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Sorrisi trovandomi davanti due occhi che mi erano mancati. Josef era esattamente come lo ricordavo, con l'unica differenza che aveva lasciato crescere di poco la barba sembrando più uomo.

«Ovvio. Hai visto che abbronzatura?» gli feci l'occhiolino mostrandogli il mio braccio scoperto.

Rise e venne ad abbracciarmi forte.

«Sono felice di vederti! Come è andato il viaggio? Quando sei arrivata?»

«Una settimana fa, sono stata da mia madre e ieri sono arrivata qui.» Gli spiegai.

Josef era l'unico con cui avevo mantenuto i contatti. Era stato presente quando presi l'aereo per Londra e quando arrivai lì da sola. Ci sentivamo ogni tanto, praticamente ogni volta in cui lo studio e il lavoro non occupavano tutto il mio tempo. Gli volevo bene, ma avevamo stipulato un patto: avremmo potuto parlare di tutto, tranne che del resto del gruppo e della questione AdrianLola.

«Hai già preso gli orari?»

«Nuovi di pacca!» gli mostrai i fogli che avevo appena ritirato in segreteria.

«Abbiamo letteratura insieme domani.» Mi avvisò. «Comunque... siamo in piedi in mezzo a questo prato. Perché non andiamo a prendere un caffè? Così ti mostro dove si trova la caffetteria.» Alzò le spalle.


«Nessuno di interessante a Londra?»

«Diciamo che trovarmi un ragazzo non era nelle mie priorità. Come ben sai ero super impegnata con i corsi extra e con il lavoro in libreria.» Gli ricordai, prima di bere un sorso del mio caffè.

«Shannon... so che non vuoi parlarne, ma sono passati due anni e-»

«No, Josef. Per favore, non voglio parlare di questo. Sto cercando di rimuoverlo. È già tanto sapere che Adrian si trovi proprio qui.» Ammisi guardandomi attorno. Josef mi guardò dispiaciuto, sapeva esattamente come mi sentissi. Lola era la sua ragazza.

«Hai paura di incontrarlo?»

Avevo paura?
Sì.
Tremendamente.

«Sì.» Confessai con noncuranza.
Non avevo paura di lui, non ne avevo mai avuta. Avevo paura di cosa avrebbe potuto suscitare in me rivederlo dopo due anni. Paura di stare male, di cadere nuovamente in quel limbo di dolore e speranze andate in frantumi.

«Capisco...» sospirò passandosi una mano fra i capelli.

«E tu, invece? Hai qualche ragazza che ti gira attorno?»

«Davvero?» inarcò un sopracciglio ed io lo guardai male. «Okay... c'era una ragazza che trovavo carina, ma era abbastanza indecisa. Ho lasciato perdere, se mi vuole sa dove trovarmi.» Mi spiegò brevemente.

Aveva un espressione strana in viso, dalle sue parole dedussi anche che con Lola era finita per sempre dopo il fattaccio.

«Quindi con Lola è finita per sempre?» gli domandai, pentendomene subito dopo. «A proposito, vorrei parlare con lei di quello che è successo due anni fa. Mi sento in colpa, non le ho mai dato la possibilità di potersi spiegare. Sai dove la posso trovare?» Aggiunsi tentando di sviare il discorso relazioni.

Forse non era giusto chiedere di lei proprio a Josef, ma come avrei fatto a trovarla se parlavo solo con lui?
Non avevo scelta. Una volta che avrei parlato con lei avrei chiuso definitivamente tutta la storia. Dopo due anni era ora di chiudere e andare avanti. Anche se ciò implicava che avrei continuato il mio percorso da sola così come lo avevo iniziato.

Aspettai una risposta da parte di Josef, invece lui se ne stava lì a fissarmi come se avesse appena visto un fantasma.

«Shannon, ma tu non sai proprio niente?» mi domandò a bassa voce. Io scossi la testa. Che cosa avrei dovuto sapere? Ero stata a Londra per due anni!

«No. Senti, capisco che ti faccia male parlarne e mi dispiace. Voglio solo sapere dove posso trovarla, poi ti prometto che non ti chiederò più di lei.» Gli promisi.

«Shannon, lei non è qui. È-»

«Non è in questa università? Pensavo di sì. Non pensavo che avrebbe cambiato idea...» sussurrai confusa. «Quale università ha scelto?»

«Non è questo il punto! Shannon, lei non è qui e da nessun'altra parte. Lola è morta.» Disse piano, con lo sguardo perso nel vuoto.
Rimasi scioccata, tentando di capire se stesse scherzando o meno.

«Non è vero...» lo guardai male.

«Un incidente d'auto. Un anno fa.» Mi confermò e si affrettò ad asciugare una lacrima.

Lola è morta.
Lola è morta.
Lola è morta.

Lola era morta, eppure io riuscivo a sentire ancora le sue risate dentro alla mia testa. Il modo in cui saltellava come una bambina quando era felice, oppure quando sbatteva i piedi a terra se c'era qualcosa che non le andava bene. Ogni momento passato con lei mi passò davanti agli occhi come un film. Rividi anche lei e Adrian insieme in quella camera, ma non mi fece più così male quanto la notizia della sua morte.

Non poteva essere morta. Non proprio quando mi ero decisa a parlarle una volta per tutte.

Sentii due braccia calde stringermi e nemmeno mi accorsi di star piangendo. Il profumo di Josef mi colpì le narici come uno schiaffo, mentre ero impegnata ad imbrattargli la maglietta di lacrime. Mi lasciò sfogare finché non piansi tutte le mie lacrime, e poi si offrì di accompagnarmi a casa.

***

«Mi sembra così surreale...» gli confessai stringendomi di più nel plaid. Sentivo freddo anche se in realtà eravamo a fine estate.

Eravamo entrambi seduti sul divano di casa mia. Josef aveva una tazza in mano e mi ascoltava.

«Lo so, anche per me è lo stesso. Diciamo che ci ho fatto l'abitudine adesso, anche se molto spesso mi capita di comporre il suo numero inconsapevolmente.» Mi confidò con un sorriso amaro.

Forse non ero ancora pronta a sapere di più, o forse non era nemmeno il momento giusto... ma qualcosa dentro di me mi disse che era arrivata l'ora di sapere come andarono veramente le cose. Non ero più a Londra, ero tornata in America dove avevo interrotto la mia vita due anni prima. Se volevo ricominciare da capo, dovevo sapere la verità.

«Cos'è successo quando me ne sono andata?» mi decisi a domandargli.

«Dopo che te ne sei andata Adrian era distrutto. Lola ed io ci eravamo chiariti e avevamo ricominciato a frequentarci, volevo andarci piano. Poi l'estate passò e ci trovammo tutti qui.» Mi spiegò brevemente, avvicinandosi a me.

Avevo la testa abbassata, ero in procinto di piangere un'altra volta. Ne sentivo il bisogno. Josef mi alzò il mento e mi guardò negli occhi con un sorriso triste.

«Tu... me la ricordi così tanto...» sussurrò avvicinandosi al mio viso.

Ero immobile, sentivo il suo fiato caldo sulle labbra, eppure non mi mossi.

Le sue labbra toccarono le mie, lentamente, come a chiedermi il permesso. In quel momento trovai confortante la sua presenza, il suo odore era così familiare che mi sentii come se non me ne fossi mai andata.

Spazio autrice:

Lola è morta. Sì...
Vi dispiace?

Josef e Shannon si sono baciati...
Josef e Shannon.

Cosa succederà?
A voi le teorie!

Best Mistake «Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora