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Stare con le amiche di Veronica era una sorta di esperienza contemplativa che non avrei voluto ripetere.

Eppure sarei stata costretta, perché a breve sarebbe stato il suo compleanno.

Avrebbe compiuto vent'anni, gli anni che la corvina stava aspettando da tutta la vita.
Non vi era un motivo preciso, o almeno, io lo sapevo soltanto perché lo ricordavo da alcuni suoi lunghi discorsi.

Di conseguenza, erano due anni che condividevamo la stessa stanza ed avrei dovuto farle un regalo importante.

Lo avrei quindi condiviso con le sue migliori amiche, che non facevano parte del suo solito gruppo perché erano, come dire, speciali.
Ed io le avevo già conosciute perché spesso creavano disturbo alla mia quiete nella nostra stanza, specialmente di notte, e non sembravano poi così malvagie.

Quella che mi stava più simpatica era Peaches, la leader del gruppo, dalla carnagione scura ed il sangue americano.

Se avessi dovuto descrivere un tipico abitante di Los Angeles, l'avrei sicuramente presa in esempio: vestiva con pantaloncini in jeans di qualche taglia più grande rispetto alla propria, un top aderente di qualche colore stravagante, delle scarpe da ginnastica ai piedi, degli occhiali da sole sempre tra i propri capelli legati in una coda alta e tirata, ed un gloss rosa che copriva le sue labbra carnose.

"Veronica ha tutto ma non le piace niente, non so se intendi.."

Ci trovavamo nella sala relax, sedute una davanti all'altra su dei comodi divani blu, la quale era attualmente desolata.

Peaches mi stava spiegando quale regalo sarebbe stato più adatto per Veronica, e nonostante mancassero alcune settimane, il tempo cominciava a stringere.

"Intendo." sorrisi sarcasticamente. "Condividiamo la stanza da due anni, quindi..."

"Mi spiace." lei ridacchiò. "Forse dovremmo pensare più intensamente a quali sono le sue preferenze, i suoi hobby.."

"A Veronica piacciono i ragazzi." osservai. "E non ho mai capito perché le piacciano così tanto."

Peaches sollevò le sopracciglia, poi strinse le spalle. "A Veronica piace il sesso." mi corresse. "Non c'è un motivo, abbiamo solo sviluppato questa preferenza."

Io rimasi in silenzio, non riuscendo a capire se Peaches fosse seria o meno, perché la mia osservazione era soltanto a scopo ironico. Eppure, lei la prese sul serio.

Assunsi un'espressione disgustata, poi annuii in modo convincente. "...Avete?"

Lei strinse le spalle. "Sì, Toni. A vent'anni cosa vuoi fare? Uscire, divertirti, sperimentare..."

"Mh..." annuii ancora, poi deglutii a fatica. "Ed il vostro divertimento sarebbe?"

"Te l'ho già detto." lei alzò gli occhi al cielo. "Sesso senza sentimenti. Non c'è bisogno di frequentarsi, uscire a cena, conoscersi... è un processo noioso, di cui tutti fanno finta di interessarsi soltanto per arrivare ad uno scopo. Perlomeno noi non siamo false, ad arriviamo dritte al punto, senza illudere nessuno."

"A vent'anni forse dovresti progettare il tuo futuro o... non so, fare qualcosa per gratificarti?"

Lei cominciò a ridacchiare, poi tornò seria d'improvviso. "No. Non ho mai avuto una relazione seria, e non ne ho mai avuto bisogno. È tutto un processo basato sul guardarsi, parlarsi, e poi finire in qualche bagno della casa, o della discoteca. Ho avuto una relazione basata soltanto sul sesso una volta, poi ci siamo lasciati perché non sopportavo di appartenere a qualcuno."

Era tutto così corrotto che, strano ma vero, non me lo sarei mai aspettato da Veronica. Ed improvvisamente, ricordai perché le sue compagnie non erano poi così tanto gradite dal mio sistema nervoso.

𝘈𝘧𝘵𝘦𝘳𝘨𝘭𝘰𝘸 «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora