Con la lentezza con cui la mattina scacciava le tenebre notturne, l'orizzonte della palpebra andava aprendosi. La luce, anziché essere assorbita dalle gemme degli occhi, veniva emessa illuminando la stanza del connettore, il luogo in cui Sion sprofondava negli occhi di Itx'zack. Pupille che evocavano un deserto dalle polveri ardenti.
«Itx'sion.»
Lo eugo'hades era in piedi di fianco alla ragazza, chinandosi e venendo chiamato con quel nome e quella voce che erano state sepolte dalle sabbie del tempo.
«Sei cambiato.» La voce della dæva era flebile e la testa di Sion si avvicinò porgendo l'orecchio.
«Come mi trovi adesso?»
«Eri più carino da piccolo, paradossalmente sembri più crudele e selvaggio adesso anche se il tuo carattere sembra andato mitigandosi.» La mano di Zairisha cercò il contatto del volto e Sion fece finta di addentarla.
«Crudele?»
Dopo averla allontanata istintivamente, la piccola mano di Itx'zack raggiunse la guancia del suo eugo'hades scorrendo con le dita per studia la fisionomia ferale di un Wardreig, come a replicare quello che aveva subito prima. Per lui questo contatto fu rapido e bruciante: il Sole incandescente.
«Per la tua gioia, hai intenzione di lasciarmi nuda per molto?» Senza rendersene conto lo sguardo di Sion correva sul corpo della ragazza, questa volta carico di un interesse diverso, soffermandosi su alcuni punti rispetto che altri.
«No, le Gemelle hanno preparato una biosuit della tua misura, se hai bisogno di una mano per indossarla le posso chiamare.»
La dæva allungò il braccio verso Sion, «no, aiutami tu.»
Il volto di lui non rimase perplesso per molto aiutando la ragazza a tirarsi in piedi. Tutto il sistema di cablaggio era stato rimosso dalle mani esperte delle due sorelle completati gli ultimi accertamenti, Sion era libero dal connettore dopo aver lottato per il rifrazionamento, la sua dæva non era stata attiva ma in qualche modo percepì che Azazel era risultato più morbido, forse finalmente sarebbe riuscito a integrare definitivamente altri dæmon di alto rango come Gram e Carsomir
La ragazza si fece aiutare mentre il suo corpo veniva strizzato dentro la tuta, una suit della tipologia che enfatizzava molto sulla mobilità, sul fianco e in prossimità dell'avambraccio erano presenti delle sezioni a rete.
«Sembri una shinobi vestita così.»
«Sai, non mi dispiace per niente come suit.» Itx'zack era in piedi, girando su se stessa, Sion la scrutava, soffermandosi volentieri nel momento in cui la ragazza le dava le spalle. Le dæva: la dimostrazione che il demone della lussuria esisteva e ci poneva in costante tentazione.
«Zack.» Disse la ragazza.
Il volto di Sion era un'incognita in un'equazione quadratica.
«Continui a pensare a me come Itx'zack, ma come nel tuo caso quel nome si riferisce a un'altra persona, sparita quindici anni fa, è sufficiente Zack.»
«Riesci a percepire i miei pensieri?» Chiese il Wardreig.
«Non capisco bene ma credo di percepire alcune cose, forse sono informazioni che riguardano il tuo Dilmung, non saprei, devo cercare di abituarmi ancora a questa mia nuova natura.»
«Usare solo Zack non ti era mai piaciuto.»
«Le cose cambiano, Sion.» Quella frase lo colpì come mai nessun avversario era stato in grado di fare. Fisicamente era lampante che Zack fosse diversa, la ricostruzione le aveva donato un corpo maturo che ricalcava la sua fisionomia originale, ma nell'essenza dava per scontato di ritrovare la ragazzina che aveva sacrificato, la sorella che lo aveva scosso così tanto, che gli aveva fatto ripudiare il suo destino da eugo'hades, che gli aveva fatto odiare la Città del Cocito, il Pandæmonium e i Malekhai. Per sua sorella aveva affrontato Seth avvelenando irrimediabilmente il loro rapporto.
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Redshift - ZAIRISHA
Science Fiction"L'immagine sussultava cercando nella stanza e scorrendo sul viso di vari individui fermandosi su di uno in particolare: Sion. Un volto crudo all'interno di morbidi lineamenti. Gli occhi sottili erano piccole gemme, comete incandescenti precipitate...