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Nella foto: Lola 💙

Una volta arrivata in camera mia, mi buttai sul letto a pancia in giù e lasciai sfogare tutta la mia rabbia con la faccia contro al cuscino. Piansi per un tempo che mi sembrò infinito mentre continuavo a ripetermi quanto fossi stata stupida a credere di potermi fidare di lui.

Una volta ritrovata la calma, mi asciugai le lacrime e decisi di fare mente locale sui miei pensieri. Dovevo ordinarli. Ne avevo bisogno.
Perché ho pianto?
Perché Adrian è uno stronzo.

Non potevo farci niente, non era nemmeno colpa sua perché non mi aveva obbligata a fare nulla. Ero stata io a volerlo tanto quanto lo voleva lui. Ero stata io la stupida, mi ero fidata di lui pensando di piacergli almeno un po', invece lui queste cose le fa con tutte.
Io non volevo essere una di quelle tutte, non volevo essere quel tipo di ragazza.
Ma quello che mi aveva fatto più male, però, era stato il modo in cui mi aveva trattata e la frase che aveva detto quando stavo scendendo dalla sua auto.
A quel punto mi domandai se non avesse pianificato tutto nei minimi dettagli...
Non era venuto a scuola, eppure si trovava sulla strada per andare a casa mia quando mi ha incontrata, non era una coincidenza: casa sua si trovava dalla parte totalmente opposta.
Adesso capisco che era tutto pianificato nei Non si trovava lì per caso: sapeva già cosa voleva e cosa sarebbe successo, la doccia era solo una scusa per farmi entrare nella tana del lupo... e come la fessa che ero, ci sono cascata a piedi pari, nella sua trappola.
Lui era sempre stato ben chiaro con me, tutte quelle frecciatine che mi aveva mandato... lui non aveva interesse ad essere mio amico, a lui interessava solamente portarmi a letto per aumentare il suo ego già smisurato.

Decisi di smetterla di rimuginarci su perché tanto non sarebbe servito a niente:
quello che era fatto, ormai era stato fatto.
Decisi anche che non avrei più provato ad essere amica di Adrian. Ogni volta che ci avevo provato mi ero sempre ritrovata ad avere troppi pensieri o a piangere.

***

«Hai delle occhiaie da paura, Shannon! Hai dormito?» mi domandò Lola mentre camminavamo in corridoio.
«Veramente non molto» ammisi prima di sbadigliare. Mi sentivo a pezzi, sia con il corpo che con la mente.
«È successo qualcosa? A me puoi dirlo, lo sai...» mi sorrise incoraggiandomi.
Sospirai. Lo sapevo che di Lola avrei potuto fidarmi, ma non me la sentivo di raccontarle cosa era successo ieri dopo scuola a casa di Adrian. Sarebbe stato troppo imbarazzante e poi lei era anche la sua di migliore amica!

«Non è successo niente. È che sono rimasta sveglia a leggere un libro e ho fatto molto tardi...» Le spiegai con la stessa identica scusa dell'ultima volta.
Ovviamente mentii spudoratamente.

Mi dispiaceva mentire a Lola, ma non vedevo cos'altro avrei dovuto fare.
Non mi andava proprio di raccontarle ciò che è successo, era stata la mia prima esperienza intima ed ero stata umiliata.
Perché alla fine la verità era quella.
Mi aveva umiliata.

«Questa sera usciamo insieme, c'è un locale qua vicino e di solito ci andiamo con i ragazzi!» mi disse alzando le spalle mentre finì di sistemare i libri nel suo armadietto.

Non avevo proprio voglia di uscire con loro se c'era anche Adrian. Mi sarei sentita a disagio e già il non averlo ancora incontrato era stata una grande fortuna.

«Non lo so, non mi va molto di uscire questa sera» replicai titubante.
«Shannon, sei uscita con noi solamente la sera che Josef ha dato la festa a casa sua! Devi venire. Ti prego...» si lamentò mettendo il broncio. Sembrava una bambina. Ma mi fece tenerezza. Un po' mi si scaldò il cuore al pensiero che Lola ci teneva davvero che io partecipassi alle uscite che organizzavano.

