EPILOGO (1)

4.3K 153 34
                                    

6 mesi dopo...

Come si elaborano i duri colpi?  Come si può accettare che quelle che pensavamo fossero certezze sono state solo finzione?

Un anno fa i miei piedi toccavano per la prima volta la terra ferma di Brooklyn per lavorare in un'importante azienda di marketing. Un anno dopo sono in un appartamento di quaranta metri quadri a Milano, con un lavoro part time da barista. Ma per quanto immaginassi che fuggire avrebbe potuto far passare tutto, il mio duro colpo non l'ho affatto elaborato.

"Hai intenzione di svuotare questi scatoloni prima o poi?"

Beatrice. Quando l'ho chiamata nel pieno della notte avevo dimenticato le cinque ore di fuso orario. Non sapevo dove andare, cosa fare: sapevo solo di voler fuggire.

Venticinque chiamate al giorno da Duncan, venti da Joseph e mia madre, quindici da Sophie. Ho buttato il mio cellulare sotto la ruota di un auto, le chiamate non sono più arrivate.

Callie è l'unica ad avere un contatto fisso con me e, nonostante mi dica spesso che gli altri vorrebbero parlarmi, ha accettato la mia scelta. Nel corso dei mesi ho sentito Jeremiah e i miei colleghi, ma non sono mai riuscita a spiegar loro dettagliatamente la vicenda, è ancora fin troppo strano.

Faccio spallucce, frugando tra uno scatolone che tengo a terra. "Forse"

Lei si mette a braccia conserte, ridacchiando.

"Sappi che non è carino inciampare ogni mattina per raggiungere la cucina"

"Sei tu che mi hai dato il tuo numero, Bea, la migliore guida che tu possa trovare"

6458 sono i chilometri che mi allontanano da Brooklyn. Abbastanza lontano fisicamente, non abbastanza mentalmente. Odio pensare che una parte del mio cuore sarà sempre lì.

"Da quello al trasferirti nel mio appartamento c'è una bella differenza!" risponde.

"Aaah, sai che è temporaneo"

Mi manca il mio appartamento, mi manca Callie, mi manca Brooklyn, mi manca la parte di me che è rimasta lì.

"Ma cosa stai cercando?" mi chiede.

"Un mio vecchio abito da sera", dichiaro. "Callie sta acquistando i vestiti per le damigelle e vuole essere sicura della taglia"

"Motivo in più per mettere le cose nell'armadio", ribatte lei. "Dai, ti do una mano"

Così inizia la nostra caccia al tesoro del mio abito. Gli scatoloni sono ancora intatti, tiro fuori le cose, le uso, le lavo e le rimetto al loro posto. Tra le mie mani passano vari trucchi, un paio di spray per il raffreddore, paia da calzini diversi.

Dall'espressione sorpresa di Bea, d'altra parte, evinco abbia trovato qualcosa di interessante. "The Woman in Red di Stevie Wonder? Adoro quell'album!"

Per poco non rimango senza fiato. "Come?"

Mi mostra fiera il disco. È chiuso, ma sull'angolo, strizzando leggermente gli occhi, noto la parte di un foglio di carta.

"Guarda, era sotto il tuo cappotto"

"Aspetta, passamelo..."

Le mie dita tremano nel momento in cui sfioro quella copertina. So benissimo quale canzone è presente al suo interno. Esito per qualche istante prima di aprire il disco, influenzata anche dal cuore che sembra quasi uscirmi dal petto.

Duncan.

Una parte di me sperava che tu non leggessi mai questa lettera. È da egoisti, lo so bene, ma sì, mi sento tanto egoista da cercare di tenerti il più possibile accanto a me.

Innamorarsi. Dio, questo verbo mi è sempre sembrato tanto difficile persino da scriverlo su un foglio.

Tu mi hai insegnato ad amare, Angel. E un po' ti odio per questo, perché vivere con la consapevolezza che l'amore potesse solo far male era decisamente più semplice.

Ma in fondo è vero, in un modo o nell'altro sono cosciente che l'amore mi distruggerà anche questa volta. Ti vivo ogni giorno come se fosse l'ultimo, voglio imprimere nella mia mente ogni tuo minimo dettaglio.

Voglio ricordarmi di quella ribelle chioma rossa, della spruzzata di lentiggini che hai sul naso, dei tuoi profondi occhi scuri, del modo in cui si imbroncia il tuo volto dopo una mia battuta, del sorriso che fai quando vedi qualcosa che ti entusiasma. Non potrei mai scordarmi i particolari che hanno mandato totalmente a puttane la mia mente.

Forse se tu fossi rimasta in Texas io avrei continuato tranquillamente a vivere la mia vita da egocentrico bastardo quale sono sempre stato, ma questa è l'ennesima conferma di quanto basti poco per far saltare i propri piani.

Quando saprai la verità ti perderò, Angel, e il solo pensiero mi lacera il cuore.

Ti amo dal profondo del mio cuore, ed impresso nella mente avrò sempre la tua immagine sotto le luci di Brooklyn.

Tuo, Duncan.



THE END

(o to be continued...? )

BROOKLYN'S LIGHTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora