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Ci misi un po' ad aprire gli occhi, con estrema riluttanza, il pensiero di lasciare il mio letto quella mattina era straziante... perché quel risveglio era stato di sicuro uno dei migliori che avessi mai avuto.
Appena avevo aperto gli occhi, avevo trovato Adrian affianco a me con la testa appoggiata sul gomito mentre sorrideva.

Mi accarezzò i capelli - che saranno stati tutti arruffati - facendomi rilassare.
Se avessi potuto averlo tutte le mattine...

«Buongiorno» mormorò con la voce ancora impastata dal sonno, seguito da uno sbadiglio.

Non doveva essere sveglio da molto a giudicare dalla sua voce, ma era così fottutamente bello anche di prima mattina.
Avrà un suo segreto per essere così?
Aveva venduto l'anima al diavolo?
Non ne avevo idea, ma quando mi sorrideva in quel modo il mio cuore era come se perdesse cento battiti.

Ero sul punto di dire qualcosa, ma qualcuno bussò alla porta e per un istante il panico si impossessò di me.
Guardai Adrian che sua volta mi guardava con gli occhi spalancati mentre si mordeva il labbro inferiore. Quella situazione mi avrebbe fatta morire dal ridere se non fosse stato per il fatto che stesse capitando proprio a me, in quel momento.

«È pronta la colazione!» mi avvisò fin troppo allegramente mia madre da dietro la porta.
Era strano: lei non bussava mai.

Trattenni il respiro preparandomi all'imbarazzo, ma poi sentii i suoi passi sul parquet mentre si allontanava.

Non era entrata nella mia stanza come faceva ogni mattina. Tirai immediatamente un sospiro di sollievo e sorrisi fra me e me. Non ci ha beccati! Esultai mentalmente e guardai il ragazzo al mio fianco, prima di sospirare.
Speravo solo che non sarei finita nei guai.

«Forse è meglio che tu scenda a fare colazione» mi disse.
«Già, non vorrei sfidare la sorte» ribattei facendo una smorfia. «Nel frattempo vestiti, troverò un modo per farti uscire da qui» gli promisi.
Lui annuì e mi sorrise sghembo.

Mi alzai riluttante dal letto e lanciai un ultima occhiata al ragazzo ancora disteso nel mio letto prima di uscire dalla porta.
Quando arrivai al piano di sotto, mia madre era intenta a mettere la roba che aveva preparato da mangiare sul tavolo e non si accorse subito della mia presenza.

Quando buttai l'occhio sul tavolo, al posto delle solite tre tovagliette che usavamo per fare colazione, ce n'erano quattro, tra cui quella di Rob con sopra un piatto vuoto e una tazza di caffè altrettanto vuota.

«Buongiorno Shannon» mi sorrise maliziosamente mia madre.
Oh cazzo.

Le sorrisi imbarazzata.
Aveva capito tutto.

«Il tuo amico non scende a fare colazione?» mi domandò facendo finta di niente.

Il mio cervello andò in blackout mentre provai velocemente a pensare a qualsiasi scusa da poterle rifilare, invece alla fine sospirai pensando che fosse inutile mentire a quel punto.
«Come lo sai?» le domandai titubante.

Mia madre alzò lo sguardo su di me e sorrise allegramente.
«La macchina parcheggiata qui fuori sul vialetto non è nè la mia e nemmeno quella di Rob...» mi fece notare puntando qualcosa fuori dalla finestra.
«Quindi tu sapevi...» spalancai la bocca non riuscendo nemmeno a finire la frase.
«Quando sono entrata nella tua stanza ieri sera? Sì, lo sapevo» mi confermò.
«Ah... senti mamma mi dispiace io-»
«Shannon! Sei grande ormai, puoi fare ciò che ritieni più giusto. Sono felice che tu abbia trovato un ragazzo, anche se ti ostini a dire che è un tuo amico. Non hai nulla di cui scusarti» mi disse sinceramente.
Le sorrisi ed annuì mordendomi il labbro.
Adrian non era il mio ragazzo e io non l'avevo trovato, ma a quel punto era meglio che la pensasse in quel modo.

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