«Sai che Adrian non mi sta molto simpatico» mi azzardai a dire.
«Oh, ma lui non viene. Ce lo ha detto stamattina prima che arrivassi tu.» Alzò le spalle. «Oggi è parecchio strano quel ragazzo...» sospirò alzando gli occhi al cielo.
«Oh, uhm... capisco...» mormorai indifferente, anche se una parte di me avrebbe voluto sapere di più.
«Quindi questa sera puoi venire dato che Adrian non ci sarà!» esclamò battendo le mani.
Annuii e le sorrisi.
Shannon guarda il lato positivo: stasera ti divertirai invece che deprimerti nella tua stanza pensando ad Adrian, pensai.

***

Quando suonò la campanella dell'ultima ora, uscii con Lola in cortile e ci posizionammo davanti al cancello, il nostro posto ormai.
Mi portai una sigaretta alle labbra e feci per accenderla quando qualcuno me la sfilò: Josef.
Si portò la mia ex sigaretta alle labbra e la accese facendomi l'occhiolino.
Sbuffai e gli sorrisi tirandone fuori un'altra dal pacchetto che tenevo nello zaino.

«Quindi ci siete stasera?» ci domandò Josef guardandoci entrambe.
«Sì che ci siamo! A che ora andiamo li?» gli domandò Lola dopo aver fatto uscire il fumo dalle labbra.
«Per le dieci, magari?» optò lui guardandoci per chiedere una conferma.
«Per me va bene» alzai le spalle e Lola annuì.
«Perfetto. Ci vediamo li allora, ragazze» annunciò sorridendo prima di salutarci con un bacio sulla guancia.
Mi chiesi per l'ennesima volta come cavolo facesse ad essere amico di Adrian...

«Hey! Ma mi stai ascoltando?» mi sventolò una mano vicino al viso la mia amica.
«Uhm, cosa?» mormorai confusa.
«Credo che tu stia seriamente dormendo in piedi! Fatti una bella dormita oggi pomeriggio, Shannon. Questa sera ti voglio bella carica!» mi minacciò scherzosamente puntandomi il dito contro.
«Dormirò, altroché se dormirò...» le assicurai.

Mi guardai attorno e vidi Adrian in lontananza che stava venendo verso di noi. Il panico si impossessò subito di me.
Devo andarmene via subito!

E se Adrian lo avesse raccontato a qualcuno?
Se tutti già sapessero cosa abbiamo fatto nella sua camera?
Lo dirà a Lola? O a Josef?
Cosa penseranno di me?

«Ciao» disse serio.

Fece passare il suo sguardo da me a Lola continuamente e quando mi guardò si leccò il labbro inferiore senza farsi notare dalla nostra amica. Mi disgustava. Distolsi immediatamente lo sguardo da lui e lo posai su Lola.

«Hey, ma dove eri finito ieri pomeriggio? Ti avrò chiamato almeno dieci volte!» lo sgridò.
Adrian puntò gli occhi su di me e trattenne un sorrisetto. Mentre pensavo che stesse per confessare cosa mi avesse fatto...
«Ero fuori città. Mi dispiace per non averti riposto» alzò le spalle ed io ritornai a respirare. Grazie a Dio.

Hey, ma perché con lei è in grado di essere educato e gentile, mentre con me è l'esatto opposto?
Che gli piaccia Lola, forse?

Scacciai quei pensieri e dato che per oggi avevo già abbastanza tentato la fortuna, decisi di andarmene.

«Io vado, ci vediamo più tardi. Ciao» annunciai frettolosamente iniziando ad allontanarmi da loro due.

«Aspetta!» mi urlò Adrian.

Gelo. Freddo. Brividi.
Mi gelai sul posto.
Ora dirà cosa abbiamo fatto ieri.

Presi coraggio, mi voltai lentamente... e Adrian, proprio come sospettavo, mi fece un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.

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