LXII (2)

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A N G E L

«Posso sapere dove mi stai portando?» chiedo, la curiosità e l'impazienza mi stanno facendo esplodere il cuore. Non riesco a vedere nulla con questa benda sugli occhi, ma posso sentire Duncan che mi guida con sicurezza.

«Sei sempre così impaziente...» risponde lui con un tono divertito. Posso quasi sentire il suo sorriso.

«Sai com'è, sono bendata da circa venti minuti,» ribatto, cercando di mascherare la mia ansia con una risata. L'attesa mi sta uccidendo.

«Dovremmo provarla a letto, questa cosa,» scherza Duncan.

Alzo gli occhi al cielo, sotto la benda.

«Pff, vorrei vedere se fossi stato tu quello bendato,» ribatto, immaginando la sua espressione mentre mi prende in giro.

«Abbi pazienza, ne varrà la pena, ragazzina,» dice lui, stringendo leggermente la presa sulla mia mano.

«Se lo dici tu...» sospiro, cercando di calmarmi. «Ma manca tanto?» Le mie gambe cominciano a stancarsi e l'attesa diventa sempre più insopportabile.

«Altri due gradini, resisti,» mi rassicura Duncan. «Eccoci qui.»

Mi fermo, sentendo il suo respiro vicino a me mentre mi toglie delicatamente la benda dagli occhi. «Finalmente...» inizio a dire, ma le parole mi muoiono in gola quando vedo cosa c'è davanti a me. «Oh mio Dio, non ci credo!» esclamo, con gli occhi spalancati per la sorpresa.

La nostra casa è lì, davanti a noi, perfettamente arredata e pronta. Ogni dettaglio, ogni mobile, tutto è esattamente come l'avevo sempre immaginato, forse anche meglio. Duncan mi guarda con un sorriso soddisfatto, aspettando la mia reazione.

Mi giro verso di lui, le lacrime di gioia che mi offuscano la vista. «Duncan, come hai fatto a fare tutto questo? Pensavo ci volessero ancora settimane, e non avrei mai immaginato che sarebbe stata così perfetta.»

Duncan mi sorride, prendendomi entrambe le mani. «Volevo farti una sorpresa. So quanto questa casa significasse per te e quanto l'hai desiderata. Diciamo che ci ho messo un po'.»

Sono estremamente fortunata ad averlo accanto. Mi lancio tra le sue braccia, stringendolo forte. «Non so come ringraziarti. Questo è il sogno più bello che potessi avere.»

Duncan mi accarezza i capelli, sussurrandomi all'orecchio. «Il tuo sorriso è tutto ciò di cui ho bisogno. Benvenuta a casa, Angel.»

Le lacrime mi si formano agli occhi. Tutto mi sembra un sogno: è una sensazione nuova, diversa. Non è come quando stavamo andando a convivere due anni fa, questa volta sento davvero quanto nostra sia questa casa.

«Non posso ancora crederci...» Mi guardo intorno, osservando ogni angolo con occhi sognanti e un sorriso che non riesco a trattenere. Tutto è perfetto, come se avessi camminato dritta dentro un sogno. Duncan ha curato ogni minimo dettaglio, non ha omesso nemmeno una delle piccole decorazioni che gli avevo mandato. Il cuore mi batte forte nel petto, un misto di incredulità e gioia pura. Mi sembra di camminare su una nuvola.

«Pensavi non ne fossi capace?» chiede Duncan con un sorriso malizioso, i suoi occhi scintillanti di soddisfazione.

«Nah, io so bene che sei capace di tutto,» rispondo, cercando di mantenere la voce ferma nonostante l'emozione. «Ma non pensavo lo facessi, davvero.» Non avrei mai immaginato che avrebbe prestato tanta attenzione ai dettagli, nonostante sappia quanto anche lui ci tenga.

«Sei felice?» La sua voce è dolce, ma nei suoi occhi c'è una nota di preoccupazione. Vuole davvero sapere se è riuscito a rendermi felice.

«Scherzi? Sono più che felice, questo è un sogno!» esclamo, sentendo le lacrime di gioia pungermi gli occhi. Non avrei potuto chiedere di meglio. Sono sopraffatta dall'emozione, il mio cuore trabocca di felicità.

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