DILMUNG

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«L'abisso dell'ignoto è annichilito soltanto dalla fiamma della conoscenza.»

Itx'zack ripete ancora quella frase ma se io rappresento la fiamma della conoscenza credo di non star facendo un buon lavoro, non sto capendo niente di tutto quello che succede.

«Tu vieni dall'altra parte.» Mi dice la ragazza vestita di luce.

«Altra parte di cosa? Cosa vuol dire?»

«Oltre l'Abisso.» La donna indica la superficie liquida e torbida che è il pavimento.

Osservo quel mare nero sotto di noi ma la luce non riesce minimamente a penetrarlo.

D'altra parte, «cosa c'è più in basso di questo mare?» Le chiedo.

Itx'zack mi guarda con aria perplessa prendendosi un bel po' di tempo prima di rispondere: «c'è un mondo, una realtà intera che si trova più in profondità, più in basso rispetto a quella da cui provengo io che si trova a un livello superiore.»

Riguardo ancora lo specchio liquido per poi rivolgermi alla donna, cercando di non perdermi nei suoi luminosi occhi. «Prima ti ho aiutato a venir fuori da qui sotto, non vieni anche tu da un livello più profondo?»

«Un corpo fisico non può raggiungere il mare dell'inconscio, il rituale a cui sono stata sottoposta ha separato la mia mente dal corpo, sono diventata pensiero, sono stata ridotta a un concetto che è stato riversato in questo oceano abissale. Non si può raggiungere questo posto con il proprio corpo.»

Dovrei essere più sorpreso di così ma nulla di quello che mi dice mi sembra così assurdo, sento di aver lasciato delle cose di me, delle informazioni che riguardano la realtà inferiore a cui la ragazza si riferisce.

«Quindi questo non è il mio corpo?»

La donna afferra le mie mani con le sue, sono calde, hanno un tepore famigliare e accogliente, come quello che potrebbe esserci nella gentile stretta di una madre. «Diversamente da me il tuo corpo sicuramente esiste ancora dall'altra parte, abbiamo compiti diversi e siamo approdati qui con mezzi differenti.»

Mi guardo attorno, scrutando le pareti lucide. «Mezzi differenti?»

«Da dove vieni tu probabilmente esiste un luogo capace di connettersi col Dilmung, qualcosa che deve aver a che fare con gli ologrammi.»

«Aspetta, Dilmung? Questo posto si chiama così?»

La ragazza annuisce. «La Camera del Dilmung, questa è una delle stanze principali.» Itx'zack si stava aspettando una qualche reazione da me, perché attende un po' prima di continuare a parlare  «sai come funziona Eden?» Chiese indicando verso l'alto.

Mi metto un momento a pensare e dentro di me trovo più informazioni di quelle che reputavo di avere. «Eden è una connessione globale presente nel mondo di Sion, credo sia la somma della Risonanza Shumann, un campo magnetico particolare che avvolge la Terra, e la Risonanza Steiner che rappresentare la memoria collettiva di tutti gli organismi senzienti.»

Smettendo di parlare la ragazza prosegue con: «la somma delle due risonanze è capace di raggiungere l'inconscio collettivo: l'abisso nel quale è possibile interagire con il codice Arr.» Questa volta la ragazza indica la superficie sottostante.

«Quindi Eden sfrutta questa connessione abissale?»

«Eden si erge sulla Camera del Dilmung, si può dire che questo sia il punto più profondo di Eden stessa.»

Provo a unire le informazioni e dico: «suppongo che se siamo qui è perché ci siano cose che si possano fare soltanto in questo livello.»

Itx'zack sorride, il mio cuore quasi si scioglie, e applaude come una maestra a cui ho appena finito di dire tutta la poesia a memoria, senza errori. «Sono stata immersa qui, non so neanche per quanto tempo, e mi ero persa, la stanza in cui ci troviamo adesso esiste in questa forma solo all'interno degli eugo'hades, soltanto grazie alla tua presenza sono riuscita a riemergere, la tua fiamma è stata una guida.»

«Capisco.» In realtà non molto. «Che cosa farai adesso? Che cosa dovrò fare io?»

«Per adesso dobbiamo mettere ordine a tutti-gli-altri, sono rimasti nell'oscurità per troppo tempo, col tuo aiuto sono sicura di poter salvare Sion.»

«Salvarlo?» Chiedo ma la ragazza si è alzata dirigendosi verso uno degli accessi segnati, avvicinandosi dal passaggio comincio ad avvertire una presenza mostruosa, come se una fiera albergasse nella stanza accanto.

Con un gesto della mano di Itx'zack la parte segnata si apre e davanti a noi compare un gigantesco drago, dalla sua schiena emergono cinque ali, ognuna diversa dall'altra, ne riconosco una come quella di un pipistrello e una come quella di un corvo ma le altre sembrano delle orride trasfigurazioni. La sua coda si dimena sinuosa mentre entra nella stanza a quattro zampe.

La ragazza di luce passa lo sguardo sulla creatura come cercando di capire qualcosa fino a quando il lampo della rivelazione la folgora: «Azazel, non avrei mai immaginato che tu saresti stato il primo in assoluto a rispondere, tu che sei l'ultimo dei Caduti.» Pronunciando quelle parole l'accesso si richiuse alle spalle del drago.

«Alla fine la tua luce si rivela essere un ostacolo tanto grande quanto l'oscurità più fitta per molti-di-noi.» La voce di quella creatura non è una vera voce, le sue parole arrivano direttamente nella mia mente. «Sono il primo semplicemente perché sono il più forte.»

La creatura mi supera andando a occupare un lato della Camera del Dilmung.

In qualche modo le cose assurde che stanno succedendo hanno qualcosa di coerente ma giusto per accertarmi di tutto chiedo: «quello è un drago?»

«Un drago?» Itx'zack è perplessa. «Ah sì, in qualche modo hai ragione ma lui è un dæmon.»

La parola mi dice qualcosa, sento che dovrei conoscerne il significato ma mi sfugge, la ragazza deve aver letto la mia aria corrugata perché aggiunge: «dæmon è il termine per indicare gli spiriti superiori che albergano nell'Abisso, sono capaci di interagire con le entità senzienti, possono incarnare gli istinti, le passioni e le più grandi ispirazioni, con la struttura di Eden possono essere assimilabili a programmi cognitivi, quando si riesce a fargli fare ciò che si vuole ovviamente.»

A quelle parole, come se la comprensione avesse sgrassato dai miei occhi una patina di unto, Azazel assume un aspetto radicalmente diverso, dal drago che era guadagna le fattezze di un uomo bardato, un cavaliere cinereo con un mantello formato da piume e squame. Delle spire che sembrano dei serpenti neri si collegano in vari punti della sua armatura per sprofondare nel mare torbido rappresentando una costante connessione con l'Abisso.

Il cavaliere si rivolge alla ragazza di luce dicendo: «abbiamo un combattimento da finire, sfruttando la fiamma dello Spirito Vendicatore dovresti riuscire a prendere forma fuori di qui, almeno per un po'.»

La ragazza mi prende per mano e la fiamma che è al mio interno divampa come non mai, mi sento bruciare come tutte le stelle di una galassia messa insieme e le prime parole di Itx'zack mi sovvengono unite alle ultime pronunciate da Azazel: vendetta o redenzione? Sono qui per una cosa o per l'altra?

La luce esplode nella stanza annichilendo alla mia vista ogni cosa ma prima di arrivare a quel punto percepisco un ombra su di me, prima che anch'essa venga risucchiata dalla luce avverto la figura di uno scorpione dorato.

Redshift - ZAIRISHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora