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Era una giornata come le altre.
Un noioso, infinito e logorante lunedì.

Eppure, oltre a stare nell'ufficio che più odiava nel mondo, Cheryl aveva la testa piena di pensieri.

Viaggiavano alla velocità della luce, le squarciavano il cuore.

Basta, si disse.
Non avrebbe più lasciato che le proprie emozioni prendessero il sopravvento.

E forse, per quanto l'odiasse, quel lavoro era ciò che le serviva per evitare di pensare.

Sospirò, mise le mani davanti agli occhi e ritirò le lacrime.
Non era il momento di piangere, soprattutto se doveva farsi friggere le pupille dal computer che aveva davanti a sé.

Mentre muoveva freneticamente il mouse alla ricerca della cartella desiderata, la sua attenzione fu attirata da una busta di carta bianca che venne posata sulla sua scrivania.

Cheryl alzò gli occhi e li spalancò di colpo.
"Toni?! Sono a lavoro, non puoi stare qui!" sussurrò.

La rosa alzò gli occhi al cielo.
"Rilassati... ho detto che sono la tua coinquilina, e che avevi dimenticato le chiavi di casa."

La Blossom posò una mano sulla fronte, ed esausta scosse il capo ripetitivamente.
"Bene, allora non puoi stare qui a prescindere, perché non voglio."

Toni la ignorò. Non si sarebbe arresa.
"So che hai fame." osservò. "Ti ho portato la colazione. È uno dei miei bar preferiti, sono convinta che ti piacerà."

Cheryl lasciò che il suo cuore si sciogliesse un po', almeno il minimo ed indispensabile, poi sorrise. "Grazie. Quanto ti devo?"

"Non mi devi nulla, passavo di qui e ho deciso di fare un salto." mentì.
Si era svegliata un'ora prima soltanto per portarle la colazione.

"Come facevi a sapere dove lavoro?"

La rosa alzò ancora gli occhi al cielo.
"Sei una Blossom, chi non potrebbe sapere dove lavori?"

Lei annuì, poi abbassò lo sguardo sul proprio monitor. Sentiva ancora gli occhi di Toni su di sé.

"Che hai fatto ieri sera, alla fine? Hai fatto ritardo?"

Il cuore della Blossom cominciò a battere velocemente sentendosi in pericolo, ed alzò gli occhi per rivolgersi a suoi ricchi di interesse.
Doveva proprio farle quella domanda? Cheryl avrebbe voluto sotterrarsi.

Strinse le spalle.
"Insomma... sono arrivata abbastanza in orario. Conosco questa ragazza da un po', anche se fossi arrivata in ritardo all'appuntamento non avrebbe fatto differenza, credo."

Toni non sentì il proprio cuore frantumarsi e diventare gelatina per il resto dei propri organi.
O di questo voleva convincersi.

Ma doveva mantenere la calma.
Lei non era lì per avere una relazione con Cheryl. Era lì per dimostrarle che era cambiata davvero.

Sorrise, mentre dentro di sé avrebbe voluto rinchiudersi in una stanza buia e vuota e non uscire mai più, ma sorrise.

"Beh, fantastico.
Avrete molta confidenza, per non avere problemi di questo tipo."

Cheryl sorrise nervosamente. "Esatto."

"Bene."

Ed eccolo lì, quel silenzio imbarazzante nel quale Toni non avrebbe proprio voluto immergersi.

E ora? Stava davvero buttando all'aria la sua missione?

"Beh.." spezzò la tensione. "non ti rubo altro tempo, sono convinta che hai molto da fare.
Buon lavoro, Cheryl."

La rossa non rispose, si limitò a sorriderle malinconicamente ed a seguirla con gli occhi fino a quando non uscì dalla stanza.

Dopodiché, posò il peso del capo su una mano, con il proprio gomito a novanta gradi mentre osservava la propria colazione all'angolo della scrivania.

Sospirò.
La sua nuova frequentazione non aveva mai fatto nulla del genere.
Però Toni sì, nonostante avesse tagliato i ponti con lei da anni.

Sospirò ancora.
La odiava a morte, poteva giurarlo.

Tuttavia... quel gesto lo apprezzò a dismisura, ed avrebbe voluto essere trattata così anche dalla sua 'quasi-nuova-ragazza'.

E com'era piccolo il mondo.
Tra tutti, aveva una disputa proprio con Toni Topaz.

-

"Ehi, bellezza!
Com'è andata la mega riconquista di Cheryl Blossom? Questa mattina eri carichissima."

Toni gettò la sua borsa a terra e con stanchezza sprofondò nel divano di Peaches.

La bruna corrugò le sopracciglia dispiaciuta.
"Oh... non dirmi che ti ha chiuso la porta in faccia."

"Peggio."

"Non dirmi che è celiaca, e che le hai portato qualcosa con il glutine."

"Peggio."

"Non dirmi che non era a lavoro..."

"Peggio. Esce con qualcuno."

Peaches annuì sconsolata, poi si sedette al suo fianco. Cinse le sue spalle con il proprio braccio, e si avvicinò a lei.

"Non è poi così male, Toni.
Almeno ha accettato la tua presenza.
E poi, non è detto che le frequentazioni vadano a buon fine. Continua quel che fai per te stessa."

"No, Peach." Toni nascose il capo tra le braccia. "Non riesco proprio ad accettare il fatto che stia con qualcun altro. Ma devo farlo, perché me lo merito."

"Vedi qual è il tuo problema?" dopo attimi di silenzio rispose. "Tu vuoi tutto subito, non hai pazienza e non sai apprezzare l'arte del tempo.
Non meriti di soffrire, Toni. Meriti una seconda chance, ma se molli tutto adesso... beh, permettimi di dire che stai sbagliando."

La rosa sospirò, e si asciugò le lacrime dagli occhi.

Annuì, e mentre stava per aprire bocca suonarono il campanello.

Peaches strinse le spalle.
"Sono arrivati gli altri, datti una sistemata."

Oh, Toni... ci stai ancora così male?
Domandò a se stessa, davanti allo specchio del bagno della sua migliore amica.

Fece un sospiro profondo, poi si lavò il viso.

Non sarebbe stato facile.
Ma non era tanto il viaggio quanto la destinazione che le interessava, ed in un modo o nell'altro, avrebbe dimostrato a Cheryl Blossom chi fosse realmente.

Nota autrice
buon compleanno madelaine, ti amo, sei la causa di tutti i miei film mentali e di conseguenza del mio rifiuto verso le relazioni con il genere umano

𝘈𝘧𝘵𝘦𝘳𝘨𝘭𝘰𝘸 «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora