EPISODIO 2.3

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Sara stava per essere investita dal taglio della spada di Sion, ma dentro di sé qualcosa si attivò, una barriera fatta di luce e metallo si erse tra i due, un numero incalcolabile di linee andavano incrociandosi, come fossero il wireframe di un modello poligonale. Un colpo decretato perfetto dall'attrattore era stato annullato da quella presenza, da una sagoma femminile piena dei colori di una stella. Anche se persi nell'immensa luminosità Sion poteva percepire gli occhi duri e severi di quella sagoma su di sé, Sara stava usando una delle sue dæva. Il wireframe si disgregò subito dopo.

Sion piroettò all'indietro. I suoi dæmon erano incredibilmente eccitati sollecitandolo, incrementando la sua aggressività e la sua forza, ma nello stesso modo agendo sulla Valraven, richiamandola allo scontro, incitandola a dare il massimo in quel allenamento che andava via via diventando sempre più letale.

La dæva, leggera come particelle di luce, fluttuò attorno a Sara avvicinandosi al suo hades, uno degli elementi sferici sul fianco irradiava una tonalità cromatica percepibile soltanto da un altro eugo'hades. Dopo poco l'entità luminosa avvolse la Hugginn in un tiepido abbraccio, in quell'atto diversi elementi del braccio sinistro di Sara e la sua spada, da prima così scura, cominciarono a brillare.

L'addestratrice si proiettò su Sion eseguendo la sua serie di stoccate, questa volta erano diverse: se prima vi erano stati spazi vuoti nella sequenza degli attacchi adesso erano riempiti dall'ombra di luce della dæva che replicava ogni attacco di Sara.

Una parete di colpi stava investendo Sion. Reagendo alla forza dell'attaccante riusciva a sostenere la velocità a sufficienza per deflettere o schivar,e ma non avrebbe potuto sostenere quel ritmo. Sara aveva a disposizione la stessa energia condensata di una stella per riuscire a sostenere l'assalto, Sion no.

A ogni affondo il Wardreig perdeva ritmo, il suo attrattore lo stava decretando sconfitto. Lasciandosi stimolare dai propri dæmon, fece quello che avrebbe dovuto evitare: con la mano del suo hades aperta fendette l'area tra sé e Sara, quell'artigliata era sospinta da tutte le realtà raggiunte dallo schema caotico lacerando la serie di affondi.

 Lasciandosi stimolare dai propri dæmon, fece quello che avrebbe dovuto evitare: con la mano del suo hades aperta fendette l'area tra sé e Sara, quell'artigliata era sospinta da tutte le realtà raggiunte dallo schema caotico lacerando la serie di ...

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Il principio di conservazione dell'energia però pretendeva lo scotto: le vene di Sion cominciarono a pulsare all'impazzata, in un istante il suo fisico aveva dovuto sostenere centinaia di migliaia di colpi. Sentiva il sangue ribollire, i muscoli dilaniarsi e le ossa sgretolarsi sotto il loro stesso peso.

Lo scontro sarebbe dovuto concludersi lì, ma la Valraven non percepiva alcuna comunicazione, il terribile dæmon di Sion reclamava a gran voce sempre di più.

La tuta di Sara all'altezza delle spalle era aperta in alcuni punti, delle escrescenze piumate cominciarono a crescere, con un contorno capace di distorcere come un miraggio la realtà attorno a esse.

Sion era troppo stanco per reagire a dovere e fu totalmente investito dal Raptor Strike di Sara.

In alcuni momenti della giornata spesso ci sentiamo immobili, quando chiniamo il capo esausti sul banco di scuola dopo ore di lezione o sulla scrivania dopo una giornata interminabile di lavoro, quando ci adagiamo sul letto fissando il soffitto prima di addormentarci. Tutto sembra in stasi, ci sentiamo un punto fermo. Da un punto di vista cosmico questa è soltanto un'illusione, in realtà siamo sempre in costante movimento. La Terra ruota sul proprio asse e orbita attorno al Sole, tutto il Sistema Solare ruota attorno alla centro della Via Lattea in media a 828 chilometri orari mentre lo spazio è in continua espansione, nella nostra esistenza non siamo mai veramente fermi.

Redshift - ZAIRISHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora