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Adrian p💚v's

Venerdì mattina appena parcheggiai la macchina, Josef era già davanti al cancello che mi aspettava, proprio come avevamo programmato la sera precedente. Mi aveva inviato un messaggio dicendomi che aveva bisogno di parlarmi.
Camminai verso di lui mentre mi accesi una sigaretta, la prima sigaretta del giorno, quella che ti faceva stringere lo stomaco e girare un po' la testa.
Merda, non ho nemmeno fatto colazione!

«Amico...» mi salutò con un abbraccio.

Josef era sempre stato un ragazzo abbastanza... affettuoso, anche se all'apparenza non si direbbe proprio. Il contrario di me. Per un istante rimasi rigido, ma poi lo abbracciai a mia volta per più o meno... tre secondi prima di scrollarmelo da dosso.

«Non vorrai mica baciarmi ora, vero?» gli dissi ironicamente con un sorrisetto.
«Sei proprio un cretino...» sbuffò scuotendo la testa.
«Hai detto che avevi bisogno di parlarmi» gli ricordai per arrivare al punto. Bando alle ciance.
«Sì, è dal compleanno di Shannon che sei strano. Non passiamo più del tempo insieme come prima... mi vuoi dire che ti prende?» mi domandò incrociando le braccia al petto.
«Nulla, sono stato un po' impegnato in questi giorni» mentii. Non potevo di certo dirgli che ero con Shannon...
«Impegnato» ripeté diffidente.
Sapevo che non ci credeva.

«Sono stato impegnato. Tu non hai mai impegni?» ribattei sperando di sviare il discorso e indirizzarlo da un'altra parte.
«Vuoi ancora portartela a letto?» mi domandò seriamente.

Non aveva bisogno di fare nomi, sapevo che si riferisse a Shannon, gli avevo raccontato i miei piani su di lei fin dall'inizio, dal primo incontro che avevo avuto con lei... ma forse non ne ero più così sicuro.

«Be', certo...» gli confermai indifferente, con un'alzata di spalle.
«Non se lo merita...» mi ammonì guardandomi male.
«Che c'è? Adesso ti sei affezionato a lei?» lo schernii inarcando un sopracciglio. Ma in realtà avevo solo bisogno che mi sbattesse la verità in faccia.
«Sì, a dire il vero sì Adrian. Lei non è come le altre».
«Come se non lo sapessi» replicai sarcastico.
«So che lei ti piace, non devi comportarti per forza da stronzo e fare finta che non te ne importi nulla».
«Smettila». Lo ammonii stringendo i pugni.
Se solo avesse saputo...
«Adrian, sono il tuo migliore amico! Cazzo, ti conosco così bene... non ti ho più visto così preso da qualcuna dai tempi di Crys-»
«Non. Nominarla.» gli ordinai scandendo bene ogni parola.
«Ecco, appunto» sbuffò lui. «Se quella si è comportata come una vera signora quale è, non significa che anche Shannon sia così o che faccia la stessa cosa» mi ricordò e sentii la veridicità delle sue parole colpirmi al petto.

Avevo sempre creduto di essere una persona forte, uno che supera tutto... ma in quel momento mi resi conto che forse non avevo mai superato completamente il dolore che mi aveva provocato Crystal.

«Chi è che è una vera signora?» ci domandò curiosamente Lola.
Ma da dove era uscita?

I suoi capelli rossicci erano legati in una lunga treccia che portava di lato. Le stavano davvero bene i capelli in quel modo. Josef sembrò incantarsi per qualche secondo alla vista della nostra amica, ma poi si riprese subito. Alzai gli occhi al cielo, era palese che lui fosse cotto di lei!
Ed era davvero stupido, se pensava che io non lo avessi ancora capito.

«Buongiorno riccioli d'oro!» esclamò in sua direzione sviando il discorso di prima.
«Hey!» gli puntò il dito contro Lola, «guarda che i miei capelli sono rossi, non biondi» puntualizzò prendendosi la treccia fra le mani per fargliela vedere.

Si punzecchiavano fin troppo in quell'ultimo periodo ed era... bello vederli così. Pensavo davvero che avessero potuto formare una bella coppia loro due insieme, ma non capivo che cosa li trattenesse dal dichiararsi l'uno all'altra.

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