EPISODIO 7.3

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I due eugo'hades dovettero attendere una ventina di minuti affinché Gerico fosse reperibile nel suo ufficio.

La signora dell'accoglienza fece strada lungo un corridoio stretto, Sion e Aaron dovettero procedere in fila indiana in quel percorso così claustrofobico, l'inquadratura stessa quasi strideva contro le pareti per riuscire a procede.

L'ascensore davanti al quale furono accompagnati aveva un design simile a quello posseduto dagli elevatori del Pandæmonium, dalle pareti grige si protendevano degli arti che diventavano progressivamente di marmo bianco man mano che si avvicinavano alle porte degli elevatori. Più in alto, oltre l'altezza delle porte, dei volti mostruosi erano incastonati nella parete. Distogliendo lo sguardo per osservarli poco dopo si sarebbe potuta avvertire la sensazione che quei volti si fossero mossi, immobili ma in costante movimento.

«L'ascensore vi porterà fino al cinquantaduesimo piano, il signor Gerico vi attende lì.» Senza aspettare una conferma la donna di mezza età girò i tacchi, ripercorrendo a ritroso la strada che andava incuneandosi verso l'ingresso principale delle industrie.

Aaron fece spazio al Wardreig che entrò per primo. Quando i due furono dentro l'elevatore quest'ultimo raggiunse la destinazione così in fretta che si sarebbe anche potuto dubitare che si fosse mosso.

Sion si sarebbe aspettato di trovarsi davanti un corridoio o per lo meno un'anticamera, una stanza che dovesse rimarcare l'opulenza di un magnate quale era Gerico. Opere d'arte e soprammobili dal valore inestimabile, una gigantografia del proprietario delle industrie posizionata a torreggiare con sguardo severo su tutti quelli che superavano le porte dell'ascensore, e invece...

Fatto un paio di passi all'interno del piano cinquantadue non si poteva fare altro che avvertire il clima tipico della Città del Cocito. Minimalista. Pulito. Ordinato. L'atmosfera rimaneva quella, ma gli elementi che lo componevano non erano quelli classici e propri come vetro e metallo, no, il piano dell'ufficio di Cristian Gerico si ritrovava un parquet bianco dalle venature grige posato sul pavimento, le pareti erano fatte di un calcestruzzo trasparente e opaco che lasciava filtrare la luce, con quell'accortezza la stanza era totalmente priva di finestre.

«Wardreig Sion!» Esclamò alzandosi in piedi dall'altro lato della scrivania. «Itx'sion della Vestige Na'akhim, non può neanche capire quanto mi faccia piacere ricontrarla.» Il proprietario delle industrie, che faceva sfoggio sopra la propria biosuit di una felpa senza maniche e dal rivestimento interno in pelo, evidentemente Tribal Lion, si appropinquò con fare deciso proiettando il braccio destro con slancio, quasi fosse una lancia pronta a infilzare Sion, per potergli stringere la mano.

L'Hellhound dovette riconoscere che non vi erano molte persone capaci di reagire con così tanta naturalezza nei confronti dei segugi, per lo meno tra gli individui fuori dall'amministrazione del Pandæmonium.

«Una calda accoglienza come la scorsa volta.» Voltandosi verso il proprio allievo, «questo è il Cun Ann Aaron.»

Il giavellotto del saluto venne scagliato verso il cadetto mentre Gerico diceva: «per me è un vero onore potervi ospitare,» una breve pausa carica di risolutezza, «devo essere sincero, mi aspettavo una sua visita in questi giorni.»

«Forse perché eri certo che avremmo scoperto qualcosa di compromettente?» Comunicò lo eugo'hades cacciatore su un canale che poteva percepire solo il suo mentore.

«Il discorso sull'eredità della Vestige Na'akhim l'ha fatta riflettere?» Proseguì il proprietario delle industrie.

Sion si soffermò un momento a fissare la scrivania, immensa, lunga circa quattro metri, ma quasi totalmente spoglia se non per i due schermi di lastra nera e per un vaso con un piccolo girasole essiccato al suo interno a una estremità del tavolo. «Non è il futuro della Vestige a turbarmi, non è neanche ciò che ne sarà del Pandæmonium e della Città del Cocito, ciò che mi fa riflettere da molto tempo, fin da prima che nascessi, è il destino del genere umano, il seme di questo pensiero è eradicato in profondità nell'essenza di ogni eugo'hades.»

Redshift - ZAIRISHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora