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Quella mattina a scuola ci andai a piedi, constatai che non fosse proprio dietro l'angolo, ma non era nemmeno lontanissima da casa mia. Sentivo il bisogno di camminare per schiarirmi le idee, avevo percorso tutto il tragitto con le cuffie nelle orecchie ascoltando delle canzoni a random che non ero nemmeno sicura di aver ascoltato; il rumore dei pensieri era più forte e sovrastava qualsiasi altra cosa.
Il fine settimana era stato uno dei più particolari che avessi mai avuto, in due giorni erano successe così troppe cose che quasi mi venne il dubbio sulla durata effettiva del tempo.

Il mio compleanno... la mia festa... la mia rottura con Zayn... Adrian... Io che dormo a casa di Adrian... Io che conosco la sua famiglia... Lui che si presenta a casa mia... Lui che mi regala l'ennesimo momento intimo... Lui che rimane a dormire a casa mia... La colazione insieme a lui e mia madre a casa mia...

Ero talmente persa nei miei pensieri che non mi resi nemmeno conto di essere arrivata davanti al cancello della mia scuola.
Era abbastanza presto e non avevo ancora visto nessuno dei miei amici.
Avevo deciso di accendere una sigaretta e di fumarmela in tranquillità finché potevo.
Fumai con le cuffie ancora nelle orecchie e quella volta la ascoltai davvero la musica, mi caricai sulle note di Power delle Little Mix, finché qualcuno picchiettò un dito sulla mia schiena.

Mi voltai, sicura che fosse stato uno dei miei amici, ma rimasi delusa quando constatai che era proprio l'ultima persona che mi aspettavo di vedere: Zayn.

Con riluttanza sfilai le cuffie dalle mie orecchie e lo guardai male.
«Cosa vuoi, Zayn?» gli domandai con astio.

Lui mi guardò perplesso e forse anche un po' infastidito per il mio tono.
«Sono venuto qui per dirti che mi dispiace per l'altra sera... sono stato un coglione» mi disse guardandomi negli occhi.
«Come fai a guardarmi negli occhi dopo che mi hai tradita praticamente davanti agli occhi di tutta la scuola? Questa è la dimostrazione che sei solo un bugiardo».

Le parole che erano uscite dalla mia bocca avevano un retrogusto amaro, perché anche io dentro di me sapevo di non essere proprio dalla parte della ragione. La verità era che non potevo negare di aver sempre avuto un debole per Adrian, e forse Zayn nemmeno mi piaceva così tanto... però mi aveva ferita ugualmente e aveva creduto di avere il diritto di poter giocare con i miei sentimenti.
Forse l'ho fatto anche io nei suoi confronti?

Ma la risposta non tardò ad arrivare, perché quando stavo con lui non avevo mai parlato con Adrian. Non avevo mai baciato Adrian, quando ero la ragazza di Zayn.

«Mi dispiace, mi sono comportato da stronzo...» mi ripeté lui.
«E da stronzo adesso te ne vai. Stai lontano da lei, Zayn!» si intromise Adrian.

Sorrisi lievemente al suono della sua voce, non mi ero nemmeno accorta del suo arrivo ma il tempismo era stato perfetto. Di solito non mi piaceva assistere a quelle scenate, e non mi piaceva nemmeno quando Adrian usava quel tono strafottente... anche se avrei evitato quella discussione, quella volta non mi diede fastidio.

«Guarda che lei ha una bocca per parlare, se vuole che io le stia lontano deve dirmelo lei» ringhiò Zayn stringendo i pugni rivolto ad Adrian.
«Chi è? Non lo conosco» mormorai rivolta verso Adrian che ricambiò con un sorrisetto compiaciuto.

Zayn rimase di sasso davanti a noi e la sua bocca era spalancata.
«Non puoi davvero ascoltare cosa ti dice Adrian! Non vedi che ti sta trattando come un cagnolino?» si lagnò.

A quelle parole, vidi la mascella di Adrian irrigidirsi e i suoi pugni stringersi talmente tanto da far diventare bianche le sue nocchie.

«Non permetterti più di urlare in faccia a Shannon o questa volta ti faccio davvero un'occhio nero, Zayn. Vattene!» gli urlò contro Adrian.

Per un attimo mi era venuta la paura che avessero fatto a botte davanti a me... o ancora peggio per me.
Afferrai il braccio di Adrian e glielo accarezzai per farlo calmare. Speravo che mi ascoltasse e che lasciasse perdere. Non volevo che finisse nei guai per avermi difesa, o ancora peggio che entrambi si mettessero a dare spettacolo.

«Vai via, Zayn» sussurrai guardandolo.

Lui rimase in silenzio per qualche istante ma poi si arrese, dirigendosi altrove.

Adrian sembrò calmarsi e mi guardò dolcemente. Il suo viso non era più teso come prima, i lineamenti erano più rilassati.
«Buongiorno» sussurrò «anche se non è iniziato proprio nel migliore dei modi» aggiunse poi, alzando le spalle.

Lo guardai e scossi la testa ridacchiando. Mi piaceva quando era di buon umore.
«La giornata può sempre migliorare» gli sorrisi.

Lo vidi alzare un sopracciglio e guardarmi attentamente.
«Era un'allusione di tipo sessuale, la tua? Perché se è così...»
Arrossii e gli diedi una pacca sulla spalla.
Certo che no! Non stavo pensando a... quello.

Ero sul punto di replicare qualcosa ma mi fermai non appena vidi Lola venire verso di noi, la sua espressione era indecifrabile.
Nei suoi occhi c'era un misto fra sollievo e preoccupazione.

«Shannon! Ti avrò chiamata migliaia di volte e ti ho mandato un casino di messaggi! Ma dove cazzo eri finita? Mi hai fatta preoccupare!» sbottò incazzata.
Il mio telefono era rimasto spento nella mia borsa dalla sera della festa fino a quella mattina.
«Mi dispiace, non ho guardato il telefono in questi giorni» ammisi. «Ma come puoi vedere sono ancora tutta intera, sto bene, tranquilla» le sorrisi alla fine.
«Ho pensato al peggio! Dopo l'entrata in scena di Zayn ho pensato che... magari ti fossi buttata in mare o cose del genere...» ammise con un sorriso imbarazzato.

La sua confessione mi fece ridere a crepapelle. Perché mai avrei dovuto fare una cosa del genere per un ragazzo?

«Niente di tutto questo, tranquilla. Adrian mi ha accompagnata a casa e non ho acceso il telefono fino a questa mattina. Ho letto i tuoi messaggi ma ho evitato di rispondere dato che ti avrei vista qui» le spiegai.
«Okay. Zayn è davvero un pezzo di merda, non mi aspettavo una cosa del genere da lui. Non mi aspettavo che lo facesse ancora» mormorò soprappensiero.

Aggrottai la fronte e buttai l'occhio su Adrian.
Che stesse parlando di Crystal?
Decisi di lasciare perdere in quel momento, ma mi sarebbe piaciuto chiedere a Lola se avesse potuto dirmi qualcosa di più su quella ragazza.

«È venuto a parlarmi, circa dieci minuti prima che arrivassi tu...» le raccontai.
«Che cosa?! Ma con che coraggio...» sbottò incredula guardando sia me che Adrian.

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