Cheryl Blossom era troppo intelligente per poter essere felice.
Ma io ancora non lo sapevo, perché non la conoscevo abbastanza: ci salutavamo nei corridoi, a volte mi chiedeva di unirmi al suo gruppo, altre condividevamo dei corsi insieme ma non eravamo del tutto amiche.
Forse era colpa mia, perché non mi piaceva nessuno, e consideravo tutti una perdita di tempo. Poi, la frequentazione con Reggie mi distraeva ed avrei dovuto dedicargli almeno una piccola parte di me.
Tutto ciò che sapevo su Cheryl era che proveniva da Riverdale, una piccola città a Nord, umida e fredda.
Nessuno ne parlava con un sorriso, evidentemente non aveva una buona reputazione, e pochi avrebbero voluto tornarci.Io non c'ero mai stata, perché ero una nativa della città e Los Angeles possedeva tutto ciò che il mondo avrebbe potuto offrirmi.
Molti dicevano che New York sarebbe stata migliore, perché aveva più opportunità e le persone erano più civili e responsabili. Io, invece, amavo semplicemente il mare.Tuttavia, Veronica ogni tanto mi offriva dei dettagli sulla Blossom che non erano scontati, e mi erano rimasti impressi nella mente.
Mi disse che era una persona fragile, con una corazza d'amianto ed una forza fuori dal comune.
Ma sarebbe dovuto essere un segreto, naturalmente, perché chi conosce Cheryl sa che la sua privacy è off limits.Io lo trovavo inutile, perché oramai attendevo che a qualcuno interessasse realmente della mia vita.
Speravo che qualcuno ricordasse qualcosa su di me, qualsiasi cosa essa fosse.Invece, lei preferiva restare così: nell'oscurità.
Cheryl era un'ombra, lo avevo riconosciuto. Perché il silenzio parla, ed io conoscevo le persone senza che loro proferissero parola.
Riconoscevo dell'oscurità, qualcosa di profondo e buio, irraggiungibile.
Intrecciava quel rosso sangue che spesso indossava con il nero della sua essenza, che creavano quel contrasto così evidente che mi stupivo di come le persone non riuscissero a capire chi realmente fosse.E ripeto, Cheryl Blossom era troppo intelligente per essere felice.
Vedevo e percepivo che nella sua testa frullassero mille pensieri, che si scaglionavano uno dopo l'altro nella sua mente. La rendevano irrequieta, era indubbiamente una persona ansiosa che sapeva mantenere molto bene il controllo.
Lo notavo dagli anelli che faceva scorrere freneticamente sulle sue dita, dalle sue cuticole arrossate, da come si sistemava costantemente i propri capelli.
E se non sbagliavo, Cheryl probabilmente pensava troppo a tutto e capiva qualsiasi cosa. E comprendere troppo su ciò che è questo mondo, ti rende schiavo dei tuoi pensieri. Ti divora l'anima e la stabilità mentale, ti perfora i timpani e ti sveglia ad ogni ora della notte.
Ciò che Cheryl non comprendeva, era che pensarci non avrebbe cambiato ciò che era accaduto.
E forse era per questo che mi costringevo a non pensare, perché volevo evitare di diventare il mio peggior nemico.
Tornando a noi, non avevo ancora fatto pace con Veronica.
Lei non chiedeva di me, io non chiedevo di lei, ma necessitavo di tornare nella mia stanza.Non di certo per la mia compagna, ma per i miei spazi. Condividere la propria stanza con altri due ragazzi era estenuante, e Reggie non ne era poi così felice.
In quel momento ci trovavamo in un corridoio del college, il suo capo era piegato verso il basso mentre io, in punta di piedi, cercavo di raggiungere le sue labbra.
Tenevo le sue guance tra le mie mani mentre lui teneva una mano sul mio fianco, e facevo muovere la mia bocca sulla sua.Gli studenti passavano, forse restavano confusi ma poi continuavano per la loro strada.
Ed io, forse, un po' mi sentivo a disagio. Lui, invece, sembrava così preso che neanche se ne accorgeva.In fondo mi sentivo apprezzata, perché percepire le sue mani sul mio corpo mi rendevano più bella ai miei occhi. Ero finalmente desiderata e probabilmente, ciò che mi piaceva di Reggie, era solo farmi amare.
Due colpi di tosse attirarono la mia attenzione, e quasi benedii l'artefice per avermi portata via da quella situazione.
"Non vorrei interrompere le vostre... svenevolezze."Io e Reggie ci separammo e ci voltammo entrambi nella sua direzione, scambiandoci poi uno sguardo confuso prima di parlare.
"Siamo impegnati, Cheryl."
Lei, che stava con le braccia incrociate, fulminò Reggie con il proprio sguardo e poi si rivolse a me. "Toni, devo parlarti."
Io annuii, attendendo che lei continuasse, ma per qualche motivo restava in silenzio.
"In privato." poi aggiunse, tenendo ancora il proprio sguardo sul mio.Comunicai con il corvino tramite lo sguardo. Lui sbuffò, strinse le spalle e si disperse nei corridoi.
Vidi Cheryl seguire la sua sagoma con gli occhi fino a quando le fu possibile, le sue labbra assunsero un'espressione disgustata, e si rivolse a me soltanto dopo essermi schiarita la voce."State insieme?"
Sospirai. "No."
Lei inarcò un sopracciglio, come per chiedermi risposte.
"Ci stiamo frequentando, non stiamo insieme." strinsi le spalle. "Di cosa dovevi parlarmi?"
"Perché non dormi più nella tua stanza?"
Quella domanda era inaspettata, perché mai avrei immaginato che Cheryl Blossom sarebbe venuta a chiedermi una tale sciocchezza.
Lei era solita a dosare le parole, a non sprecarne, e parlava solo di cose utili ed intelligenti. Ed adesso mi spiazzò, perché il suo risentimento non ero ancora riuscita a percepirlo durante quella conversazione.
"Ho litigato con Veronica. Penso tu lo sappia, dato che sei qui a parlarne."
"Sì, Veronica me ne ha parlato, ma non sono qui per lei."
Inarcai un sopracciglio. "So cosa mi stai per chiedere, e se stai facendo un favore a Veronica lo capisco."
Lei negò con il capo. "Sarà anche da stronzi, ma non mi ha chiesto nulla. Mi ha solo avvisato del tuo lontano trasferimento" lei sorrise sarcasticamente. "letteralmente nella stanza di fronte."
"E quindi? Non voglio più parlare con lei, al momento."
"Ci stai perdendo tu." lei mi avvisò. "Per Veronica è acqua passata, e vuole scusarsi."
"Non potrebbe dirmele lei queste cose?"
La rossa alzò gli occhi al cielo. "Quanto sei difficile, Toni. Non ci credo che anche tu non voglia tornare nella tua stanza. Vuoi rimanere con quei barboni fino alla laurea?"
Io tratteni un sorriso, perché non avrei potuto prendere in giro i miei migliori amici, ma la sincerità con la quale Cheryl si esprimeva mi faceva ridere più del dovuto.
Ed io, ahimè, non ridevo mai se non per compiacere.
"È solo che ci sono rimasta male." ammisi.
"Per cosa?" Cheryl sembrava confusa. "Sapevo che ti eri spostata perché la sua stanza era come sempre troppo in disordine."
Io spalancai gli occhi d'improvviso, perché la ragione poteva essere tutto fuorché quello.
Ed una parte del mio cuore ancora batteva per la Lodge, che difendeva il mio orgoglio e nascondeva la realtà.Eppure, una parte di me voleva che Cheryl sapesse la verità.
"Ti ha detto questo?"La rossa annuì, più confusa che mai.
"Ha mentito, ma non prendertela con lei."
Cheryl cominciò ad agitarsi, come se fosse ansiosa di sapere qualcosa in più sull'accaduto. "Non me la prenderei a prescindere Toni, non mi interessa quali problemi affliggono Veronica. Piuttosto, mi spieghi cos'è successo?"
Io sorrisi alla sua impazienza, poi sospirai. "Seguimi."
Nota autrice
quanto cazzo mi fa schifo scrivere cose etero
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𝘈𝘧𝘵𝘦𝘳𝘨𝘭𝘰𝘸 «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»
ChickLit"...e quindi trovai la mia musa ispiratrice. Era tutto ciò che il mondo non era abituato a vedere, a conoscere. Mi uccideva ma mi rendeva viva, era quella mescolanza d'amore e dolore che necessitavo per sopravvivere. Era la mia più grande ambizione...