Durante tutto questo tempo avevo pensato che Adrian non sapesse che io fossi qui, invece sapeva tutto fin dal principio. Josef gli aveva fatto la spia.
Che stupida, avrei dovuto immaginarlo!«Quindi mi pedinavi?»
«No, che non ti pedinavo. Andavo a prendermi il caffè e tu eri puntualmente sempre lì. Troppo impegnata a fare altro per notarmi.» Replicò quasi infastidito.
Aveva davvero il coraggio di essere infastidito? Lui?
«Senti, ti ringrazio per avermi aiutata al bar e per... questo.» Indicai il tavolo imbandito di cartacce e confezioni ormai vuote. «Ma se non fosse successo nulla in quel bar, non ci saremmo mai parlati.» Dissi duramente, guardandolo negli occhi.
«A chi stai mentendo, a me o a te stessa?»
Mi accusò battendo un pugno sul tavolo. Sussultai ma non glieli feci notare, non avevo paura di lui.«Mentendo? Lo sai cosa ho giurato a me stessa quella notte in cui hai baciato Lola? Che per me eri morto.» Ammisi.
I nostri occhi si guardavano, ma questa volta avevo la consapevolezza che non sarebbe stato lui ad uccidermi: lo avrei fatto io.
«Ma io non sono morto, sono davanti a te.» Disse sicuro prendendo la mia mano nella sua. Cercai di divincolarmi ma la sua stretta me lo impediva.
«Lo so... ma non dovresti essere qui.»
«Lo so, ma non posso farne a meno...»
Si avvicinò al mio viso e passò il pollice vicino alle mie labbra. Ero sporca di ketchup, dopo avermi pulita si portò il dito alle labbra e lo succhiò. Rimasi incantata da quel gesto.Ci guardavamo, ognuno con i propri pensieri nella testa, e qualcosa mi suggerì che fossero gli stessi.
«Al diavolo!» esclamò prima di tirarmi verso di sé e di fiondarsi ferocemente sulle mie labbra.
Non opposi resistenza, non ci riuscii.
Adrian non era delicato, era famelico. Mentre lui mi trasmetteva tutta la sua angoscia io gli stavo buttando addosso tutta la rabbia che covavo nei suoi confronti. Non c'era bisogno di parole. I nostri gesti bastavano. Eravamo come un fiume in piena, mentre abbattevamo gli argini che avevano soppresso i nostri sentimenti. Tutto ciò che credevo di aver dimenticato era uscito fuori, dandomi l'ennesimo schiaffo in volto, ma facendomi sentire nuovamente viva, seppure ardente di rabbia.Si alzò dalla sedia facendola cadere a terra, mi prese in braccio e mi sbattè contro la prima parete che trovò. La schiena doleva lievemente ma non ci feci nemmeno caso. Avevo il mio ossigeno ora. Gli morsi forte il labbro e vagai con le mani sotto alla sua maglietta per graffiargli forte la schiena. Adrian gemette di dolore, ma non aveva nessuna intenzione di staccarsi dalle mie labbra.
«Fammi del male, graffiami, picchiami... ma per favore, non andartene ancora via da me.» Mi supplicò prima di scendere a baciarmi il collo.
Il mio cuore batteva come una volta, era come se non me ne fossi mai andata. Il corpo di Adrian era caldo contro al mio, familiare e profumato.
Per la prima volta nella mia vita avevo paura di me stessa e di cosa avrei potuto fare. Invidiai quelle ragazze che riuscivano a fare sesso con un ragazzo solo per il loro piacere, senza sentimenti. Io non ci riuscivo. Mi ripetei mentalmente che non sarebbe cambiato niente se ci fossi andata a letto, ma nel mio cuore sapevo che sarebbe stata la fine per me. Questa volta veramente. Ci sarei ricascata un'altra volta.Adrian provò a levarmi la maglietta ma lo fermai.
«Adrian, no. Non possiamo.» sussurrai fermandolo. aggiustandomi la maglietta.
«Per quale motivo? Siamo stati lontani per due anni!» agitò le braccia in aria.
«Ma ti senti quando parli? Mi hai tradita due anni fa!» ribattei scioccata.
Davvero credeva di cavarsela così? Pensava davvero che le cose sarebbero tornate come prima?
«Era stata Lola a baciarmi!» urlò provando a prendere nuovamente la mia mano. Io glielo impedii.
«Ma tu ci sei stato!» sbottai.
Era inutile che provava ad arrampicarsi sugli specchi, avrebbe potuto dire ciò che voleva ormai, Lola era morta e non avrebbe potuto raccontare la sua versione.
Mi resi conto che in circostanze diverse, mi avrebbe fatto piacere avere ancora Lola, avevo bisogno di un'amica in quel momento.«Ero arrabbiato e confuso! Mi avevi appena detto che te ne saresti andata per due anni! Mi stavi lasciando, Shannon!» diede un pugno al muro, di fianco alla mia testa.
«Allora hai pensato bene di tradirmi con la mia migliore amica, nonchè ragazza del tuo migliore amico.» Gli feci un applauso annuendo con la testa.
«Volevo farti soffrire come tu avevi fatto con me.» Disse semplicemente.
Sbattei le palpebre più volte.
Non lo aveva detto sul serio.Tutto questo era un gioco per lui.
Allora era così che la pensava: occhio per occhio. Ma non aveva ugualmente senso, io non avevo intenzione di ferirlo.«Infatti ci sei riuscito, bravo.» Gli dissi sinceramente. Ormai ero stufa di fare la parte della menefreghista. «Ho passato due anni senza di te e come puoi ben vedere sono sopravvissuta.»
Il mio corpo non sopportava più tutto il dolore e il nervosismo che mi causava il mondo attorno a me. Dovevo togliere dalla mia vita le persone che mi intossicavano l'anima.«Per favore, vattene.» Sentenziai indicandogli la porta d'entrata.
«Sul serio, Shannon?» spalancò gli occhi.
«Vattene, Adrian.» Ripetei senza guardarlo.
Diede un altro pugno al muro e mi guardò come per avere l'ennesima conferma del mio volere. Ma io volevo che se ne andasse. Che sparisse dalla mia vita una volta per tutte. Non riuscivo a perdonarlo ed evidentemente lui non era in grado di farsi perdonare. Non ci eravamo mai detti "ti amo" e non avevamo mai dato un nome alla nostra relazione intima.
Io volevo di più, non ero più una ragazzina del liceo alle prime armi con i ragazzi. Volevo di più, ma sapevo fin troppo bene che Adrian non avrebbe mai lottato per avermi indietro.«Perfetto, me ne vado allora. Troverò qualcun'altra in grado di soddisfare le mie voglie. Esattamente come ho fatto per tutti questi anni.» Sorrise malignamente vicino al mio viso, in segno di sfida.
«Sei venuto quì perché pensavi che sarei venuta a letto con te?!» sbottai infuriata, spingendolo indietro.
«Be', sì. Hai ancora un bel corpo e sei carina.» Disse con un'alzata di spalle. «Ma non la migliore. Ho visto di meglio in giro per il campus. Buonanotte, Shannon!» disse prima di uscire dalla porta e sbatterla dietro di sè.
Rimasi a fissare la porta per qualche minuto, incredula su ciò che aveva detto Adrian.
«Quella sera ero venuta a quella stupida festa per dirti che non sarei andata a Londra per stare con te...» sussurrai a bassa voce, accasciandomi contro al muro dove ci eravamo baciati poco prima. Ma ormai non poteva sentirmi. Se ne era andato.
Spazio autrice:
So che siamo solamente al sesto capitolo, ma mi farebbe davvero piacere sapere se vi piace il sequel finora!

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Best Mistake «
Romance(COMPLETA) #1 on Wattpad 💎 Shannon Ladey non si aspettava di incappare proprio in lui: Adrian. All'apparenza il classico stronzo pieno di sè, il tipico bad boy che ti fa perdere la testa con il suo caratteraccio. Lui ha dei segreti, e li tiene nasc...