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Avevo imparato ad essere sincera perché ero stanca di indossare delle maschere.

Di conseguenza, per coloro per cui provavo risentimento, non lo nascondevo. Preferivo essere una persona vera, senza doppie facce, perché a soffrirci sarei stata solamente io.

Per questo i miei veri amici potevano essere contati sulle dita di una mano. Per me, considerarti un amico, non era scontato.
Piuttosto, avevo una miriade di conoscenti che pensavano di potersi approfittare di me.

Illusi.
Conoscevo le tue intenzioni ancor prima che le mettessi in atto.

E quindi, speravo che il reale motivo per cui stavo rivelando la verità a Cheryl, fosse soltanto il mio carattere.

Lo speravo perché mi sembrava che io volessi a tutti i costi parlare con lei, in un modo o in un altro.
E tutto questo sentimento non avrei dovuto provarlo, perché non dovevo soffrire.

Soffrivo fin troppo, la mia vita era già una delusione, come avrei potuto infliggermi altri danni?

Tuttavia mi trovavo sugli spalti del campo da football.
Erano vuoti, ma i giocatori si stavano allenando nel campo, e nel momento in cui entrammo Cheryl salutò Archie dall'alto con un sorriso a trentadue denti.

Lui, poi, spostò lo sguardo su di me, e confuso mi fece un cenno con il capo. Lo ignorai.

Ci sedemmo su quelli più alti, quel giorno faceva freddo nonostante il sole splendesse alto nel cielo, ed i nostri capelli erano disturbati da un leggero vento.

Stranamente provavo dell'ansia.
Il mio cuore palpitava velocemente sulla mia cassa toracica, ed io non provavo tali emozioni neanche prima di un esame, perché non mi interessava realmente quali fossero le conseguenze.

Ma adesso, avevo paura di ciò che Cheryl avrebbe potuto pensare su di me.

"Allora?" lei insistette, sorridendo dopo che alzai gli occhi al cielo.

Il suo sorriso bianco spiccava ed era luminoso. Faceva da contrasto ma si abbinava alla giacca di pelle rossa che indossava.

"Qualche settimana fa mi hai detto che Veronica ti ha parlato di me, e non ti ha detto delle...belle cose. Quindi ci ho litigato per questo: mi sono arrabbiata perché avevo paura di ciò che avresti potuto pensare su di me."

Il sorriso di Cheryl rimase stampato sul suo viso, e quell'espressione confusa che aveva assunto mentre le spiegavo la situazione mi stava facendo impazzire.

Sicuramente era inaspettato da parte sua, perché se ero così egoista come Veronica le aveva detto, perché mai avrebbe dovuto interessarmi?

"Hai litigato con Veronica per me?"

"No..." sospirai.
Cominciavo a sentirmi a disagio, ed abbassai lo sguardo a terra.
"Ho litigato con Veronica perché ha detto delle cose che avrebbero potuto farti pensare male di me."

Cheryl aggrottò le sopracciglia. "È assurdo. Davvero credi che le parole di Veronica possano avere un peso?"

Lei cercava il mio sguardo, e notai come diventò immediatamente nervosa. Gesticolava molto, e muoveva freneticamente la propria gamba destra.

Io alzai finalmente lo sguardo, poi risposi. "Beh, è la tua migliore amica..."

"Errato." mi interruppe. "Ti svelerò un segreto: non ho amiche migliori di altre.
E poi, credo a ciò che vedo, non a ciò che sento dire.
Qualsiasi cosa lei mi abbia detto, ha un peso soltanto nella sua situazione."

Quelle parole mi rincuorarono, perché la maturità che Cheryl mi stava dimostrando mi faceva quasi credere che l'umanità non fosse tutta in fiamme.

E come dicevo, Cheryl era così intelligente che la sua condanna sarebbe stata quella di restare triste per la sua intera vita.
Lei comprendeva troppo su ciò che era il mondo, aveva questo carattere potente ma fragile che non l'avrebbe comunque aiutata.
Le corazze funzionano soltanto all'esterno, perché all'interno rimani la pudica anima che sei.

𝘈𝘧𝘵𝘦𝘳𝘨𝘭𝘰𝘸 «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora