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Dopo essermi lavata velocemente un'altra volta, indossai una camicia da notte abbastanza sobria e tornai in camera. Trovai Adrian a petto nudo... si era tolto la maglietta e se ne stava stravaccato comodamente sul mio letto mentre faceva zapping fra i canali della televisione.

«Sei ancora qui» mormorai sorpresa.
Lui si voltò nella mia direzione e fammi fece un sorrisetto.
«Non mi volevi nel tuo letto, per caso?» mi domandò furbo.
Sinceramente sì, lo volevo nel mio letto. Ma non volevo che questa diventasse un'abitudine per me, se poi non sarebbe continuata.

Non sapevo ancora quali fossero le sue intenzioni quella volta, e sinceramente da quando lo conoscevo, non capivo neanche più quali fossero le mie di intenzioni. Fino a qualche mese prima ero a Londra e non facevo nulla di così eclatante. O almeno, non mi sarebbe mai passato per la testa che avrei dormito a casa di un ragazzo e non avrei mai permesso ad un ragazzo di dormire nel mio di letto.
Non diciamo cazzate, non avrei mai permesso ad un ragazzo di entrare in camera mia e togliersi la maglia.

Ma da quando ero arrivata a Seattle e avevo conosciuto Adrian, quella che pensavo fosse la mia vita e quelli che credevo fossero i miei principi, in quel momento non erano più così sicuri come credevo...

«Shannon?»
La sua voce mi distolse dai miei pensieri e mi ritrovai a guardarlo. «È un problema per te se resto?»

Lo guardai e trattenni un sorriso.
Quel bellissimo ragazzo era nel mio letto, e voleva rimanerci.
«No, puoi restare» gli confermai.
«Resto, ma non so se i tuoi genitori siano d'accordo...» mi fece notare.
Ci pensai su... aveva ragione.
Non avevo mai portato un ragazzo a casa e non sapevo come l'avrebbero presa i miei.
Soprattutto mia madre.
«Se tornano puoi nasconderti in bagno» gli dissi alla fine. Non volevo proprio che se andasse. Lui sembrò pensarci su per un attimo, ma alla fine annuì.

«Vieni qui» mi chiamò picchiettando una mano contro al materasso, facendomi spazio sul letto.

Mi stesi accanto a lui stando attenta a non essergli troppo vicina. Alla fine, era stato lui a tirarmi verso il suo corpo e a mettere un braccio dietro alla mia testa, inaspettatamente.
Avevo la testa appoggiata fra la sua spalla e l'incavo del suo collo, aveva un buon odore e mi sentivo così felice di stare con lui.
Finché sarebbe durata mi sarei goduta ogni momento che avremmo passato così vicini.

«Sei comoda?» Mi chiese guardandomi intensamente negli occhi.
«Sì, ma se fossi più morbido lo sarei di più» lo presi in giro facendogli la linguaccia.
«Quindi vuoi dire che sono scomodo? O stai forse ammettendo che ho un corpo da far invidia?» sussurrò ammiccante.

Alzai gli occhi al cielo senza rispondergli e riportai lo sguardo sullo schermo della tv.
Dopo un breve battibecco su cosa guardare, alla fine guardammo un film che davano in televisione. Si chiamava In Fondo Al Cuore.

Adrian sbuffò per quasi tutto il tempo, ma in fondo sapevo che lo facesse apposta e che in realtà quel film gli stava piacendo.
Mi ero sempre chiesta come mai i ragazzi in generale avessero questa tendenza a nascondere la loro sensibilità... non c'era nulla di sbagliato a mostrarsi vulnerabili.

Quando il film finì e sullo schermo apparvero i titoli di coda, sentimmo il rumore della porta d'entrata, segno che i miei genitori fossero tornati a casa.

Udimmo i loro passi sulle scale, e sobbalzai. Adrian si alzò velocemente dal letto recuperando la maglietta e chiudendosi nel bagno appena in tempo.
Mia madre entrò nella stanza e mi sorrise.

«Oh, pensavo stessi già dormendo» mormorò a bassa voce.
«No, tranquilla, stavo... guardando un film. Dove siete andati?» le domandai curiosa.
«Siamo stati a cena fuori ma... Rob è in bagno, non si è sentito molto bene. Sicuramente in quel ristorante il pesce non era così fresco come pensava.» Mi spiegò dispiaciuta.
La guardai preoccupata. «Ora sta bene?»
«Non lo so... credo che stia ancora vomitando. Ma starà meglio» mi assicurò sorridendomi.
«Oh, va bene...»
«Shannon, quel bel ragazzo che gironzolava qui fuori oggi... è il tuo ragazzo?» Mi domandò curiosa. Non riuscì a trattenere un sorriso furbo ed io feci lo stesso.
«È un amico. Andiamo in classe insieme, è venuto a trovarmi» ribattei semplicemente.
«Hmm... va bene» disse facendo finta di crederci. «Buonanotte Shannon» sussurrò dolcemente prima di chiudere la porta dietro di sè.

Tirai un sospiro di sollievo e mi voltai verso la porta del bagno.
«Puoi uscire» bisbigliai.
Adrian aprì lentamente la porta del bagno ed uscì.
«Fai piano» gli rammentai.

Lui ritornò a sdraiarsi sul letto accanto a me e avvicinò il suo viso al mio.
«Ti è andata bene...» bisbigliò sulle mie labbra.
Perché doveva avere questo effetto su di me?
«Lo so» concordai con lui, sbuffando.
«Non intendo per tua madre...» disse vagamente. «Intendo: ti è andata bene che io mi sia accorto troppo tardi di che cosa stai indossando... o tua madre ti avrebbe trovata in condizioni peggiori» mi assicurò, iniziando a baciarmi il collo.

Portai la testa indietro e mi lasciai andare alla sensazione delle sue labbra contro al mio collo. E quella notte, mi preparai a vedere le stelle un'altra volta.

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