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Non sapevo esattamente che cosa provai in quel momento, ma una cosa era certa:
la rabbia e la delusione si erano appropriate di ogni fibra del mio corpo.
Le lacrime minacciarono di uscire dai miei occhi ma le trattenni cacciandole indietro prima che potessero prendere vita e scivolare sul mio viso.

Lola aveva visto la stessa cosa che avevo visto io e mi guardò stranita.
Sperai vivamente che non avesse capito quanto mi avesse delusa la scena che mi era passata davanti agli occhi.

«Shannon?» Mi chiamò sventolandomi una mano davanti al viso.
«Si?» Le risposi con noncuranza,  risvegliandomi dai miei pensieri.

Il mio mondo si era fermato insieme ai miei pensieri, mentre il vero mondo stava andando avanti come se niente fosse. I ragazzi e le ragazze camminavano per i corridoi ridendo e parlando ad alta voce diretti verso l'uscita, a nessuno importava di me e della battaglia che stavo combattendo contro le mie emozioni fino a pochi istanti fa.

«Lo hai visto anche tu?» mi domandò e sapevo che non avrei potuto mentire.
«Sì, ho visto.» Le risposi disgustata.
Non avevo nemmeno dovuto fingere e lei sospirò guardandomi. Forse Lola non sapeva cosa fosse successo tra me e Adrian, ma di sicuro aveva iniziato a sospettare qualcosa.
Solo che era troppo educata per farmelo presente o forse non voleva mettermi in imbarazzo nel chiedermelo direttamente di nuovo.

«Era questo quello che intendevo una settimana fa.» Mi spiegò. «È sempre stato così» alzò le spalle lei.

«Be', c'era da aspettarselo.» Dissi con fin troppa enfasi, ma poi alzai le spalle come se non me ne fregasse niente.

«Per fortuna che non ti piace» disse sollevata.
«Appunto, per fortuna...» le sorrisi forzatamente e lei forse ci credette davvero alle mie parole.

Non pensavo che fosse riuscito ad arrivare così in profondità, ma dentro di me stava succedendo qualcosa e io lo sentivo.
Adrian era riuscito a spezzare qualcosa, ma non gli avrei mai più dato la possibilità di farlo. Sapevo per certo che dopo quel giorno non mi avrebbe più trattata così, perché sarei stata io quella che non si sarebbe lasciata più trattare così da lui.

«Hai una sigaretta?» Mi domandò Josef sbuffando quando si accorse che il suo pacchetto fosse vuoto.
Annuii e presi il mio pacchetto dallo zaino.

«Hey!» esclamò Adrian mentre venne verso di noi.
Fai finta di niente, fai finta di niente, fai finta di niente.

«Adrian dove sei stato? Guarda che Shannon è già uscita. Non vinci cinquanta dollari oggi.» Lo prese in giro Josef, ricordando il venerdì passato prima che andassimo in campeggio.
«Apparte gli scherzi, dove eri? Di solito sei il primo ad uscire.» Gli disse Lola facendo la finta tonta.
Io distolsi lo sguardo da lui e diedi a Josef la sigaretta che mi aveva chiesto.
«Stavo parlando con una persona. Niente di che.» Alzò le spalle lui.
«Se per te parlare significa scambiarsi la saliva con Sidney la bionda dentro al bagno dei maschi, allora va bene.» Cantilenò diabolicamente Lola facendogli spalancare gli occhi per un attimo, ma poi si ricompose nella sua solita facciata da stronzo che era.
«Perché non ti fai i cazzi tuoi?»
Lola gli tirò un pugno sul braccio per scherzare.
«Non cambierai mai...» sospirò Josef prima di battergli il cinque.

Rimasi sbigottita. Non era possibile che tutti fossero dalla parte di Adrian, forse anche loro erano come lui?
Josef forse... ma Lola? Ne dubitai.

Forse avrei dovuto davvero smetterla di pensare ad Adrian, c'erano tanti ragazzi carini a scuola. Ci doveva pur essere qualcuno che non fosse uno stronzo come lui...
Però faceva male.
Mi fece male pensare al campeggio e a ricordarlo mentre suonava la chitarra e cantava, la stessa sera avevamo avuto un altro momento intimo e per me era stato importante, forse non contava più di ogni altra cosa, la gente faceva queste cose in continuazione... ma contava ugualmente qualcosa per me.

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