Best Mistake «

48 🌙

Nel video: la canzone che canta Adrian.
Dangerously di Charlie Puth 😭❤
(Piccolo spoiler)

In quanti di voi la conoscono questa canzone? Sono curiosa! Io la amo!

«Dici che dovremmo aspettarlo?» mi domandò guardandomi.
«No, Lola lo perdonerà» gli assicurai convinta. Era troppo innamorata di lui per non perdonarlo, erano entrambi ubriachi. Il suo sogno stava per realizzarsi e sperai vivamente che nessuno dei due creasse un altro casino.

«Andiamo da me».
«Non era una domanda...» gli feci notare incrociando le braccia al petto.
«Infatti non lo era, ho detto che andiamo da me» mi fece l'occhiolino.

Lo guardai e alzai gli occhi al cielo senza riuscire a trattenere un sorriso. Nell'ultimo periodo quando Adrian ed io stavamo insieme avevo sempre il sorriso sul viso e mi sembrava sempre troppo bello per essere vero. Così bello che avevo paura che accadesse nuovamente qualcosa in grado di separarci come due continenti. Dovevo parlare con lui al più presto di noi, sempre che ci fosse veramente un noi. Ormai avevamo fatto il passo più lungo della gamba, avevamo superato la linea di non ritorno e per quanto mi rincresceva pensarlo, se fra noi fosse andata male non pensavo che avremmo mai potuto tornare ad essere quegli amici che in fondo non eravamo mai stati.

«Non scendi?» mi richiamò facendomi tornare con i piedi per terra. Mi guardai attorno e non mi ero nemmeno resa conto che fossimo già arrivati a casa sua.

Mi affrettai a scendere dalla sua auto e a seguirlo dentro casa. L'odore di fiori mi investì non appena varcai la soglia e immaginai che lui non lo sentisse nemmeno più essendoci abituato. Mi piaceva l'odore che aveva casa sua, mi metteva a mio agio. Lo vidi seduto al bancone della cucina e quando mi fece cenno di raggiungerlo capii che fosse arrivato il momento di parlargli.

«Hai fame?» mi domandò indicandomi la dispensa.
«No. In realtà... vorrei parlarti» gli confessai deglutendo. Non sapevo nemmeno come avessi fatto, dato che tutto d'un tratto mi ritrovai con la gola secca.
«Di cosa?»
«Di... di noi» ammisi abbassando il viso.
Mi sentii imbarazzata ma ormai avevo già fatto la mia mossa e non potevo più fare finta di niente.
«Di noi?» replicò stupito con la fronte corrugata.
«Sì, di noi» annuii mordendomi il labbro dal nervosismo.
«Non c'è nessun noi» borbottò frettolosamente. «Ti accompagno a casa» annunciò alzandosi velocemente dallo sgabello su cui era seduto.
Eh no!

Lo trattenni per un braccio e lo costrinsi a guardarmi.
«No che non mi accompagni. Non me ne vado Adrian, non questa volta» dissi irremovibile. Lo vidi abbassare il viso e sospirare. Mi alzai in piedi e mi avvicinai a lui, l'espressione che aveva il suo viso sembrava dolorante, quasi come se gli avessero appena dato un pugno allo stomaco.
«Ti prego, devi andartene Shannon...» mi disse senza degnarmi di uno sguardo, ma sapevo che non era ciò che voleva veramente.
«Ti ho già detto che non me ne vado questa volta. So che ci tieni a me» azzardai.
«Non è vero. Ci siamo solo divertiti...» mentì spudoratamente.
«No, so che stai dicendo queste cose solo per ferirmi e mandarmi via come hai sempre fatto, ma non ci casco più. Non voglio allontanarmi da te...» gli dissi prendendogli il viso fra le mani per guardarlo negli occhi.
Volevo che lui sentisse quanto le mie parole fossero vere, volevo che leggesse l'emozione che c'era nei miei mentre glielo dicevo.
«Ti farei solamente del male...» sospirò passandomi il pollice sulle labbra.
«Può capitare, ma potrebbe ugualmente funzionare...» gli sorrisi lievemente.
«Non mi fido di nessuno, Shannon. Io non sono per te... sono rotto da tempo» mi confessò ed i suoi occhi si riempirono di tristezza.

Tutto quello che aveva dentro non stava facendo altro che rovinarlo, il dolore lo aveva cambiato facendolo diventare una persona che in fondo non era. A volte si concedeva il lusso di essere se stesso davanti a me, quando scherzava e rideva spensierato... ma era tutta una questione di attimi ed io non volevo che lui fosse costretto ad essere così.