MANUALE SCOUT PER L'APOCALISSE ZOMBIE

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«Signor Hart Rogers prego si accomodi.»

Una sedia al centro della stanza, una mano esile ad indicarla. L'aria è pesante dovuta alla serie di interviste precedenti alla mia, aiutando solo ad aumentare la mia tensione. Un pochino di più e avrei potuto stringere l'orecchio tra pollice e indice per darmi un giro di accordatura come una chitarra.

Nella sala del palazzo della O.B.H. oramai nota emittente televisiva, si sta tenendo la fase finale di selezione del personaggio principale di quello che è il nuovo ambizioso progetto della rete italo inglese.

A detta della stampa Llewelyn Simon, la prima scelta della produzione, si è ritrovato ad avere dei disaccordi con la direzione del progetto. Sono note le sue manie da primadonna eppure qualcosa fa storcere il naso. Gettare al vento quello che avrebbe potuto definitivamente porlo nella hall-of-fame degli attori di successo della nostra generazione fa sentire che qualcos'altro di profondamente importante sia andato storto.

Per ogni porta chiusa, però, si apre un portone. Grazie al bel Simon fuori dall'equazione sono pronto a cogliere la palla al balzo.

Io e altri tre attori, a me totalmente ignoti fino a poco tempo fa, abbiamo superato la prima tranche della selezione, la classica fase in cui si recita una scena nella maniera più appropriata possibile. In tutta onestà, quel giorno fui totalmente in trance, cosa che non mi capitava dai giorni alla Royal Academy of Dramatic Art. La mia performance fu magistrale e per questo il passaggio alla seconda fase arrivò senza sorprese.

Eppure la confidenza di quel giorno adesso sembra totalmente svanita. In questa fase non verrà valutato Hart Rogers come attore, ma come persona. La mia tecnica interpretativa è sempre stata riconosciuta positivamente, a tal punto da aver avuto il peso dei riflettori mediatici appena uscito dalla Royal Academy, eppure bisogna ammettere come le mie scelte siano sempre state le peggiori possibili.

Un susseguirsi di partecipazioni in opere fallimentari,  parti mediocri e la mia incapacità di evitare tali situazioni mi hanno fatto precipitare nel baratro dell'anonimato. Bollato come Rogers, la grande star che sarebbe potuto essere. Cadenzando per bene ogni parola con il movimento ad arco di una mano tesa verso l'alto. Un cielo che questa stella forse non raggiungerà mai.

Tutti gli errori mi hanno fatto arrancare fino a questo momento: la mia ultima occasione.

Il mio manager è stato molto franco nel dirmi che un'ennesima risposta negativa avrebbe fatto cessare la nostra collaborazione. Anche se vincolato da un contratto per ancora un paio di anni se n'è venuto fuori con clausole strane e tutta una sfilza di termini altisonanti. Non fu per niente chiaro ma decisamente molto convincente. Non lo biasimo, dal suo punto di vista sono risultato un investimento a lungo termine, così lungo da schiattare prima di riscuotere.

Per questo l'agitazione, l'ansia, lo stress e la paura. Mi trovo lì, in mezzo all'apocalisse zombie. Finito questo, finito tutto.

Non è una giornata particolarmente calda, eppure un paio di rivoli di sudore mi scorrono lungo il viso. Inalo lentamente prima di rispondere alla domanda dell'affascinante donna al di là della scrivania.

«Che cosa mi piace del protagonista? Sicuramente la sua personalità. Calmo. Riflessivo. Questo è un tratto distintivo di molti personaggi principali eppure la profondità della sua personalità nasce nei suoi conflitti interiori. La prima impressione sembra essere quella di una figura risoluta, ma si interroga continuamente sul proprio operato e sulle decisioni a cui deve sottostare.»

Mi inumidisco le labbra per prendere una brevissima pausa. Forza Harty! Mettila giù il più sentito possibile.

«Con tutta questa conflittualità, anzi, proprio perché possiede tutta questa conflittualità riesco a dare il giusto valore alla sua freddezza. Non è apatia o mancanza di sentimenti, ma forza nel contenere le incertezze.»

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