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A N G E L

Riuscire a tornare a Milano è stata più che un'impresa. Un colpo di fortuna, potrei dire, o forse solo il destino che ha deciso di giocare a mio favore per una volta. Non posso spiegare esattamente come ci sia riuscita, è come se le stelle si fossero allineate nel momento giusto, aprendo la strada per il mio ritorno.

Ho preso un taxi dall'aeroporto, lasciando che le luci della città mi avvolgessero mentre mi dirigevano verso il mio destino. In preda alla confusione, l'unica meta chiara nella mia mente è una: la vineria.

Beatrice aveva stranamente il telefono staccato, ma ho ricordato che aveva regalato un biglietto aereo a Richard proprio per questo periodo, dunque ho deciso di contattarlo direttamente per avere un'indicazione su dove trovarli.

Il taxi si ferma davanti alla vineria e io scendo, pagando il conducente con un gesto distante. La mia mente è già proiettata verso l'interno del locale, alla ricerca di volti familiari, di quella confortante presenza che sa di casa.

Entro nella vineria e una strana sensazione mi avvolge. Sarà il profumo di vino e legno, o forse il costante vociare intorno a me dopo un volo nel totale silenzio, ma qualcosa sembra turbarmi più del solito.

«Beatrice,» chiamo, sperando di trovarla tra la folla.

Ma dentro la vineria, di Beatrice, non ce n'è traccia.

Su una sedia, accovacciato su se stesso, incrocio un volto familiare.

«Damiano?» chiedo confusa.

Sul suo naso è presente del sangue secco e, dallo sguardo, sembra non essersela passata affatto bene.

«Senti, lasciami stare, okay?!» risponde nervoso, senza la minima sorpresa di vedermi. «Ho già avuto fin troppi problemi oggi a causa tua»

A causa mia?! Ma se sono appena arrivata!

«Ma stai sanguinando!» ribatto, osservandolo meglio.

«Se cerchi il tuo amico, è lì fuori», ringhia in risposta lui.

Okay, qui c'è qualcosa che non va. Probabilmente Damiano è scivolato e cadendo ha battuto la testa, portandolo in un profondo delirio.

«Ecco, ho preso del ghiaccio», interviene Richard. A differenza di Damiano, lui è entusiasta di vedermi. «Angel!»

Lo saluto con un abbraccio veloce. «Richard, ma che diamine sta succedendo?»

«Ehm... un incidente di percorso?» si giustifica lui, rendendomi ancora più confusa.

Damiano interviene a gran voce. «C'è che il tuo ragazzo americano mi ha dato un pugno in pieno volto!»

Alzo un sopracciglio. «Il mio... che?»

Richard mi accompagna verso l'uscita, non permettendomi di indagare oltre. «Shhh... sta delirando. Dovresti prendere una boccata d'aria, Beatrice è fuori»

Sono qui da dieci minuti e la mia testa sembra già non poter reggere il tutto. Damiano aveva il naso rotto, ne sono piuttosto sicura e la cosa che più mi confonde è che fosse Richard a medicarlo, penso di non averli nemmeno mai visti avere una conversazione.

Finalmente, dopo essermi guardata intorno per più e più volte, il forte profumo di fragola di Bea invade le mie narici. Tiro un sospiro di sollievo quando riesco a scorgere tra la folla i suoi capelli castani.

«Bea... ho chiamato Richard e mi aveva detto che avrei potuto trovarti qui, non hai idea di quello che è suc-»

Alzo lo sguardo e il mio respiro si blocca in gola.

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