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22 settembre

Le strade di Brooklyn sono tanto trafficate a qualsiasi ora del giorno, persino durante i giorni settimanali.

La notte mi innamoro sempre di più di questo quartiere, perché è il momento in cui tutte le luci dei palazzi si accendono, evidenziando ancora di più quanto sia immenso.

"Allora, dov'è che dovevamo andare?"

"Da Alfredo, il ristorantino italiano lì all'angolo... Jared mi ha detto che hanno dell'ottimo vino rosso"

Alzo le mani. "Non voglio replicare la serata alcolica dell'altra volta, stanotte si dorme a casa"

"Ti do la mia parola. E poi qui non c'è nessuno che mi ha spezzato il cuore" afferma ironicamente Callie.

Nell'aria echeggia la musica di un violinista e l'odore dolciastro dello zucchero filato che sta mangiando un bambino seduto su una panchina.

Una parte della mia mente, all'udire della musica classica, ripensa all'incontro notturno con Duncan, nella cucina della villa ai giardini.

È decisamente rassicurante il non averlo incontrato più in ufficio, è un idiota.

"Eccoli, riesco a vederli"

Callie mi prende la mano e mi trascina verso il ristorantino.

L'enorme insegna 'Alfredo', illuminata di un profondo rosso, riflette sulla superficie del marciapiede grigiastro.

Su una panchina riconosco il volto bambinesco del ragazzo biondo che piace a Callie. È carino, ma trovo davvero buffa l'unione dei suoi connotati con il suo fisico tanto muscoloso.

Accanto a lui c'è un ragazzo, penso abbia circa la mia età.

Mica male: capelli e occhi sono di un castano scuro, ha una leggera barba sul viso abbronzato. Indossa jeans neri e una camicia bianca che marca il suo petto scolpito.

Non voglio parlare troppo presto, quindi non mi farò aspettative troppo alte sul ragazzo dagli occhi scuri.

"Buonasera ragazze" Il biondo decide di prendere parola per primo. "Tu devi essere Angel, l'amica che Callie adora tanto"

"Facciamo che entrambe ci compensiamo nell'essere fantastiche" rispondo ironicamente, facendo l'occhiolino. "È un piacere"

Il ragazzo dai capelli scuri, finalmente, decide di prendere parola. "Io sono Bradley... e sono profondamente offeso del fatto che siamo in un ristorante italiano e non spagnolo"

Jared alza le mani. "Suo padre è spagnolo, dispute tra europei"

Ora si spiegano l'insolito accento e i tratti del viso così particolari... mi piace.

"Beh, in Italia si mangia decisamente meglio che in Spagna" ribatto io, facendo spallucce.

"Callie! Potevi avvisare che la tua amica sarebbe stata tanto antipatica" risponde lui, fingendo una faccia arrabbiata.

Oltre ad essere molto carino è anche simpatico.

Callie fa spallucce. "Angie è sempre la bocca della verità... mi dispiace Fernandez"

"Ah ah ah" finge una risata lui.

Il nostro botta e risposta viene interrotto dal biondino, che si tocca, famelico, l'addominale scolpito.

"Dai entriamo, sto morendo di fame. Dicono che qui fanno una carbonara pazzesca, non quella roba con il prosciutto che vendono nel ristorante sulla Abbey Road"

Il ristorante è estremamente carino e casereccio: non sono mai stata in Italia, ma è esattamente così che immagino i loro ristoranti. Ad accoglierci è un simpatico signore dalla bassa statura e dagli insoliti baffi grigiastri, ha una maniera di parlare particolare, intuisco sia il proprietario.

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