21 🌙

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Martedì mattina, dopo un pianto che mi sembrò incessante ma allo stesso tempo liberatorio, mi sentivo sicura di me stessa, anche se la delusione e la rabbia nei confronti di Adrian non erano ancora passate.

Mi diedi un'altra passata di rimmel mentre mi trovavo nel bagno delle ragazze, prima di uscire fuori a fumare. Quella mattina avevo dovuto truccarmi più del solito per non dare l'impressione di essere una che aveva passato gran parte della notte in bianco.

«Hey Shannon!»
Sentii chiamarmi da dietro e mi voltai.
Era Zayn, avevamo qualche lezione insieme durante la settimana.
«Ciao Zayn, come va?» gli chiesi sorridendogli.
«Direi bene. E tu?»
Ricambiò il sorriso. I suoi denti erano perfettamente bianchi e allineati.
Un sorriso bellissimo.
«Sto bene» dissi semplicemente.
«Mi chiedevo se volessi venire a prendere un gelato con me, oggi pomeriggio» propose appoggiandosi all'armadietto.

Lo guardai bene, i capelli neri erano tirati indietro, gli occhi color del caramello e la pelle olivastra. Aveva tantissimi tatuaggi ed era vestito quasi interamente di nero, se non fosse stato per una camicia a quadri rossa e nera che intravidi al di sotto della giacca di pelle.
Zayn era un bel ragazzo ed era sempre stato educato con me...
«Perché no?»
Lui si aprì in un bellissimo sorriso.
«Allora ci vediamo oggi alle tre?»
«Certo» mormorai un po' nervosa.
«Questo è il mio numero, mandami l'indirizzo così ti passo a prendere...» mi lasciò un bigliettino spiegazzato e mi fece l'occhiolino prima di andarsene.

Scossi la testa e sorrisi tenendo quel piccolo pezzo di carta in mano.
Avevo un appuntamento con Zayn?
Sì, avevo un appuntamento con Zayn.
Alla faccia tua, Adrian!

Ero certa che fosse un bravo ragazzo, di sicuro mi avrebbe trattata meglio di quanto avesse fatto Adrian. Quando pensai a lui mi si strinse il cuore... e quasi mi sentii in colpa per aver accettato di uscire con Zayn.
Scacciai immediatamente quei pensieri:
avrei fatto più che bene ad uscire con Zayn, Adrian mi aveva solamente usata.
Uscii in cortile ed accesi una sigaretta. Lola camminò verso di me e mi si buttò addosso stritolandomi con uno dei suoi soliti abbracci appiccicosi.

«Come mai quel sorriso?» mi domandò alzando un sopracciglio.
«Zayn mi ha chiesto di uscire insieme» alzai le spalle, lasciandola di sasso.
Lola si portò le mani alla bocca.
«Oh. Mio. Dio. Ma è proprio... quello Zayn?» mi domandò stupita.
«Sì, lui» ridacchiai.
«È uno dei ragazzi più carini della scuola! Quanto ti invidio...» piagnucolò. «Sono davvero felice per te» aggiunse poi sorridendo.
«Anche io, usciamo oggi. Andiamo a prendere un gelato insieme» le spiegai per precisare che non fosse niente di così importante.
Non mi ha mica messo un anello al dito!
«Lui ti piace?» mi domandò curiosa.

Se mi piaceva Zayn?
La risposta non avrebbe potuto che essere un no, ma era solo perché ancora non lo conoscevo bene.
«Uhm... lui è un bel ragazzo» dissi alzando le spalle.
«Lo è...» confermò lanciandomi un occhiata maliziosa. Lola sembrava davvero felice per me e per la mia uscita con Zayn di quel pomeriggio, e immediatamente mi ricordai del campeggio.
«Non ne abbiamo più parlato ma... è successo qualcosa fra te e Josef, venerdì notte?» le domandai curiosa.
La mia amica mi guardò e sospirò abbassando la testa.
«Niente, apparte il fatto che abbiamo dormito abbracciati...» mi confessò con aria affranta.
«E lo dici così?!» esclamai. «È un passo avanti!»
«No She, noi avevamo già dormito insieme un paio di volte. Sarei stata felice se solo lui non mi vedesse come una sorella...».

Non sapendo cosa dirle, mi avvicinai a lei e la abbracciai per darle conforto. Era una situazione un po' complicata la loro ma allo stesso tempo sarebbe stato così semplice confessare i loro sentimenti... se potevo dare una mano lo avrei fatto: mi appuntai mentalmente che avrei parlato con Josef per ottenere qualche informazione in più.


Zayn era davanti a casa mia, bello come sempre. Non indossava gli stessi vestiti di quella mattina, si era cambiato e indossava una maglia grigia a maniche lunghe sotto alla giacca in pelle, ed un paio di jeans scuri.
Mi sorrise appena mi vide uscire dalla porta e mi venne incontro per darmi un bacio sulla guancia.
Arrossii e gli sorrisi timidamente.
È solo Zayn, perché sono così nervosa?

«Tieniti pronta, stai per mangiare il gelato più buono della tua vita!»
Zayn mi aprì la portiera della sua auto come un vero gentiluomo e non potei fare a meno di paragonarlo a Adrian, anche se era sbagliato.
Avrei dovuto scacciare quei pensieri inopportuni se volevo passare una bella giornata.

Zayn mi portò in una gelateria in uno dei migliori quartieri di Seattle e mi giurò che non c'era una gelateria migliore di quella. Io gli credetti, perché non avevo mai mangiato un gelato così buono.

Passammo del tempo a parlare del più e del meno. Mi chiese il motivo per la quale mi fossi trasferita da Londra e gli spiegai brevemente che mia madre aveva trovato un compagno qui a Seattle. Mi chiese anche di mio padre ma preferii non rispondergli: non volevo raccontare cose troppo personali ad una persona che non conoscevo.
E poi sinceramente parlando, come avrei potuto parlare a qualcuno di mio padre se nemmeno io avevo abbastanza informazioni sul suo conto?

Zayn mi raccontò che quella mattina a scuola, mentre stava andando in bagno era passato davanti alla sala professori e aveva visto che l'insegnante di matematica stava fumando dentro alla stanza. All'inizio non avevo capito molto bene dove l'aveva vista perché aveva usato un termine che non avevo mai sentito.

«Per noi americani, la sala professori si chiama teachers lounge.» mi spiegò divertito.
«Oh, noi la chiamiamo staff room» gli spiegai.
«Touchè, tu insegni qualcosa a me e io insegno qualcosa a te!»

Continuammo a parlare della scuola e dei professori, notai con piacere che anche lui piacesse il professore di fisica, mi disse che aveva un buon cuore e che cercava sempre di aiutare tutti. Io annuii in accordo. Zayn era davvero una persona intelligente e oltre ad essere carino, era anche gentile e simpatico.

«Mi sono divertito con te» mi disse appena mi lasciò fuori casa mia. Il cielo si era tinto di una tonalità di arancione molto calda ed era bellissimo. Non mi ero nemmeno resa conto di quanto fosse passato velocemente il tempo.
Avevo davvero bisogno di passare del tempo in compagnia, piuttosto che continuare a pensare ad Adrian e alla scena di lui con quella ragazza nel bagno.
«Lo stesso vale per me, grazie per il gelato e per la chiacchierata» gli dissi sinceramente.

Zayn si avvicinò a me, mi posò un bacio sulla guancia più lungo del solito e mi disse che ci saremmo visti l'indomani a scuola, prima di andarsene.

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