LII (2)

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D U N C A N

Mi trovo seduto alla scrivania, circondato da montagne di documenti e report finanziari. La luce fredda del lampadario illumina l'ufficio mentre io, Trevor e Adonis concentriamo sulle analisi. Il ticchettio dell'orologio sulla parete sembra scandire il ritmo accelerato delle nostre menti in subbuglio.

Passo una mano attraverso i capelli neri, cercando di mantenere la calma nonostante l'ansia e la rabbia che mi stringono lo stomaco. Più guardo Trevor e Adonis e più mi rendo conto che questa situazione è molto più grave di quanto pensavamo.

«Questa situazione è molto più grave di quanto pensavamo,» ammetto con voce cupa, cercando di non far trasparire il mio nervosismo.

Trevor alza lo sguardo dai documenti, il suo volto contratto dall'ansia. «Dobbiamo assolutamente trovare una soluzione, Duncan. Non possiamo permettere che l'azienda vada in bancarotta.»

Adonis annuisce, il suo sguardo determinato. «Abbiamo bisogno di un piano d'azione. Dobbiamo proteggere l'azienda e i suoi dipendenti.»

Mi mordo con forza il labbro inferiore, sentendo il peso della responsabilità che grava sulle nostre spalle.

«Sì, ma dobbiamo anche considerare l'impatto su morale dei dipendenti. Non possiamo permettere che il panico si diffonda,» concorda Trevor.

Adonis scuote la testa, con un'espressione dura. «Sono d'accordo. Dobbiamo mantenere una facciata di normalità finché non abbiamo una soluzione definitiva.»

Decido di chiudere il rapporto con un sospiro. «D'accordo, siamo nella merda. Quindi cosa facciamo adesso?»

Mi alzo dalla scrivania, camminando nervosamente avanti e indietro, mentre le mani quasi mi esplodono per i pugni stretti.

«Da soli non ce la faremo. Dobbiamo mettere insieme un team di esperti e iniziare a lavorare su diversi piani di azione. Ma per ora, manteniamo la situazione tra di noi. Sarà meglio non creare panico, o la gente finirà per parlare», sospira Adonis, lanciandoci un'occhiata sicura.

Trevor ed io annuiamo, comprendendo l'importanza della discrezione.

Mentre continuano a discutere dei prossimi passi da compiere, non posso fare a meno di sentirmi sopraffatto dalla gravità della situazione. Se questa cosa fosse successa un paio d'anni fa probabilmente me ne sarei fregato, ma adesso sono determinato a fare tutto il necessario per salvare l'azienda.

La discussione sui passi da compiere continua e la tensione nell'aria diventa palpabile. Guardo fuori dalla finestra, osservando le luci scintillanti della città che non sembrano affatto rispecchiare l'agitazione che provo dentro di me.

Adonis si passa una mano nervosa tra i capelli, la sua espressione seria. «Dobbiamo anche tenere d'occhio ogni mossa sospetta all'interno dell'azienda. Non possiamo permettere che qualcuno approfitti di questa situazione per i propri scopi egoistici.»

Trevor annuisce, i suoi occhi determinati. «Sì, dovremmo intensificare la sorveglianza e controllare attentamente ogni transazione finanziaria. Non possiamo permettere che nessuno ci truffi dall'interno.»

Mi unisco al loro sguardo deciso. «Non permetterò a quelle teste di cazzo di rovinare tutto.»

Adonis si alza in piedi, pronto ad agire. «Allora, cosa aspettiamo? Dobbiamo iniziare subito a mettere in atto il nostro piano.»

Mi alzo anch'io, sentendo la determinazione crescere dentro di me. «Andiamo.»

Con passo deciso, usciamo dall'ufficio, pronti ad affrontare le sfide che ci attendono. Nonostante l'incertezza che avvolge il futuro dell'azienda, so che con il duro lavoro e la determinazione del nostro team, possiamo superare qualsiasi ostacolo.

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