EPISODIO 4.5

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Il ritmo trash incalzava con le danze dello scontro che si aprivano.

Sion era un basso, grave e vibrante, mentre Spike una chitarra, elettrica e andante su suoni acuti e pungenti. Gli attrattori stridevano e collimavano, l'ululato della battaglia correva sulle note di quella musica.

Un rullo di batteria scandì la sequenza di rapidi assalti del Killerbee. I suoi colpi erano precisi ma incredibilmente lenti e il Wardreig riusciva a schivarli senza fatica nonostante tutte le mancanze del caso.

Non era pari all'interferenza della Tolomea che sovrastava ogni spazio come una nebbia densa, ma il fulmine del vuoto di Crais aveva limitato quel tanto che bastava le comunicazioni per renderlo nuovamente solo ad affrontare un avversario. Il resto delle mancanze gravavano maggiormente: senza spada e senza biosuit da combattimento.

Le linee dell'attrattore negativo di Spike oscuravano la realtà di Sion. In quel banco di tenebra solamente la fila dei suoi denti sembrava scintillare e fornirgli un punto di riferimento per capire dove fosse.

L'inquadratura si spostò di lato. I passi del Killerbee erano rapidi e decisi e cercava di affondare l'arto nero sul fianco del suo avversario. I movimenti di Sion furono lenti e l'immagine stessa sobbalzò come preoccupandosi di quel gesto impacciato.

Nell'evitarlo il Wardreig si scaraventò per terra, la sua biosuit si squarciò in più punti.

La risata di Spike era penetrante e la musicalità della chitarra assordante.

Qualcosa non stava funzionando a dovere. Sion provava a espandere sempre più le vie delle possibilità, ma si ritrovava disperso in un groviglio di strade senza capire in quale direzione potessero condurre. Nessun percorso sembrava poterlo indirizzare verso il Killerbee.

Il basso di Sion si stava perdendo sempre di più. Il tamburellare della batteria incalzava solo per la chitarra e Spike riusciva ad avvicinarsi sempre di più coi suoi neri artigli alle carni del Wardreig.

Il Killerbee sembrava circondato di spine che andavano a incunearsi ma non dentro Sion, ciò che volevano intaccare erano le possibilità, gli alter ego distanti quanto le linee dell'attrattore ma reali e tangibili quanto l'Hellhound stesso. Sion vedeva chiaramente la sconfitta farsi largo inesorabilmente tra le proprie membra.

Spike rise ancora e Sion intervenne con: «hai proprio un bel sorriso sai? Di quelli rassicuranti e per nulla inquietanti.» A quello il Killerbee si sganasciò ancora dandosi dei violenti colpi sull'addome. Che femminuccia, apprezzava proprio i complimenti sinceri.

In tutta quella storia solo un vantaggio era emerso: grazie all'attrattore negativo di bel-sorriso, l'hades di Sion risultava essere incredibilmente leggero, non avendo la minima difficoltà a seguire il battito della batteria di quel sottofondo sonoro dello scontro.

Agli assalti di Spike, Sion contrattaccava e per un lungo scambio la cosa sembrò reggere fino a quando il Wardreig se ne accorse: dall'altro lato degli attrattori i suoi alter ego erano pieni di cunei all'altezza della gola. Il suo fiato mancava e il fastidio era un crescendo inesorabile come il riff di una chitarre che rubava lo spazio a ogni altro strumento in scena.

Bel-sorriso, giustamente, stava ridendo come un bambino a Natale mentre scartava il regalo atteso per un anno intero. Portandosi la sua mano segnata all'altezza dell'orecchio sinistro, col pollice cominciò a tracciare lentamente il percorso di una lama che sgozza. «Ci sono tante cose a cui è possibile accostare la vita, Wardreig, volendo possiamo vedere tutto come fosse un grande, grandissimo scherzo.» Spike fece una pausa, sottile e affilata come la lisca di un pesce, come l'attimo in cui questa si conficcava in gola e bisognava capire se fosse una sensazione o che effettivamente qualcosa si fosse incuneato tra le carni. «E sappiamo tutti che negli scherzi la cosa più importante è sempre che: ride bene chi ride per ultimo.» Un'altra risata del Killerbee mentre finiva di circuirsi la gola arrivando fino all'orecchio destro.

Redshift - ZAIRISHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora