A N G E L
13 anni dopo...
Ho appena finito di compilare l'ultimo rapporto del giorno, quando finalmente posso concedermi un po' di pace sdraiata sul letto. La stanchezza mi avvolge, ma c'è un senso di tranquillità che mi pervade. Ogni volta che alzo gli occhi, il mio sguardo si incrocia sull'enorme quadro appeso alla parete. Il nostro matrimonio.
Ripensando a quel giorno, ricordo quanto sia stato difficile trovare un abito che mi stesse bene con il pancione. Ancora sento il mix di sofferenza e ilarità di quei momenti, mentre sulla navata cercavo di stringermi per far entrare con me entrambi i miei due papà.
Duncan pianse come un bambino mentre mi avvicinavo a lui e, ogni volta che ci ripenso, non posso fare a meno di sorridere come una cretina. È incredibile come certe memorie rimangano così vivide.
Per non parlare dei forti calci che quella piccola creatura mi ha tirato durante tutta la cerimonia. Ogni movimento era una promessa di vita e un promemoria del futuro che ci attendeva.
Abbiamo deciso di sposarci in Texas, lontani dal traffico di Brooklyn. È stata una cerimonia intima, con parenti e amici stretti, ed è stato senza dubbio un matrimonio indimenticabile.
E c'eri anche tu, Callie, quando appena varcata la navata è comparsa in cielo quell'enorme nuvola a forma di C. Un segno del destino, una conferma che non ci avevi mai davvero lasciati.
Me lo avevi promesso, e io ti ho sentita con tutto il mio cuore. Non ho smesso di pensarti nemmeno un singolo giorno. Sono state tante, troppe, le giornate in cui mi sono sentita vuota, affranta, desiderando solo affondare nel letto e piangere tutte le poche lacrime rimaste. E non ti nego che ancora oggi mi accade, ma tu hai sempre trovato il modo di farmi sentire la tua presenza.
«Mamma!» La voce di Dani mi riporta alla realtà.
«Che succede?» chiedo, alzandomi sul gomito.
«Di' qualcosa a papà!» esclama lei con un tono urgente.
Danielle Callie Thompson è nata appena un mese e mezzo dopo le nostre promesse. È una ragazzina estremamente in gamba, creativa e sicura di sé. Sono certa che ci saresti andata tanto d'accordo.
«No, piuttosto di' qualcosa a tua figlia», ribatte Duncan, incrociando le braccia al petto.
Alzo un sopracciglio, cercando di mantenere la calma. «Facciamo che vi sedete qui e ricominciamo da capo?» suggerisco, cercando di stemperare la tensione.
«Gregory mi ha invitata a passare un weekend da loro per assistere alla rassegna teatrale dello zio Jeremiah!» esclama Dani con entusiasmo.
Duncan interviene subito, con tono furioso. «Io penso che tu sia troppo piccola per fare un weekend con un ragazzino per il quale hai una cotta.»
«Ho tredici anni!» protesta lei, incrociando le braccia.
«Appunto, non dovresti giocare con le bambole?» domanda Duncan, alzando le braccia al cielo.
Non posso fare a meno di essere divertita dalla scena, ma cerco di non mostrarlo troppo. «Duncan, sai che puoi fidarti di Jeremiah», dico cercando di mediare.
«Jeremiah è uno che copre le persone», specifica lui, poi ghigna: «Devo ricordarti di quando abbiamo rotto la rete?»
«Non dire queste cose davanti a lei», sussurro, cercando di mantenere la compostezza.
Ci penso un attimo, poi propongo: «Andremo tutti insieme, d'accordo?»
Dopo che sui loro volti la rabbia sembra passata, sentiamo la porta aprirsi. È Trevor.
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BROOKLYN'S LIGHTS
Romantizm(EX "SOTTO LE LUCI DI BROOKLYN" di Roja Blomst) 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐑𝐄𝐍𝐃𝐄: •𝐁𝐑𝐎𝐎𝐊𝐋𝐘𝐍'𝐒 𝐋𝐈𝐆𝐇𝐓𝐒 𝟏 •𝐁𝐑𝐎𝐎𝐊𝐋𝐘𝐍'𝐒 𝐋𝐈𝐆𝐇𝐓𝐒 𝟐 "𝒞𝑒𝓇𝒸𝒽𝒾𝒶𝓂𝑜 𝓁'𝑒𝓆𝓊𝒾𝓁𝒾𝒷𝓇𝒾𝑜 𝑒 𝒸𝒾 𝒾𝓃𝓃𝒶𝓂𝑜𝓇𝒾𝒶𝓂𝑜 𝓈𝑒𝓂𝓅𝓇𝑒 𝒹𝒾 𝒸𝒽𝒾...