EPISODIO 7.2

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I primi a entrare nella stanza privata furono Doc e le Gemella, queste ultime tampinate a distanza ravvicinata da Zack.

Ace e Aaron erano giunti per ultimi a quella convocazione, rimanendo in disparte nel corridoio, preferendo di evitare il contatto con quel ragazzo così difficile da gestire, ancora peggio in quel momento di piena convalescenza.

«Cosa avranno mai potuto fargli per ridurlo così?» Chiese il programmatore della squadra di Sion, non rivolgendosi necessariamente verso il suo operativo o verso il Cun Ann.

«Finalmente lo scopriremo.» Intervenne Aaron, lasciando passare un lungo momento prima di rivolgersi al suo mentore con: «vedo che lasci molta indipendenza alla tua Zairisha, da quello che ho visto è una cosa inusuale.»

Il Wardreig stava fissando il portone scorrevole che dava accesso alla stanza di cure intensive di Crais. Voltandosi le sue sopracciglia erano corrugate e il labbro inferiore non riusciva a star fermo: la preoccupazione non poteva separarsi dal suo volto. «Le altre dæva non hanno passato così tanto tempo nell'Abisso, la mia Zack ha bisogna di sfogarsi,» lo sguardo di Sion si perse un istante nel vuoto, «e forse lo sta facendo troppo.»

Aaron decise di non proseguire ulteriormente nell'indagine, in fondo nessun eugo'hades era propenso a parlare delle proprie dæva, di quella luce che emergeva dal proprio inconscio, nessuno metteva facilmente a nudo la propria intimità.

L'immagine ritornò verso la porta della saletta duecentodue, che si aprì accogliendo la figura di Doc. «Craiz è stabile, l'unico con cui riesce a comunicare sei tu Zion, cerca di capire che cosa gli hanno fatto.»

Sion annuì dando il cambio al medico.

Dentro la stanza, nel lettino, il ragazzino aveva un'espressione incredibilmente calma, una serenità artificiale infusa dai sedativi che stavano circolando nel suo organismo.

Le informazioni che lo riguardavano avevano subito la protezione dei dati sensibili di Eden, tutti coloro che si erano ritrovati coinvolti con le cure di Crais non ne avrebbero mantenuto il ricordo appena la questione fosse stata archiviata, era stato garantito quello dall'intervento di Nihro.

Le Gemelle e Zack si ritrovavano, in totale silenzio e rigidità, sul lato della stanza che dava sulla vetrata, una parete che rifletteva un cielo fittizio, tipicamente impiegato nelle stanze più interne della struttura del Pandæmonium.

«Crais, come stai?» Chiese Sion avvicinandosi al lato sinistro del ragazzo.

Il piccolo emise un suono rotto, le sue corde vocali cercavano di vibrare ma sembravano uno strumento accordato male, la nota che ne uscì poteva essere quella emessa da un pianoforte compromesso, premendo un tasto particolarmente grave.

«Devo sapere quello che ti hanno fatto, è importante per capire se sarai in pericolo in futuro.»

Il ragazzino fissò l'Hellhound con occhi stanchi.

Posata la mano sinistra sul braccio di Crais, il Wardreig aggiunse: «cercherò di connettere i nostri dæmon, è qualcosa di inusuale col diffondersi dei loadout, ma con l'aiuto di Zack dovremmo riuscire a farlo quel tanto che basta, il tempo sufficiente per farmi vedere quello che ti hanno fatto.»

Il ragazzo fissò l'Hellhound con intensità ma senza fiatare.

«Crais, ho bisogno che coi ricordi torni a quel momento, riesci a farlo? Lo puoi fare per me?»

La testa del ragazzino si mosse lentamente, annuendo. Zack si avvicinò ai due, da lei si diramavano linee sottili, movimenti caotici che volevano insinuarsi nell'io dei due. La concentrazione di Crais era visibile: gocce di sudore partivano dalla fronte per colare fin sulla punta del naso.

Redshift - ZAIRISHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora