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"...quindi sono andata lì, l'ho guardato in faccia, intensamente, e poi gli ho chiesto: 'C'è qualcosa che devi dirmi?'" Josie parlava a raffica senza mai fermarsi mentre attraversavamo i corridoi della nostra scuola e ci dirigevamo verso la biblioteca.

Fingevo di ascoltarla, tenendo gli occhi fissi sul pavimento.

"Ed indovina? No, non aveva nulla da dirmi! Era una domanda retorica, come ha fatto a non capirlo?"

Quando alzai lo sguardo, riconobbi in lontananza una chioma rossa che si avvicinava verso di noi, affiancata da Betty Cooper.

Erano impegnate in una conversazione animata, dove la bionda parlava e Cheryl ascoltava.

Non feci a meno di notare il suo rossetto rosso, il top aderente che indossava ed i jeans neri che le stringevano la vita.

Dovevo ammettere a me stessa che tali particolarità non erano comuni nel mio college.

Cheryl incrociò il mio sguardo, passò al nostro fianco sfiorandomi la spalla, e poi scomparve.

Pensavo davvero che dopo una così insignificante conversazione avrebbe cominciato almeno a salutarmi?

Idiota.

Nel mentre, Josie si aspettava una risposta, un accenno di comprensione, che naturalmente non arrivò.

"Toni, mi stai ascoltando?"
"Sì..."

La bruna inarcò un sopracciglio.

"...No.
Scusa Josie, ultimamente sono distratta, cosa dicevi?"

"Parlavo di archie." strinse le spalle. "In breve, ultimamente ho provato a cercare di capire cosa ci sia tra lui e Cheryl, ma sembra non capirmi."

Ed improvvisamente, tornai attenta. "Non parla di lei, a volte?"

La bruna sistemò i suoi occhiali sul ponte del naso, poi rispose. "Ogni tanto dice che è felice di averla qui, che prima sentiva come se mancasse un pezzo, e che finalmente potrà assembleare la squadra delle cheerleaders."

Inarcai un sopracciglio. "E ancora non l'hai lasciato?"

"Perché dovrei? Sono amici."

Nel mentre avevamo varcato la soglia della biblioteca, una maestosa sala contenente scaffali su scaffali, libri su libri.

Delle piastrelle bianche coprivano il suolo, l'antico legno di quercia rendeva la biblioteca più profonda e confortevole, la scala a chiocciola che portava al piano superiore, poi, dava l'idea della grandezza del luogo.

Era il mio posto preferito, l'unico luogo dove la mia pazienza non possedeva un limite, dove i problemi non facevano parte della mia realtà.

Ero sola, immersa nei miei libri preferiti, ignorando qualsiasi figura si trovasse al mio fianco.

Era una passione smisurata, amore incondizionato. E nessuno avrebbe potuto portarmelo via.

"Dovresti perché, se il mio ragazzo parlasse così di un'altra ragazza che non sia io, probabilmente lo avrei già ripudiato dalla mia vita."

Josie rimase in silenzio. "Ci sediamo qui?"

Non era una mia colpa essere troppo diretta, e Josie, molte volte, sembrava proprio non capire quale fosse la realtà.

"Toni, che bello vederti!" Veronica si sedette al nostro tavolo, interrompendo la conversazione. "Devi aiutarmi."

"Ronnie, ho da fare..." sospirai, poi posai i miei occhi sul libro.

"Per favore!"

Quindi, dopo le suppliche di Veronica, mi alzai e ci appartammo in un angolo della biblioteca. Lontane da Josie e dagli altri tavoli.

𝘈𝘧𝘵𝘦𝘳𝘨𝘭𝘰𝘸 «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora