Best Mistake «

1. 🌙

La storia è in fase di revisione. I capitoli revisionati saranno seguiti da una 🌙.
Grazie per l'attenzione!

Vi avverto: SO BENE che all'inizio questa storia potrebbe sembrare il solito clichè, ma se non vi soffermate sulle apparenze scoprirete che non è così.

B U O N A  L E T T U R A ⬇️

Emozionata e nostalgica allo stesso tempo: ecco come mi sentivo in quel momento, mentre guardavo dal finestrino dell'auto la mia nuova scuola. Era passato un mese da quando mia madre ed io ci eravamo trasferite qui a Seattle dal suo nuovo compagno, Robert.
Dopo quattro anni passati tra valigie e voli dell'ultimo minuto, mia madre si era decisa a fare il grande passo. Nonostante questo amore mi sia costato diciassette anni di una vita dall'altra parte del mondo rispetto agli Stati Uniti, loro sembravano davvero felici... il modo in cui quest'uomo guardava mia madre mi faceva stringere il cuore e mi faceva sperare che un giorno anch'io avessi potuto trovare qualcuno che mi guardasse allo stesso modo... come se fossi la cosa più bella che abbia mai visto.

Guardai l'edificio dall'altra parte della strada che era già gremito di persone, e qualcosa mi disse che ben presto avrei capito come ci si sentisse ad essere la nuova arrivata, quella che non conosce nessuno e quella che probabilmente avrebbe mangiato da sola a pranzo.

«Sei pronta, Shannon?» mi domandò Rob.
Non potevo non riconoscere il fatto che fosse stato davvero gentile da parte sua accompagnarmi... e anche per il modo in cui si preoccupava per me. Robert non aveva nulla che avrebbe potuto penalizzarlo ai miei occhi.

«Be', pronta o no devo farlo» scherzai.
«Comunque, ti ringrazio per il passaggio» aggiunsi sorridendogli.
«Figurati. Adesso però vai... o farai tardi.»
Dopo avergli fatto un ultimo sorriso scesi dall'auto e mi diressi verso la scuola.

Bene, ora devo solo trovare la segreteria, farmi dare gli orari delle lezioni e capire dove si trovano le aule...
Fantastico, perderò un sacco di tempo.

Ero già la nuova arrivata e avrei voluto farmi notare il meno possibile, ma era evidente che non ce l'avrei mai fatta. Sarei arrivata in ritardo, quando tutti gli altri sarebbero già stati seduti e pronti per iniziare le lezioni.

Mi ritrovai a camminare a passo svelto verso la segreteria, il bigliettino che avevo in mano sembrava fosse scritto in aramaico. Ero intenta a capire cosa ci fosse scritto... finché non sentii una botta sulla fronte: ero andata a sbattere contro un ragazzo. Mi portai una mano sulla fronte ma feci comunque per aprire bocca, volevo scusarmi, ma lui mi interruppe.

«Ma guarda un po' dove metti i piedi, cazzo!» mi urlò in faccia, lasciandomi mortificata e a bocca aperta. Le scuse mi morirono in gola.
Chiusi la bocca e strinsi i denti.
Stavo davvero per scusarmi con questo soggetto?
«Sai, in realtà stavo per scusarmi, ma con i maleducati come te le scuse non servono.» gli dissi infastidita senza nemmeno guardarlo.

Decisi di lasciar perdere e continuai a camminare finché non mi ritrovai davanti alla segreteria. Bussai un paio di volte sulla porta già aperta ed entrai.

«Buongiorno, sono Shannon Ladey. Potrei avere il programma?» domandai educatamente guardandomi un po' attorno. L'ufficio era ricolmo di fotografie di studenti sulle pareti.

«Shannon Ladey...» la sentii sussurrare tra sé e sé mentre cercava qualcosa tra i vari fascicoli che le ricoprivano la scrivania.
«Oh, trovato!»

Passarono una decina di minuti da quando la signora aveva iniziato a gironzolare per l'ufficio e mi stava spiegando gesticolando velocemente il programma, gli orari e dove si trovavano le aule, ma la mia attenzione venne catturata da qualcos'altro: il maleducato se ne stava seduto dall'altra parte del vetro fissando annoiato il suo cellulare. Come se si sentisse osservato, i suoi occhi si alzarono su di me, scontrandosi nei miei, cogliendomi in flagrante.