Aprì gli occhi. Sopra la sua testa un soffitto sconosciuto.
L'immagine si allargò rivelando una piccola stanza di ospedale. Al centro, Sion sdraiato sul lettino.
Con lentezza la situazione iniziò a delinearsi nella sua mente intorpidita. Tutte le intuizioni vennero confermate quando la visuale si voltò dall'altro lato facendo entrare in scena un secondo Hellhound: Devis era appoggiato con una spalla alla parete.I suoi occhi fissi su Sion che impiegò un istante, mettendosi più comodo sul letto, prima di rivolgersi a quello che era di fatto un collega tra i Malekhai.
«Kirqgrim Devis, Fratello.»
Allontanandosi dalla parete di un passo: «Wardreig. Fratello. Sion.» Avrebbe potuto pronunciare quelle parole anche col solo sguardo, occhi ultraterreni, pepite scintillanti tinte di apprensione. Lo sguardo di un segugio su di un volto pulito e dai lineamenti morbidi, proprio come quelli di un ragazzino sbarbato, un viso ovale contornato da sottili capelli lisci. «Hai violato i protocolli di accesso della Tolomea.»
«Hai visto cos'ha fatto quell'affare, non ha segato o fuso la lamiera del blindato. No, Devis. L'ha dilaniata, sarebbe potuto essere opera di un eugo'hades non registrano nel Malekhai. Dovevo intervenire,» rispose Sion.
Campo sul volto di Devis, i suoi occhi chiusi. Pesanti palpebre andarono ad aprirsi.
L'epiteto che accompagnava il titolo Kirqgrim donava a Sion delle certezze: mai nessuno che fosse stato bersaglio di Devis era riuscito a sfuggirgli. Per questo motivo con ostentata sicurezza gli rivolse: «immagino che il tizio dal grilletto facile sia in custodia presso il Pandæmonium, il coso robottoso invece? Hanno mandato qualcuno a...»
Devis stava oscillando la testa, non dall'alto al basso, quello Sion l'avrebbe capito, ma nell'altro modo, quello per dire che tutto era andato a farsi friggere, «...recuperarlo?»
«Cosa vuoi dire? Qualcuno è riuscito a sfuggirti? A te? Il miglior segui-pista dei Malekhai.» In condizioni diverse Sion sarebbe stato più spumeggiante, più frizzante: avrebbe recepito distintamente il messaggio.
«Sono tornato.» Una lunghissima pausa. Poi Devis si rese conto che spesso la seconda metà di una frase possa essere d'aiuto per la comprensione di tutto il concetto. «Con te.»
Controcampo su Sion. Non ci voleva credere, «non ci voglio credere. Hai lasciato scappare il padrone e quel affare di latta per... per...»
«Per te.» Le sottili e chiare labbra di Devis erano leggermente aperte. Voleva aggiungere qualcos'altro. Sion attese. Attese ancora un altro po'. Decise di fare come i delfini e alternare metà cervello sveglio a metà cervello spento per non affogare in quell'attesa. «Il mio bersaglio.» Eureka! Archimede si era destato dalla tomba e stava abbracciando Sion piangendo, o almeno fu quella la sensazione
«Bersaglio? Come: catturate quel bersaglio! In quel senso?»
Devis annuì. Meglio formulare risposte a cui si possa rispondere sì o no, pensò la metà sveglia del cervello di Sion. «Perché?» La metà aveva fallito. «Perché non hai fatto entrambe le cose? Il costrutto stava collassando e...» le parole sfuggivano, i dæmon di Devis stavano avendo la meglio su Sion ancora acciaccato.
«Ordini.» Pausa. «Hanno sempre la precedenza.»
I due inseguitori, dalle nature più contrastanti tra tutti gli Hellhound, non potevano non risultare in disaccordo anche in quella situazione. Sion pensava alla negligenza, ma quello che aveva violato l'A.D.Ban era stato lui stesso.
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Redshift - ZAIRISHA
Science Fiction"L'immagine sussultava cercando nella stanza e scorrendo sul viso di vari individui fermandosi su di uno in particolare: Sion. Un volto crudo all'interno di morbidi lineamenti. Gli occhi sottili erano piccole gemme, comete incandescenti precipitate...