Il mio cuore aveva iniziato a battere all'impazzata appena vidi Adrian dall'altra parte della porta.
Ma di solito non era il proprietario di casa di apre la porta agli ospiti?Lola tossicchiò e mi diede una gomitata che io ignorai come se niente fosse.
«Ciao! Dov'è Josef?» gli chiese Lola visibilmente nervosa.
«In cucina, vi stavamo aspettando per ordinare le pizze» replicò lui ma mantenne il suo sguardo su di me, facendomi sentire in imbarazzo.
«Okay, io vado da lui allora» annunciò frettolosamente oltrepassando Adrian e lasciandomi lì da sola con lui.
Stronza!
Sospirai ed entro in casa, ignorando completamente il ragazzo che credevo essere cambiato. Ero riuscita giusto a fare tre passi prima che il mio braccio venisse tirato indietro.«Non mi saluti?» mi sorrise spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Ciao Adrian» mormorai pacata facendogli aggrottare la fronte.
«Va tutto bene fra noi?» mi domandò confuso.
«Perchè non dovrebbe?» ribattei acida.
«Io... non lo so. Mi sembra di aver combinato qualcosa, ma non so cosa» ammise e sembrava fin troppo sincero.
«Oggi sei andato via in quel modo... senza salutare...» gli dissi e appena sentii le mie parole mi diedi della stupida mentalmente.Finché erano solo pensieri sembrava che fosse davvero una questione di stato, ma in quel momento mi sentii una stupida.
«Mi dispiace se ci sei rimasta male, ma mi sono sentito al centro dell'attenzione. E sai che odio quando la gente mi fissa» si giustificò. «E poi non potevo baciarti davanti agli altri...»
«Giusto» ribattei mordendomi il labbro inferiore.
«Quindi... va tutto bene fra noi?» mi domandò nuovamente.
«Sì, anche se in realtà non c'è veramente un "noi"» gli ricordai e la mia mente tornò alla sera in cui avevamo fatto l'amore per la prima volta. Se non fossi stata forte abbastanza, mi sarei fatta cacciare da casa sua.
«Non è vero» sbottò offeso. «Solo perché non lo sa nessuno, non significa che non ci sia un noi».
«Infatti lo sappiamo solo noi due.»
«E non ti basta?»
«Per ora. Ma non voglio stare nascosta a vita» glielo feci presente in modo che lui lo sapesse dal principio, perché non mi andava proprio di essere la "fidanzata nascosta" di qualcuno.
«Forse dovrei nasconderti, però. Adesso che mi ci fai pensare...» fece un sorrisetto.
«Perché ti vergogni di me?»
«Cosa?! No! Ma che ti salta in mente!»
«Era solo una domanda...» dissi con un filo di voce, anche se stavo mentendo: avevo preso in considerazione più volte quella ipotesi.
«Ciò che intendevo dire, era che dovrei nasconderti per paura che ti portino via da me» mi spiegò e si morse il labbro inferiore prima di prendermi il viso fra le mani. «Ma tu lo hai pensato davvero, non è così?» mi domandò puntando i suoi occhi nei miei e sapevo che non avrei potuto mentire.
Annuii abbassando lo sguardo.«Cazzo Shannon, non devi pensare a queste cose. Come potrei vergognarmi di te? Ti sei vista allo specchio?»
«Sì, ma non c'entra niente. L'ho pensato perché... insomma... ormai ci comportiamo quasi come due fidanzatini quando siamo da soli oppure a casa e-»
«Ci sto provando davvero, Shannon» mi interruppe. «Solo Dio sa quanto davvero io ci stia provando. É un po' complicato. Solo... dammi un po' di tempo, okay?» i suoi occhi castani mi pregarono di credergli in un modo che sembrava quasi straziante. Quegli stessi occhi che avevo imparato a conoscere piano piano.
«Va bene» gli sorrisi.
«In realtà c'è una cosa che vorrei mostrarti, per farti capire che ci sto lavorando sul serio e che... sì, insomma... ci tengo veramente» mormorò passandosi una mano fra i capelli, era nervoso e in imbarazzo e la cosa mi fece ridacchiare.
«Di che si tratta?»
«È la cosa che ci accomuna» disse frettolosamente prendendomi per mano.Mi guidò al piano superiore e la mia mente tornò indietro nel tempo, nel bagno in cui Adrian ed io ci eravamo baciati la sera della festa e anche il mattino dopo.
«Mi ci è voluto tutto il mio autocontrollo per non scoparti sul lavandino» mi disse, facendomi capire che anche lui stava pensando alla stessa cosa.
Avanzammo per il corridoio del piano superiore fino ad arrivare davanti ad una porta. Adrian la aprì e ciò che vidi mi fece strabuzzare gli occhi: un'altra scala che portava ad un altro piano. Perché era nascosta?«Pensavo che questa casa avesse solamente due piani» gli dissi confusa.
«Be', in teoria sì... ma in pratica no» ridacchiò. «Non sa quasi nessuno dell'esistenza di questo piano» mi spiegò invitandomi a salire le scale.Fortunatamente era solo una rampa, ma i gradini sembravano di più essendo una scala a chiocciola. Quando finalmente arrivammo all'ultimo gradino rimasi a bocca aperta per ciò che mi si parò davanti. Credevo di trovarmi davanti ad una semplice mansarda, invece quella sembrava una vera e propria area relax, interamente sui toni del bianco. Il pavimento in legno scuro era l'unica cosa che faceva da contrasto al colore bianco. Due colonne del medesimo colore sembrava che facessero da supporto al soffitto, poste proprio al centro della stanza. Tre poltrone bianche in pelle erano situate vicino alla vetrata che offriva un ottima visuale, dato che si riusciva ad intravedere seppur in lontananza il Lago Washington. Il cielo si rifletteva di poco sulla superficie del lago, ed io cercai di immaginare come sarebbe stato con il tramonto.
«È bellissimo...» sussurrai estasiata, girando su me stessa. Avrei tanto voluto avere una cosa simile in casa mia, mi immaginai seduta davanti alla vetrata con un libro in mano.
Ci avrei potuto passare ore ed ore se l'avessi avuto io un posto così.«Di solito passiamo qua le serate estive: è la parte più fresca della casa, anche se non si direbbe» mi informò con un'alzata di spalle. «Comunque... ti ho portata qui per un motivo, oltre che per mostrartela» aggiunse facendomi cenno di seguirlo. Adrian si sedette su una delle poltrone in pelle e mi invitò a fare lo stesso. Lo vidi tirare fuori la sua chitarra e guardarmi.
«Volevo fare... uhm... volevo farti una sorpresa...» borbottò senza sapere bene cosa dire e la cosa mi fece trattenere una risata. Sembrava che si stesse impegnando veramente.Iniziò a suonare e le prime note si dispersero nella stanza facendomi sorridere all'istante appena riconobbi la melodia.
«You got a fast car
I want a ticket to anywhere
Maybe we make a deal
Maybe together we can get somewhereAnyplace is better
Starting from zero, got nothing to lose
Maybe we'll make something
But me, myself, I got nothing to proveYou see my old man's got a problem
He live with the bottle, that's the way it is
He says his body's too old for working
I say his body's too young to look like hisMy mama went off and left him
She wanted more from life than he could give
I said somebody's got to take care of him
So I quit school and that's what I didSo I remember we were driving, driving in your car
The speed so fast I felt like I was drunk
City lights lay out before us
And your arm felt nice wrapped 'round my shoulderAnd I had a feeling that I belonged
And I had a feeling I could be someone
Be someone, be someone»Quando Adrian finì di cantare i miei occhi erano pieni di lacrime. Non avrei voluto essere così sensibile, ma il gesto che lui aveva fatto per me era così bello ed inaspettato che non potei farne a meno.
«Ti direi di non piangere, ma entrambi sappiamo bene che questo è uno degli effetti che la musica può fare» mi sorrise dolcemente asciugandomi una lacrima con il pollice.
«Grazie» gli dissi guardandolo negli occhi, prima di baciarlo in un gesto così spontaneo che nemmeno ci feci caso.Spazio autrice:
Ragazzi...
Mancano pochissimi capitoli alla fine della prima parte! 😂😭
STAI LEGGENDO
Best Mistake «
Romance(COMPLETA) #1 on Wattpad 💎 Shannon Ladey non si aspettava di incappare proprio in lui: Adrian. All'apparenza il classico stronzo pieno di sè, il tipico bad boy che ti fa perdere la testa con il suo caratteraccio. Lui ha dei segreti, e li tiene nasc...