La pentola stava bollendo, o meglio l'acqua al suo interno lo stava facendo, perché in fondo si sarebbe dovuto portare l'acciaio a una temperatura di mille e cinquecento gradi per cominciare a vederle fare qualche bolla.
Terminate le riprese non mi sarei aspettato di trovare Manuela nella hall, dentro un babydoll rosa scollatissimo e con due buste della spesa: «se per te va bene possiamo farci un piatto di pasta,» fu la proposta.
Con l'idea di una cenetta intima a casa sua, per forza di cose, il mio cuore saltò un battito.
Ma che spirito d'iniziativa, davvero! Mi viene il sospetto ogni tanto che sia Sara quella autentica e Manu il personaggio.
L'appartamento dato in uso a Manuela è piccolo e accogliente. A tutti gli attori è stata concessa una stanza in un appart hotel, permettendo a chi volesse di cucinare ciò che desiderano, come nel caso di questa serata.
Anche se il mio appartamento si trova sull'altro lato del complesso, questa è la prima volta che mi ritrovo da Manu, la quale è intenta a preparare il sugo.
«Quelle cipolle, secondo me dovresti metterle qualche secondo nel microonde.»
Manuela mi guarda perplessa. «Microonde? Ma no devo soltanto tagliarle.»
Non fa in tempo a finire di tagliare la prima che si volta verso di me grondando lacrime con l'aria di un cucciolo fradicio, che ti guarda sperando che tu possa fare qualcosa.
Non riesco a fare a meno di lacrimare anch'io, così per supporto, però dal ridere e dico: «se gli dai uno scottata prima di pelarle eviti che ti facciano piangere.»
L'attrice continuava come se avessi appena finito di torturarle l'intera famiglia davanti a lei.
Prendo il resto delle cipolle e le faccio andare trenta secondi sul piattino girevole, le spelo e con sufficiente sicurezza le rendo tante fettine sottili, non troppo piccole come si usa da soffritto ma neanche troppo grandi, dopo di che le adagio nella pentola che andava scaldandosi.
«Non le usi spesso, vero?» Le chiedo.
«Non molto, ma mi avevi detto che ti facevano impazzire.»
Ricordandosi di quello, l'avevo detto la prima sera che siamo usciti insieme, Manu mi prende un po' di sorpresa.
Manuela singhiozzando ancora un po' sfodera da uno dei sacchetti della spesa appoggiati una bottiglia di vetro.
«Passata di pomodori del Piennolo? Come hai fatto a trovarla?» I miei occhi brillano di luce propria.
Con solo due rigoli di lacrime ancora in volto risponde: «modestamente ho i miei spacciatori,» la sua faccia lacrimante è piena di orgoglio, «ma non posso farti i nomi, sai com'è... deve rimanere tutto top secret.»
Mi sposto per controllare i fuochi ma mi cede una gamba, come se fossi senza forze.
«Tutto bene?» Mi chiede allungando una mano verso di me.
«Quel bastardo di Cupido...»
«Cupido?» Il volto di Manu è un punto interrogativo.
«Quel bastardo di Cupido ha proprio fatto centro questa volta.»
L'attrice ride di gusto e rialzandomi anch'io sorrido a trentadue denti.
Controllo le cipolle e peso la pasta. «Maccheroni della Rummo, ottima scelta!»
L'attrice mi fa il pollice in su mentre va in direzione del bagno per sciacquarsi la faccia.
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Redshift - ZAIRISHA
Ciencia Ficción"L'immagine sussultava cercando nella stanza e scorrendo sul viso di vari individui fermandosi su di uno in particolare: Sion. Un volto crudo all'interno di morbidi lineamenti. Gli occhi sottili erano piccole gemme, comete incandescenti precipitate...