Le parole facevano male.
Le parole erano in grado di uccidere lentamente una piccola parte di te senza che tu te ne rendessi conto. Quelle di Adrian si ripetevano in loop nella mia testa facendomi sentire una merda.Era ovvio che non avrei potuto aspettarmi una reazione positiva, ma io la mia scelta non l'avevo ancora fatta, quella mattina.
Avrebbe dovuto lasciarmi spiegare invece che giocare a tirare le sue conclusioni affrettate.«Non essere così tesa, è stata solo una piccola incomprensione» mormorò Josef, provando a tirarmi su di morale.
«Come no!» sospirai passandomi una mano fra i capelli. Sentivo il collo sudato per il caldo e per l'ansia che mi attanagliava lo stomaco.
Se non fossi scesa al più presto da quella macchina avrei seriamente rischiato di impazzire.«Shannon, lui è molto insicuro. Se dovessi dirti che è una cosa normale, ti direi di no. Ma conosco Adrian, lo conosco molto bene e posso assicurarti che è normale, fa parte di lui» replicò con un'alzata di spalle mentre si immetteva nella corsia di destra. Aggrottai la fronte, confusa e con un nuovo grattacapo in testa.
«Mi dispiace deluderti, ma non ho capito nulla di ciò che hai detto» gli feci notare.
«Oh santo cielo! E io che pensavo che parlassimo la stessa lingua!» mi fece l'occhiolino.
«Perché non mi spieghi cosa stai cercando di dirmi? Che cosa nasconde Adrian, Josef?» gli domandai seria, ormai stanca di dover starmene in disparte; sembrava che tutti sapessero sempre più di me, riguardo a qualsiasi cosa.«Scusami, ma non posso dirtelo. Deve essere lui a parlartene» disse imbarazzato, continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada.
«Guarda che so tutto su Crystal» gli feci notare, offesa.
«Non è solo Crystal. Fare i conti con il passato di qualcuno non è semplice Shannon, devi essere forte il doppio» sospirò, facendomi sentire sempre più confusa.
«Lo stai giustificando?»
«No, io non giustifico nessuno. Ma anche se non condivido il suo comportamento, lo capisco. Per questo ti sto dicendo queste cose. So che magari ti senti confusa perché ti mancano dei tasselli fondamentali della sua vita, ma sono sicuro che te ne parlerà prima o poi» mi assicurò.
«Fra tutte le persone che avrei potuto incontrare sono incappata proprio in lui...» borbottai incrociando le braccia al petto mentre Josef si lasciò scappare un leggero risolino divertito.
«Be', non pensi che ci sia un motivo? Forse è destino» mi propose la sua idea.
«Lasciamo stare la parte in cui mi dici che forse è destino, per favore. Se ci fosse un motivo non saprei proprio quale potrebbe essere, e soprattutto perché proprio io?» gli domandai, curiosa di sentire le sue teorie a riguardo.Josef mi guardò per un attimo prima di rispondere. «Perché forse sei l'unica ragazza che sia mai riuscita ad entrare contemporaneamente nel suo cuore e nel suo letto. L'unica in grado di fargli dimenticare» mormorò e sembrava assorto nei suoi pensieri, ma si riprese quasi subito. Proprio quando mi trovai sul punto di aprire bocca per chiedergli che cosa avrebbe dovuto dimenticare Adrian, aggiunse: «È innamorato di te, lo sai?» mi sorrise.
«L'ho sempre sentito dire dalla bocca degli altri, però» dissi con una smorfia. «Mi sono innamorata di lui anche io, comunque» ammisi alzando le spalle e mi rigirai fra le dita la collana che mi aveva regalato a Natale dell'anno prima.«Lo so. È per questo che siamo quì» ribatté ironicamente facendomi cenno di uscire dalla sua auto.
Eravamo arrivati a casa di un certo George, un giocatore della squadra di football che aveva dato una festa nella sua enorme villa.«Sei sicuro che Adrian sia già quì?» domandai a Josef mentre camminammo uno affianco all'altro.
«Sì, mi ha inviato un messaggio circa un ora fa» mi spiegò calmo. «La cosa peggiore è che dovrai cercarlo in mezzo a tutta questa gente» ridacchiò ed io lo fulminai con lo sguardo.
Grazie mille Josef, non lo avrei saputo se tu non me lo avessi detto!Sperai che non fosse ubriaco o non avrei saputo come gestirlo. Dovevo spiegarmi con lui e per farlo avevo bisogno che fosse lucido.
«Io vado a cercarlo» avvisai Josef una volta che entrammo in casa e lui annuì lasciandomi da sola in mezzo a tutta quella gente.
Cercai di farmi spazio come meglio potevo fra la gente e sperai di non ricevere qualche pugno-gomitata da quelli che stavano ballando. L'aria era pesante lì dentro, fin troppo per i miei gusti; nonostante fossi tentata di uscire fuori, all'aria fresca, non potevo mollare proprio in quel momento.
Mi aggirai freneticamente per tutto il piano inferiore, ma di Adrian non c'era nessuna traccia. Nemmeno l'alone astratto del suo profumo che potesse farmi capire che lui fosse stato lì da qualche parte.
Con un sospiro presi le scale per salire al piano superiore e sentii una strana sensazione addosso. Mi sentii in colpa per come mi ero comportata nei confronti di Adrian e di Lola. Lei era la mia migliore amica, sapevo che avesse reagito in quel modo solamente perché a me ci teneva. Mentre Adrian... be', se era vero che si fosse innamorato di me, allora avrei potuto capire anche la sua di reazione, anche se non la condividevo appieno. Ad ogni gradino che mi separava dal parquet lucido del piano superiore, finalmente realizzai una cosa: non volevo andare alla KCL, se questo implicava far stare male le persone che amavo.
In fondo, sarei stata male anche io senza la mia famiglia, senza Adrian e senza tutti gli altri.Era quella la mia scelta e dovevo dirlo ad Adrian al più presto. Avevo messo lui al primo posto, perché lo amavo. Lo amavo davvero tanto e lui doveva saperlo.
Il corridoio di quella casa sembrava abbastanza deserto, apparte per qualche coppia spiaccicata al muro che mi fece fare una smorfia. Controllai tutte le stanze, dai due bagni alle camere da letto. Alcune erano chiuse a chiave ed altre occupate per i bisogni di una notte. Arrivai alla fine del corridoio: l'ultima stanza che non avevo ancora controllato. Se non era lì, forse se ne era già andato via.
Con cautela abbassai la maniglia della porta e la aprii lentamente per paura di trovarmi un'altra coppia intenta a darsi da fare... invece no.
Le lacrime minacciarono di uscire dai miei occhi mentre la mia bocca rimase spalancata per lo stupore.
Mi fece male il petto, insieme ad ogni piccola parte del mio cuore che avevo tenuto da parte per lui.Corsi.
Corsi giù dalle scale con il magone, sentivo che da un momento avrei potuto vomitare. Ma non mi importò tanto in quel momento, avevo bisogno di aria nei polmoni e di piangere tutte le lacrime che avevo in corpo.«Shannon! Fermati!» urlò Adrian a pieni polmoni raggiungendomi all'esterno della casa. Mi accasciai sul prato, in ginocchio.
Esausta fisicamente e mentalmente.
L'unica cosa che vidi furono le mani di Josef che mi aiutarono ad alzarmi e la sua voce che mi chiedeva allarmata che cosa fosse successo. Lo ignorai, i miei occhi erano puntati sul suo viso ed esprimevano tutto il dolore e l'odio che provavo.«Stai lontano da me, Adrian. Non azzardarti a parlarmi mai più!» ringhiai con le guance rigate dalle lacrime.
«Che cosa? Cosa é successo? Dimmelo!» mi spronò a parlare Josef.
Guardai Adrian con astio e notai che ormai ci avesse raggiunti anche Lola.«Oh, ma che bello che ci siamo proprio tutti!» esclamai ironica, «alla fine l'ho trovato Adrian, lo sai Josef?» annunciai guardando tutti e tre. «Ma l'ho trovato mentre era impegnato a baciarsi la tua ragazza».
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Best Mistake «
Romance(COMPLETA) #1 on Wattpad 💎 Shannon Ladey non si aspettava di incappare proprio in lui: Adrian. All'apparenza il classico stronzo pieno di sè, il tipico bad boy che ti fa perdere la testa con il suo caratteraccio. Lui ha dei segreti, e li tiene nasc...