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Spazio autrice:
Questo è uno dei miei capitoli preferiti in assoluto ed è stato emozionante rileggerlo dopo anni. Vi consiglio di mettere in play il video con la canzone correlato qua sopra prima di leggere.
🩷

La musica venne spenta mentre eravamo ancora tutti a bocca aperta, nel locale iniziarono a sentirsi dei bisbigli da parte di alcune ragazze.

Io, rimasi immobile con gli occhi puntati su quello che fino a qualche istante fa credevo il mio ragazzo. Non riuscivo a dire una parola. Non capii se quella fosse la realtà o un incubo, sapevo solo che appena era caduto il tendone che copriva una piccola parte del locale destinata alle persone che ci lavorano, Zayn era proprio lì dietro con la ragazza bionda che qualche ora prima era venuta a farmi gli auguri. Le loro labbra erano attaccate e le mani di Zayn erano ben salde sui fianchi magri di lei.

Mi portai le mani alla bocca e le lacrime minacciarono di uscire dai miei occhi, non tanto per Zayn, ma per l'umiliazione e la rabbia che provavo in quel preciso momento. Volevo una festa indimenticabile ed ero sicura che dopo quella sceneggiata lo sarebbe stata sicuramente, a scuola non si sarebbe parlato d'altro per i prossimi giorni. Pensai di non essermi mai sentita così umiliata in tutta la mia vita, nemmeno da Adrian.
Adrian era uno stronzo e non aveva mai negato di esserlo. Zayn, invece, sembrava il ragazzo perfetto, ma alla fine si era rivelato il peggio del peggio.

Adrian si fece passare un microfono dal deejay ed attirò l'attenzione di tutti - me compresa - che lo guardarono incuriositi.

«Questa sera siamo tutti qui per festeggiare il compleanno di Shannon... ma evidentemente era meglio che qualcuno fosse rimasto a casa sua. Questo è il vero Zayn Malik: quello che ci ha provato con mezza scuola e quello che tutte credevate fosse il ragazzo perfetto, ma non è altro che uno stronzo traditore e doppiogiochista» mormorò come uno di quei presentatori che si vedono in tv. «Vuoi ribattere qualcosa, amico?» gli domandò ironicamente, avvicinando il microfono nella sua direzione come se fosse un giornalista.
Lo sguardo di Adrian era così torvo ma allo stesso tempo compiaciuto, e pensai che sicuramente quella piccola vendetta avesse anche qualcosa di personale.

Zayn mi guardò dispiaciuto, ma sapevo che stava fingendo: era un bravissimo attore. Distolsi immediatamente lo sguardo da lui e lo portai su Adrian che stava ancora aspettando con il microfono in mano.

«Io... non è come sembra! Stavamo solo parlando!» protestò Zayn guardando tutti gli invitati compresa me. La folla scoppiò a ridere di gusto per le cazzate uscite dalla bocca di Zayn e qualcuno urlò cose poco carine nei suoi confronti.

«Come immaginavo» rise Adrian. «Cacciateli fuori per favore, tutti e due» ordinò facendo cenno ai due bodyguard che erano entrati per assicurarsi che non fosse successo nulla. I due omoni obbedirono andando verso Zayn e la bionda e li trascinarono di peso fuori dal locale.

Alcuni dei presenti iniziarono ad urlare cose poco carine verso Zayn e la sua amica.
Altre invece vennero da me e mi rassicurarono dicendomi che meritavo di meglio e che Adrian era stato davvero molto carino a smascherarlo davanti a tutti. Sentendomi dire queste cose, mi rasserenai un po' e mi ripetei mentalmente che non ero io ad essere nel torto.

Dopo aver tagliato la torta, la festa proseguì come se non fosse successo nulla. Le persone continuavano a ballare e bevevano come se non ci fosse un domani.

Cercai Adrian tra la folla ma non lo trovai, non l'avevo ancora ringraziato per quello che aveva fatto. Non mi aspettavo un simile gesto da parte sua, era riuscito a togliere l'umiliazione da me con le sue parole e a riversare tutta la cruda verità contro a quello che credevo essere il ragazzo perfetto.

Immediatamente, mi accorsi che il tradimento di Zayn non fosse minimamente paragonabile al rimorso che avrei provato se non fossi riuscita a trovare Adrian per ringraziarlo.

Lola era intenta a parlarmi mentre io di scatto iniziai ad ignorarla e ad avviarmi verso l'uscita del locale sperando di trovare Adrian lì fuori.
Lo strascico del vestito mi dava fastidio e non mi permetteva di muovermi velocemente come volessi, così, con un gesto secco lo strappai e lo strinsi in una mano mentre spintonai le persone per riuscire ad arrivare all'uscita il più velocemente possibile.
Al diavolo il vestito!

Appena riuscii ad arrivare fuori, l'aria fredda mi arrivò addosso come uno schiaffo per il cambio di temperatura. Eppure non me ne importò, perché i miei occhi erano fissi sulla figura di Adrian mentre era intento a fumare una sigaretta appoggiato alla portiera della sua auto. Lui sembrò non notare la mia presenza dato che guardava a terra ed io mi avviai verso di lui a passo spedito. Le mie gambe camminavano da sole, e i tacchi non mi diedero fastidio. L'adrenalina che avevo in corpo non mi permise di avere il controllo delle mie azioni e di pensare in maniera razionale, nella mia testa sapevo già cosa avessi dovuto fare e non ci pensai un minuto di più, avevo già pensato troppo... e non ero arrivata da nessuna parte.
All'improvviso tutto fu chiaro davanti ai miei occhi: non avrei mai dovuto scegliere Zayn.
I passi che mi separavano da lui sembravano troppi mentre mi affrettai a camminare sempre più velocemente. Quando mi trovai a pochi passi di distanza da lui, alzò lo sguardo su di me e sembrò sorpreso e confuso. Ancora prima di permettergli di aprire bocca per dire qualsiasi cosa, lo afferrai per il colletto della giacca e lo attirai verso di me per baciarlo.

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