3. 🌙

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Quella mattina mi svegliai con le prime luci dell'alba, mi sentivo pronta per il mio secondo giorno di scuola. Dovevo solo essere positiva e le cose sarebbero arrivate, mi ripetei mentalmente mentre finivo di arricciare i miei capelli scuri.

La ragazza che vedevo allo specchio in quel momento sembrava molto più sicura di sè stessa. Quasi faticai a credere che quella ragazza fossi io... ma alla fine di tutto, sapevo che anche con il trucco e i capelli diversi, dentro di me sarei sempre rimasta la stessa Shannon.

Appena scesi al piano di sotto trovai i miei genitori intenti a finire di preparare la colazione insieme. O meglio, mia madre passava a Robert i piatti e le ciotole da mettere sul tavolo e lui eseguiva con le mani che tremavano.
Pensai che ci avesse preso gusto a preparare la tipica colazione che si sarebbe potuta servire ad un esercito... e che alla fine nessuno finiva mai.
Pancake, omelette e macedonia di kiwi e fragole imbandivano la tavola.

Tossicchiai per farmi notare da loro e un po' mi era dispiaciuto interromperli.

«Buongiorno!» esclamai sorridente.
«Buongiorno tesoro! Sei già pronta?» mi domandò mia madre accompagnata dal solito sorriso sulle labbra.
«Sì, non vorrei fare tardi» le risposi dopo aver dato un bacio sulla guancia a Rob.
«Capisco... be', la colazione è pronta quindi serviti pure!»

***

Dopo aver mangiato solamente un po' di macedonia, ero pronta a seguire l'uomo di casa all'esterno, verso la sua auto.
Durante il tragitto verso scuola parlammo del più e del meno, e se prima ero positiva, lui non fece altro che aumentare il mio buon umore,  dicendomi che avrei fatto presto ad ambientarmi e a farmi delle nuove amicizie.

Era come se mi vedesse come un piccolo raggio di sole, mi aveva sempre descritta come una ragazza sorridente, buona ed intelligente. Aveva molta fiducia in me, come mia madre del resto, e non avrei mai voluto deluderli perché mi sarei sentita mortificata.

«Per qualsiasi cosa chiamami, non farti problemi. Dico davvero» mi informò sorridente e in quel momento mi accorsi che l'auto aveva ancora il motore acceso, ma si era fermata.

«Uhm, lo terrò a mente» gli feci l'occhiolino prima di scendere dall'auto e lo salutai con la mano.

Fuori dal grande edificio notai che c'erano tanti studenti divisi in gruppi e... Adrian e i suoi amici.
Lo guardai da lontano, in disparte da tutta quella gente che non conoscevo e mi domandai se mi avrebbe infastidita di nuovo.
Non potei fare a meno di pensare al fatto che Adrian fosse davvero così bello e sicuro di sé, ma purtroppo la sua maleducazione lo rovinava e gli toglieva un sacco di punti.
Era il tipico ragazzo che non avrei mai e poi mai frequentato, nemmeno sotto tortura...
Eppure aveva qualcosa che mi attraeva come un magnete e che mi spingeva a tenere gli occhi su di lui.

Per un attimo il suo sguardo incontrò il mio, e imbarazzata lo distolsi immediatamente. Ricordai le parole che mi disse il giorno prima: odio la gente che mi fissa.

Alla prima ora avrei avuto letteratura e sfortunatamente non avevo la minima idea di dove si trovasse l'aula.
Camminai velocemente per i corridoi alla ricerca dell'aula e quando finalmente la trovai tirai un sospiro di sollievo nel constatare che fossi arrivata in tempo.
Per la precisione, ero in anticipo di cinque minuti.
Notai però di non essere da sola, dentro all'aula c'era anche una ragazza dai lunghi capelli rossi.

«Ciao! Tu devi essere quella nuova, giusto?» mi sorrise calorosamente, lasciandomi un po' interdetta.
Non mi aspettavo che mi avrebbe parlato e che sarebbe stata addirittura quasi amichevole.

«Sì, mi chiamo Shannon» mi presentai accennando un sorriso.
«Non sei di Seattle, vero?»
«Londra. Sono qui da poco in realtà...»
«Ho capito subito che fossi inglese, dal tuo accento... Sono stata a Londra due anni fa, per Natale. Mi è piaciuta molto. Non ti manca?» domandò con occhi sognanti.

Best Mistake «Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora