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Leggete la nota a fine capitolo, grazie!💖

Era da un po' che Adrian continuava a guidare, aveva imboccato una strada secondaria e la città si allontanava sempre di più. Non avevo proprio idea di dove mi stesse portando... ma mi pentii per il fatto che avessi indossato una camicia pesante quella mattina. Il sole iniziava a bruciare durante le ore più calde del giorno e provai ad arrotolare un po' le maniche.

«Perché non ti togli quella camicia? Ha l'aria di tenere molto caldo, oltre che ad essere palesemente macchiata di caffè» mi fece notare Adrian come se mi avesse letto nel pensiero.
Guardai la macchia di caffè e feci una smorfia al ricordo di Brianna, in effetti aveva ragione.

«Non voglio stare con la canottiera» gli spiegai alzando le spalle.
«E quindi? Non sei mica nuda... anche se non mi dispiacerebbe».
Lo disse semplicemente, lanciandomi qualche occhiata di tanto in tanto mentre continuava a tenere gli occhi puntati sulla strada.

Sorrisi e decisi di ascoltarlo. Sbottonai ogni bottone fino a sfilarmela completamente.
Inutile dire che mi sentii subito meglio senza quella addosso.

«Stai molto meglio così» mi assicurò ghignando.

Lo guardai e sbuffai. Adrian faceva sempre allusioni sessuali in qualsiasi contesto. Rimanemmo in silenzio durante tutto il resto del tragitto finché la macchina non si fermò.
Mi guardai attorno e notai che fossimo in campagna. Avevo notato i campi che si stagliavano lungo i lati al di là della strada, ma pensavo che avesse solamente preso una piccola scorciatoia.

Adrian scese dall'auto e io mi affrettai a fare lo stesso. Non faceva caldo come in città, l'aria fresca accarezzava dolcemente le mie braccia scoperte ed il mio viso. Sorrisi spontaneamente e mi voltai verso di lui, che era già intento a guardarmi.

«Sei bella quando sorridi...» sussurrò serio continuando a fissarmi.
Quelle parole mi scaldarono il cuore.
Gli sorrisi ancora e lo ringraziai timidamente.

«Perché siamo qui?» gli domandai poi.
Adrian sorrise e si passò una mano fra i capelli un po' scompigliati dal vento. «Lo scoprirai...» disse vagamente.

Iniziò a camminare ed io lo seguii confusa. Imboccammo una strada ricoperta di ghiaia e continuammo a camminare per un po'.
Intorno a noi non c'era proprio niente, apparte gli alberi, alberi, e alberi... e qualche terreno.

«Manca ancora molto?» gli domandai sbuffando e facendolo ridere.
«Deduco che camminare non sia il tuo forte».
«Perspicace» gli sorrisi.
«Non manca molto, solo... un paio di minuti Shannon» mi assicurò.

Dopo un paio di minuti ci ritrovammo davanti ad una struttura che prima non avevo notato. Aveva tutta l'aria di essere essere abbandonata da chissà quanto tempo e un po' mi diede i brividi. Per non parlare di cosa avrebbe potuto esserci dentro... odiavo i ragni e tutti gli insetti. Era più forte di me.

«Bello eh?» mi disse Adrian guardandosi attorno con un gran sorriso sulla faccia.
Bello? Bello? Ha seriamente detto che questo vecchio casolare è bello?

«Sinceramente non è che mi ispiri molto...» ammisi guardandolo con un sopracciglio inarcato. Mi sforzai di trattenere una smorfia per educazione, ma era più forte di me.

«Come sei superficiale Shannon».
Superficiale? Superficiale io?
«Ah sì? Superficiale? E su cosa ti sei basato per dirlo?» gli chiesi visibilmente infastidita. Incrociai le braccia al petto mentre aspettai una sua risposta. Se mi aveva portata in quel posto per litigare allora sarebbe stato meglio che me ne fossi tornata a casa.
«Nel senso che non guardi le cose dalla giusta prospettiva» disse semplicemente.
«Ah sì, certo. Alberi, campi, un vecchio casolare pieno di ragnatele ed erba ovunque. Come ho fatto a non pensarci prima?» elencai ironica prima di girarmi su me stessa con le braccia spalancate.
Adrian mi guardò per un po' prima di scuotere la testa e passarsi una mano fra i capelli.
«Vieni con me» mi ordinò voltandosi ed io lo seguii, nonostante non ne avessi voglia.

Girammo attorno al vecchio casolare finché non ci trovammo dall'altra parte. Notai che fosse abbastanza alto e attaccata alla parete si trovava una specie di scala arrugginita.
Guardai Adrian con gli occhi spalancati e sperai che non fosse quello che pensavo...

«Avanti» disse indicando la scala.
«Neanche per sogno! Sei impazzito per caso?!»
«Avanti sali, ti sto dietro. È bellissimo una volta saliti» mi disse provando a rassicurarmi.
«No. No, no e no» sentenziai convinta incrociando le braccia al petto.
«Hai paura?» mi chiese divertito.
«Sì, questo... coso potrebbe crollare. Non è sicuro».
Lo fulminai con lo sguardo e in tutta risposta si mise a ridere di nuovo.
«E va bene, ci andrò da solo come sempre».

Mi sarei potuta aspettare di tutto da Adrian, veramente di tutto... ma che volesse salire e che volesse far salire anche me sopra al tetto di questo casolare in decadenza, no.
Persa nei miei pensieri, quasi non mi accorsi che fosse sparito. Mi girai e mi rigirai ma di lui non c'era traccia.

«Sono qui!» mi urlò dall'alto e di scatto alzai il viso verso la sua direzione.
Adrian se ne stava in piedi sul tetto con un sorriso strafottente in faccia.
«Non avrai mica intenzione di restare lì? È pericoloso!» gli urlai preoccupata.

Quel posto avrebbe potrebbe crollare da un momento all'altro, che razza di idiota avrebbe voluto salirci?

«Ci sono sempre venuto e sono ancora vivo. Se tu sei una cagasotto non è di certo mia la colpa!» urlò di rimando.
«Io non sono una cagasotto!» ribattei prontamente, offesa dalle sue parole.
Non ero una cagasotto.
«E allora sali. Come puoi vedere sono ancora tutto intero, puoi venire a verificare se vuoi!» mi prese in giro.

Non mi piaceva che Adrian mi desse della fifona. Okay, forse avevo un po' paura delle altezze, ma lui non doveva per forza saperlo. Sbuffai e alla fine decisi di raggiungerlo, sperando di non morire.
Per fortuna avevo lasciato tutta la mia roba sulla sua macchina, sennò chissà come avrei fatto a salire lassù.

Presi un respiro profondo prima di iniziare ad arrampicarmi sulla scala arrugginita. Mi diedi mentalmente della stupida ad ogni gradino che salivo, non solo era pericoloso ciò che stavo facendo, ma la scala era anche ripida. Quando me ne accorsi era già troppo tardi, persa nei miei pensieri non mi ero nemmeno resa conto di essermi ritrovata faccia a faccia con lui.

Mi sorrise compiaciuto e mi diede una mano a salire sul tetto, staccandomi dalla scala. Appena mi guardai attorno rimasi stupefatta: Adrian aveva ragione, era bellissimo.
Vidi la stradina che avevamo imboccato poco prima e sembrava così piccola... gli alberi e i terreni, notai perfino un piccolo laghetto in lontananza, l'acqua era limpida e attorno ad esso c'erano tantissimi fiori colorati. Ma ciò che mi colpì di più forse era la tranquillità che mi stava trasmettendo quel posto.

«Ne è valsa la pena?» mi chiese affiancandomi.
«Forse» risi scherzando.

Guardai il ragazzo di fianco a me e studiai il suo sguardo meravigliato, nonostante fosse già stato lì altre volte. Il suo viso era rilassato e sereno, il contrario di come ero abituata a vederlo di solito.

Il tetto era praticamente inesistente, non c'erano tegole di nessun tipo. Sembrava più una distesa fatta in cemento. Mi piaceva il panorama che vedevo e, mi piaceva ancora di più la compagnia di Adrian. Pensai che forse sarei potuta andare in qualsiasi posto insieme a lui.



 Pensai che forse sarei potuta andare in qualsiasi posto insieme a lui

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Ho una domanda per voi! ⬇️

Perché Adrian ha portato Shannon in questo posto?

A) per ucciderla e poi sotterrare il suo cadavere.

B) perché è un posto speciale.

C) perché gli andava.

Il vincitore riceverà a casa un biglietto vincente della lotteria che gli cambierà la vita! GARANTITO 😉😂

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