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"Sì, avevamo appena litigato e mi sono sfogata con la mia migliore amica, qualche problema?"

Inarcai un sopracciglio, poi incrociai le braccia. "Tu che dici? Le hai raccontato la mia vita."

"Non è vero." Veronica sembrava confusa. "Avevo un problema, a te non interessava minimamente, quindi ne ho parlato con Cheryl. Perciò le ho spiegato che tu hai questo carattere...particolare, dove sostieni di non avere alcun interesse verso il mondo. È errato? Ho per caso mentito?"

Negai con il capo. "Non potevi parlarne con me?"

"Rispondi alla mia domanda, Toni." la corvina abbassò il tono di voce, intorno a noi sembrava tutto troppo silenzioso. "Ho mentito?"

No, certo che no.
Ma in fondo, sapere che ero stata dipinta in questo modo, mi urtava.

Non provare interesse protegge la tua sfera emotiva, è vero. Ma forse ci soffrivo.

Soffrivo perché avrei voluto dispiacermi per Veronica, non sputare in faccia ciò che pensavo alle persone, affezionarmi ed aver paura dell'abbandono.

Aver paura che qualcuno ti abbandoni lo classificavo come amore, ed io non amavo nessuno.

Non avevo paura che la mia famiglia mi abbandonasse. E quando a farlo fui io, sentivo come se mi fossi tolta un peso.

Come puoi non amare il tuo stesso sangue?

Ormai, avevo smesso di spiegarlo alle persone. Smisi di raccontarmi.

Provavo a spiegare che non ero felice ma neanche triste, che non ero solita a piangere e che nessun tipo di preoccupazione annebbiasse il mio cervello.

Ero letteralmente disinteressata, perché nulla mi permetteva di stare bene se non i miei sogni.

E questo era uno dei tanti problemi di lettrici e lettori: la vita sui libri è decisamente migliore, ed accettare che quella reale è totalmente l'opposto era devastante.

Forse smisi di sorridere quando lo realizzai. Semplicemente non avevo più nessun interesse nel vivere se la mia vita non sarebbe stata quella che sognavo.

Perché sì, ero viziata e volevo a tutti i costi ciò che desideravo.
E se non lo ottenevo, restavo triste. A vita, se necessario.

Ero indubbiamente migliaia di difetti che rovinavano la mia anima, che in fondo era colei che ancora esprimeva desideri, ma non potevo farci niente.

Perché se non vuoi cambiare, rimarrai ciò che sei. Avido ed insignificante.

Veronica stava continuando ad osservarmi, si era sentita attaccata e stava aspettando una mia risposta.

"No, non hai mentito."

"Allora? Non posso parlare di te?"

Sospirai e cercai di mantenere la calma. "Non parlo di questo, Ronnie. Mi dà solo fastidio che tu ne abbia parlato con Cheryl."

Lei sorrise sarcasticamente. "Da quando ti interessa cosa le persone hanno da dire? Smettila di arrampicarti sugli specchi, ed accetta ciò che dici di essere." lei indossò il suo giubbotto, poi uscì dalla nostra stanza sbattendo la porta dietro di sé.

Rimasi da sola, ancora una volta, perché non potevo pretendere che Veronica continuasse ad amarmi.

-

Sembrava che a Reggie non interessasse della mia personalità.

Stavamo bene insieme, e probabilmente a lui bastava questo.

Era un venerdì pomeriggio, e ci trovavamo sugli spalti del campo di football.

Non c'era nessuno, probabilmente erano stati sospesi gli allenamenti a causa del maltempo.

𝘈𝘧𝘵𝘦𝘳𝘨𝘭𝘰𝘸 «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora