Le lezioni finirono e io non ero riuscita ad ascoltare una sola parola. Mi chiesi perché Adrian non fosse entrato a scuola quella mattina ed io ero sicurissima di averlo visto fuori prima delle lezioni.
Ci eravamo anche guardati.Pensai a quello, pensai alle sue parole e alle sue azioni nei miei confronti dal primo giorno che ci eravamo conosciuti. Percepivo che qualcosa fosse cambiato in me, e che stesse continuando a farlo, come se una molecola minuscola fosse entrata nel mio sistema e stesse continuando ad ingrandirsi ogni giorno che passava.
Sarebbe meglio che ammettessi a te stessa che io ti piaccio... mi aveva detto.
Forse aveva ragione, una parte di me era inevitabilmente attratta da lui, dalla bellezza dei suoi lineamenti che ai miei occhi erano perfetti.
C'era anche una parte che mi piaceva sul serio di lui, quella in cui lo avevo visto sorridere e aiutarmi, del sorriso spontaneo che mostrava raramente quando era felice per qualcosa... e anche della sua protettività a volte esagerata.
Ma lui non era solo questo... Adrian il più delle volte era volgare, era cattivo, presuntuoso, egoista e narcisista. Ti risucchiava tutte le energie facendoti impazzire, ti faceva incazzare da morire e quando eri arrivata al limite, come per magia, ti baciava così bene da lasciarti ancora più stordita. Ti chiedevi come fossi arrivata a quel punto, come fosse possibile che una persona potesse avere così tanti lati dentro di sé che vivevano in contrasto tra loro...
Una volta avevo letto che l'essere umano è sempre alla ricerca di nuovi stimoli perché della tranquillità ci si annoia dopo un po'... ma il problema delle emozioni forti è che durano poco. Forse lui non era qualcosa che sarebbe persistito nel tempo.Continuai a camminare verso casa con le cuffie nelle orecchie ascoltando un brano di Taylor Swift quando vidi una macchina nera passarmi di fianco per poi fermarsi sul ciglio della strada. I vetri oscurati non lasciavano trapelare chiunque ci fosse alla guida, ma io sapevo che fosse lui.
Lo avevo pensato ed era arrivato...Lo ignorai facendo finta di niente e continuai a camminare per la mia strada... finché non sentii il suono del finestrino che si abbassò.
«Dove stai andando?» mi urlò per farsi sentire.
Mi voltai di scatto e lo guardai male.
«Sto andando a casa». Tagliai corto, voltandomi.
«Sali, ti accompagno io».
«Non ce n'è bisogno, Adrian. Grazie lo stesso»
«Ho detto sali» ripeté serio. «Sta per iniziare a piovere, testona. Se non sali adesso giuro che me ne vado». Mi avvertì per l'ultima volta.Guardai il cielo plumbeo e notai che purtroppo avesse ragione. Sbuffai e mi avvicinai alla sua auto. Adrian mi aprì la portiera da dentro e io salii in macchina. Incrociai le braccia al petto e lo guardai storto.
«Mi obblighi a salire sulla tua auto e poi nemmeno mi parli? Come siamo educati» dissi sarcastica.
Adrian continuò a guidare senza darmi importanza e io mi presi del tempo per studiarlo un po' visto che non lo avevo visto quella mattina. Stava molto bene, indossava un paio di jeans chiari ed una maglia bianca a mezze maniche. Sul viso teneva ancora un paio di occhiali da sole che non gli servivano a niente. I suoi capelli erano un po' spettinati per il vento e gli conferivano un'aria più sexy del solito...«La vuoi finire di fissarmi?»
«Non ti stavo fissando.» Mentii spudoratamente.
Ormai avrei potuto anche sapere quanti punti neri avesse sul naso.
«Certo, farò finta di crederci». Scosse la testa e non riuscì a trattenere un piccolo sorriso.
«Perché non sei entrato oggi?» gli chiesi non riuscendo a trattenermi. La curiosità era troppa.
«Hai sentito la mia mancanza?» mi prese in giro e assottigliai gli occhi.
«No. Era solo curiosità, e comunque togliti quegli occhiali che non ti servono a un bel niente». Alzai gli occhi al cielo e lo feci ridere.
«Non mi andava di venire a lezione stamattina. Non c'è nulla di interessante a scuola.»
Scossi la testa e rimasi in silenzio.«Sei arrivata, Shannon.» Mi comunicò dopo poco. Alzai lo sguardo e mi ritrovai a casa di Adrian. Precisamente nel suo vialetto.
«Perché siamo qui?» Gli chiesi voltandomi verso di lui.
«Perché mi andava. Devo fare una cosa.» Disse vago.
«Ti aspetto in macchina allora»
«No, col cazzo che stai sulla mia macchina senza di me»
«Non devo mica romperla!»
«Non si sa mai. Non mi fido di voi ragazze. Scendi Shannon, ora» ordinò serio.Alzai gli occhi al cielo per l'ennesima volta e feci come disse, dopo tutto non potevo oppormi.
Poco dopo mi ritrovai seduta su una sedia in camera sua mentre lui aveva deciso di fare una doccia veloce. La sua camera era davvero bella...
Il letto matrimoniale era posto al centro della stanza, contro al muro. Le lenzuola grigie gli donavano un'aria asettica e poco personale, ma in fondo era di lui che stavamo parlando.
Notai anche che ci fossero stati almeno otto cuscini su quel letto...
Ai lati due comodini scuri, quasi neri. Al di sopra di uno di questi, trovai una bottiglia d'acqua mezza piena e il cavo del caricatore dell'iPhone di Adrian. Sulla parte destra della stanza si trovava una scrivania lucida e grigia con sopra diversi libri di scuola, riconobbi quello di scienze aperto e sorrisi: Adrian stava forse studiando per la verifica di dopodomani?Di fronte al letto, attaccato alla parte opposta del muro, c'era un armadio enorme... ma proprio enorme. Nemmeno io ne avevo uno così grande, e io ero comunque una donna!
Avrei voluto aprirlo per sentire l'odore dei suoi vestiti...«Hey...» mormorò Adrian dall'altra parte della stanza, distogliendomi da qualsiasi strana cosa stessi pensando.
Mi voltai verso di lui e rimasi incantata. Indossava solamente un asciugamano bianco attorno al bacino e le goccioline d'acqua scivolavano sul suo corpo. L'addome contratto, il petto, i muscoli delle sue braccia, la linea a V marcata... oh mio Dio.
Pensavo si fosse già vestito, invece le mie guance andarono a fuoco.«Ti godi lo spettacolo?»
«Non sei un gran bello spettacolo, ho visto di meglio.» Mentii spudoratamente.Lui fece un sorrisetto e scosse la testa, ma qualcosa mi disse che non credeva ad una parola di quello che avevo detto.
«E quando avresti visto uno spettacolo migliore di questo?» Mi sfidò, avanzando verso di me.
«Non sono affari tuoi.» esalai nel panico.
Iniziai a sentire la tachicardia. Ormai era vicino e mi sembrò quasi che la sedia su cui ero seduta stava iniziando a tremare.
O forse ero solo io...Il peggio arrivò poco dopo, quando mise una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio ed il suo tocco bruciò sulla mia pelle per l'ennesima volta.
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Best Mistake «
Romance(COMPLETA) #1 on Wattpad 💎 Shannon Ladey non si aspettava di incappare proprio in lui: Adrian. All'apparenza il classico stronzo pieno di sè, il tipico bad boy che ti fa perdere la testa con il suo caratteraccio. Lui ha dei segreti, e li tiene nasc...