dormendo, probabilmente stava semplicemente cercando di rimanere tranquillo per affrontare ciò che ci aspettava senza troppa agitazione.

Ma la realtà dei fatti era che tutti e tre eravamo in ansia, divorati dall'agitazione e tesi, perchè quel giorno sarebbero potute andare storte centomila cose e noi ne eravamo ben consapevoli. Ma avremmo puntato tutto su quell'unica possibilità che ci avrebbe portati alla vittoria.

Eravamo partiti alle nove della sera prima ed erano quasi le sette, saremmo atterrati da lì a poco a Barcellona, già consapevoli di dove saremmo dovuti andare e con le idee chiare.

Indagando sul passato di Ines Navarro non eravamo riusciti a trovare la sua residenza, sembrava impossibile riuscire a stanarla, poi però eravamo riusciti a trovare una donna molto vicina a lei. Sua madre.

Amanda de Santis, ex moglie di un uomo poco raccomandabile, anche lui immischiato negli stessi giri in cui era finita la figlia e morto due anni dopo il divorzio con sua moglie. Era una donna sui settanta, viveva nella periferia della città e non sembrava esser mai stata incolpata di omicidio o spaccio. Probabilmente lei era stata l'unica a lavarsi le mani e a tirarsi fuori dallo schifo in cui era finita la sua famiglia.

Della morte di Joel Navarro eravamo riusciti a scoprire poco, di certo la gente come Garcia o Cabrera, dopo averlo fatto fuori aveva fatto in modo che ogni prova venisse cancellata, ma sapere che almeno la madre era viva era già qualcosa.

Avevamo la nostra pista, dovevano soltanto percorrerla.

«Reed?» La voce del Signor Miller mi strappò per qualche secondo dai miei pensieri, impedendomi di ripercorrere il nostro piano per la trentesima volta. Avevo il terrore che qualcosa andasse storto anche se non lo dimostravo. Dentro sentivo di star bruciando.

Alzai lo sguardo dal mio computer per incontrare il suo sguardo e lui capì di avere la mia attenzione.

«Che intenzioni hai?» La sua domanda non fu spinta da un rancore profondo o un disprezzo irragionevole, la sua fu una domanda posta con calma e un accenno di curiosità, celata dietro la sua maschera di apatia che sembrava metterti costantemente alla prova.

«Che intende?» Aggrottai la fronte perplesso, chiudendo il computer che avevo sulle gambe a cui avevo smesso di prestare attenzione. «Con Julie, quando l'avremo riportata a casa, che intenzioni hai con lei?» Lessi tra le righe la vera domanda che avrebbe voluto pormi, ma che forse si stava tenendo per sè, per non discutere. Credeva che in me ci fosse ancora una piccola parte che avrebbe accettato nuovamente di abbandonare sua figlia, se mi si fosse presentata l'occasione ed era giusto che si preoccupasse per sua figlia, ma mi irritava il fatto che credesse ancora possibile che io avrei deciso di lasciarla ancora, dopo ciò che stavamo passando.