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"Blossom, gossip e shopping terapeutico a Venice Beach. Andiamo."

Io e Cheryl eravamo nel mezzo di un bacio passionale iniziato dalla troppa solitudine che forse ci eravamo concesse, e Veronica entrò nella stanza.

Sedute sul mio letto, io tenevo la schiena appoggiata al muro e le mie gambe stringevano la sua vita. Le mie mani sulle sue guance, le sue sui miei fianchi, e le nostre lingue danzavano tra di loro.

Ormai non sembrava neanche così tanto stupita.

Cheryl si separò svogliatamente, sospirò, poi fulminò la corvina con lo sguardo.

"Allora?" Veronica insistette.

La rossa strinse le spalle, poi alzò lo sguardo verso di me come per chiedermi conferma.

"No, no..." continuò con un sorriso sarcastico. "solo noi due, muoviti."

Quando si voltò nuovamente verso di me, pensierosa posò i suoi occhi sulle mie labbra per alcuni secondi, poi le unì brevemente per un'ultima volta.
"Torno presto."

-

Anche se non avevo partecipato a quell'uscita, sapevo com'erano andate le cose perché Veronica me lo rivelò nei mesi successivi.

La corvina mi raccontò che quel giorno Cheryl non era poi così tanto di buon umore. Ed io lo avevo compreso, perché la ferocità con la quale catturava le mie labbra, il modo in cui bramava il mio corpo ed il desiderio che potevo scorgere nei suoi grandi e profondi occhi mi destabilizzava.

Non era da lei. La sua anima pudica non lo avrebbe mai permesso.
Piuttosto, sembrava che stesse cercando di aggiustare qualcosa, o di dimostrarlo.

E quindi, sedute in un semplice bar a quell'ora vuoto, Cheryl decise di sfogarsi con Veronica tramite sua richiesta.

"Non sto male." mentì.

"Ti vedo strana, Cheryl. A dire il vero... è da un po' di giorni che ti vedo diversa. Sei meno solare, spesso preoccupata, sorridi poco... non so, forse è una mia impressione."

"No, forse... forse hai ragione." la rossa ammise dopo attimi di silenzio, gli angoli della sua bocca si rivolgevano leggermente verso il basso e si limitava a sorseggiare il suo thè verde.

Veronica inarcò un sopracciglio, poi si porse più avanti, come per ascoltare meglio.

"È... Toni. Voglio dire, noi due stiamo così bene insieme, ma sento che sta cambiando qualcosa dentro di me.
Forse assorbire energie negative per la maggior parte della giornata mi condiziona, o forse è proprio non poter fare nulla per aiutarla che mi ferisce."

"O, forse, finalmente ti rendi conto della persona che è.."

Cheryl deglutì a fatica, poi strinse le spalle posando il proprio sguardo in un punto indefinito.
"Forse mi sono accorta che non mi rende partecipe della sua vita, che è spesso distaccata, che stiamo bene insieme soltanto quando è lei a deciderlo, che perdono sempre i suoi sbagli senza mai ricevere un cambiamento...
Forse necessito solo di sentirmi desiderata, capisci? Farei qualsiasi cosa pur di piacerle, pur di ottenere la sua approvazione."

La corvina corrugò le sopracciglia. "Che intendi per 'approvazione'?"

Cheryl in un primo momento arrossì, forse perché era una persona così buona che parlare di cose proibite la metteva a disagio.

"Vorrei che mi dimostrasse che le appartengo. Vorrei che fosse realmente impaziente di avermi, di meritarmi..
Invece sembra che fosse così soltanto prima della prima volta, mentre adesso non le interessa più."

Veronica assunse un'espressione disgustata, poi negò lentamente con il capo. "Cazzo... te l'avevo detto che è una merda, non avresti mai dovuto stringerci amicizia."

La rossa sorrise malinconicamente, poi posò nuovamente il proprio sguardo nel suo. "No... il problema è il mio, capisci? Perché la amo." rivelò, asciugando una lacrima che lentamente rigò la propria guancia. "La amo."

"L'amore non è questo, Cheryl." la corvina sospirò. "L'amore non è uscire con qualcuno, parlare tutto il giorno ossessivamente, fare sesso, stare tutta la notte sveglia per lui... l'amore è quando qualcuno vede il tuo lato negativo e continua comunque a scegliere di amarti, è quando qualcuno fa sì che le cose accadano quando tu non ne sei in grado, qualcuno che sappia calmarti, è qualcuno che parla sempre bene di te, che ti porta su un piatto d'argento anche quando non ti senti all'altezza... ed è qualcuno che pensa a te giorno e notte."

"Ma il mio lo è, anche se non ricambiato."

"Perché tu sei una brava persona, Cheryl." Veronica sorrise. "E meriti qualcuno che ti faccia sentire allo stesso modo. Amata."

-

Quando Cheryl tornò al college, aprì silenziosamente la porta della stanza pensando che stessi dormendo.

Io, invece, ero ancora sveglia attendendo che tornasse. Leggevo Bukowski immergendomi nella mia lettura, e quando sentii i suoi passi all'esterno richiusi il libro per dedicarmi a lei.

Le sorrisi quando incrociò il mio sguardo, e lei fece lo stesso timidamente. Forse non immaginava che avrei aspettato che tornasse prima di addormentarmi.

"Sveglia?" lei domandò mentre si sfilava il proprio cappotto.

Io sorrisi. "Certo, ti aspettavo."

Notai le sue guance colorarsi di un rosso acceso, e sorrise ancora quando mi alzai per raggiungerla.
Avvolsi le mie braccia intorno alla sua vita, poi unii le nostre labbra con un sorriso.

"Com'è andata?"

"Bene." strinse le spalle. "La via principale è piena di persone come sempre, e Veronica è la solita chiacchierona."

Io sorrisi, perché lei sembrava sincera e faceva lo stesso mentre mi raccontava dell'uscita più noiosa di sempre, o così la descriveva.

E quando smise di parlare, afferrai la sua mano ed improvvisamente sentii l'impulso di dire ciò che mai sarebbe uscito dalla mia bocca. Sembrerebbe fatto appositamente, ma io non sapevo davvero che Cheryl stesse così tanto male per me.

"Mi sei mancata." rivelai, poi arrossii quando lei mi sorrise. Tutto il suo volto lo faceva, ed i suoi occhi brillavano.

"Ti sono mancata?" ridacchiò imbarazzata. "Saranno passate forse tre ore."

Io cominciai a torturare l'interno della mia guancia, poi strinsi le spalle. "Quando non sto con te la mia vita sembra così... vuota. Mi è mancato quel che mi fai provare."

Vidi negli occhi di Cheryl cambiare qualcosa, era forse realizzazione oppure manipolazione.
Non lo sapevo, ma ero certa che stesse pensando intensamente a qualcosa, e qualsiasi cosa fosse non lo avrei mai saputo.

Quindi inarcai un sopracciglio quando incontrò nuovamente il mio squardo, il suo era timoroso ed amorevole allo stesso tempo.
"A che pensi?"

Lei temporeggiò per alcuni momenti, poi scosse il capo come per tornare con i piedi a terra. "Penso che ti amo." ammise timidamente, poi avvolse la mia vita con le proprie braccia e posò il mento sulla mia spalla.

"Anch'io, anche se non te lo ricordo spesso." deglutii a fatica. "Ti amo."

Nota autrice
"Tanto non ti avrebbero lasciato perché troppo innamorate, anche io lo sono stata. Si perdona tutto ad uno come te, ad uno come te."

𝘈𝘧𝘵𝘦𝘳𝘨𝘭𝘰𝘸 «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora