XXXVI

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1 gennaio

Il nuovo anno è sempre sinonimo di nuovi inizi. La gente procrastina infinitamente buoni propositi per settimane, per poi illudersi di poter cambiare totalmente allo scoccare della mezzanotte. Forse è il modo che abbiamo noi esseri umani di rendere meno traumatici i cambiamenti.

Per me, quest'anno, è stato inconsapevolmente così. Seppur il mio cambiamento sia stato tutt'altro che traumatico.

Stropiccio gli occhi, sussultando quando al mio fianco vedo Duncan che dorme beatamente.

Una parte di me non ha ancora preso consapevolezza che adesso siamo realmente qualcosa. Duncan e Angel. Non più Duncan, Angel.

Adesso posso dirlo davvero.

L'acqua calda scorre sul mio corpo nudo provocandomi un totale rilassamento. Delle volte penso che ci starei ore, se la bolletta e l'affitto di Brooklyn non fossero così care.

"Già scappi, ragazzina?"

Una voce rauca mi fa sobbalzare. Duncan è poggiato alla porta, sul suo volto è presente un sorrisetto e, la camicia che indossa, è ancora aperta.

Esco dalla doccia, coprendo il mio corpo nudo con un asciugamano. "Onestamente sono più io quella che pensava di svegliarsi da sola"

Mi scruta attentamente, sfiorando con i canini l'angolo delle labbra.

È dannatamente sexy.

"Ammetto di averci pensato un paio di volte, il tuo letto è davvero scomodo"

Alzo gli occhi al cielo. "Perdonami se non ho un king size dal materasso memory"

"Se mi parli con questo tono farai aumentare la mia voglia di toglierti di dosso quell'asciugamano"

Cerco di non far arrossire il mio volto, seppur mi risulti impossibile.

"Dobbiamo ancora risolvere alcune cose, lo sai"

"Del tipo?" mi chiede.

Faccio spallucce. "Beh, dirlo agli altri. Poi devi spiegarmi di Macy, tra l'altro"

Lui annuisce. "D'accordo. Nel pomeriggio ti porterò nel cafè davanti all'azienda e domani radunerò gli altri ai giardini per fare questo grande annuncio"

"Ehi, parli sarcasticamente?"

"Per il grande annuncio sì, per il resto sono piuttosto serio"

"Sono davvero contenta"

E lo sono, sento davvero che questo potrebbe essere il nostro punto di svolta, l'occasione per stare finalmente insieme.

Duncan mi attira a sé, facendo aderire le mie scapole nude sulla parete fredda del bagno.

"Non ti lascerò andare via questa volta, angioletto"

Mi sporgo in avanti per baciarlo, ma il rumore della porta chiudersi fa staccare d'istinto i nostri volti.

"Angie! Sei sveglia?"

"È Callie!" esclamo sussurrando.

"Conosco la voce di Callie, Angel", ribatte sarcasticamente Duncan. "Vuoi che mi nasconda?"

"No, no. Mi infilo questa al volo, è giusto che lei sappia tutto per prima"

"In realtà il primo è stato il barista, quando gli abbiamo sfondato la rete"

Povero Jeremiah, spero davvero che siano riusciti ad aggiustare tutto grazie alla donazione di Duncan.

Callie continua a chiamarmi. "Aaaangie!"

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