EPISODIO 6.3

110 28 174
                                    

Il boccone amaro venne trangugiato, scendendo lungo l'esofago, ma non sarebbe mai stato digerito dallo stomaco, quelle membra e quel nero si sarebbero persi nell'oblio. Eppure per Sion quella consistenza era tremenda, ma non per la sensazione quando l'addentava o nel contatto col palato, invece quello che lo faceva star male più di tutto era il suo significato. Le linee di lacrime scendevano ma erano solo quelle: solchi caotici che andavano scavandosi scendendo lungo gli zigomi, lo scalpellino di uno scultore che cercava di allineare le sensazioni che stava provando al suo interno con la sua espressione esterna.

Oltre la barriera dell'inconscio, dalla stanza che ospitava la dæva, si diffuse un'energia avvolgente, una luce gentile divenne una mano amorevole che cercò di smussare i segni lasciati sul viso del suo eugo'hades, anche se quelle suture non potevano cauterizzare le ferite sanguinolenti nel profondo dell'animo di Sion.

«Quindi? Abbiamo finito qui Kirqgrim?» Latrò il capobranco.

Devis si alzò malamente, acciaccato com'era, quello che aveva subito di più gli effetti di quella furia ferale. Vicino a Sion il contrasto era immenso: un ammasso di ferite contro un Hellhound immacolato, solo la stanchezza oltre lo stremo delle forze li accomunava.

«Sì.»

«E allora guidaci fuori da questo posto di melma!» L'espressione era più colorita ma per il Wardreig tanto bastò melma per rendere il concetto.

«Come fa un personaggio tanto volgare a essere un capobranco Hellhound?» Bussò dall'altro lato della parete mentale Zack al suo eugo'hades.

«In realtà è così proprio perché possiede un titolo da alpha.» Cominciò a rispondere Sion. «I capibranco Hellhound sono più brutali e diciamo dominanti rispetto agli standard dei segugi, questo permette di generare l'Ulfhedinn col quale possono entrare in risonanza fino a otto attrattori aperti da altrettanti eugo'hades.»

«Per ammortizzare l'effetto di armonizzazione di Eden suppongo.» Aggiunse la dæva.

Sion comunicò affermativamente.

«Come mai sembra avercela tanto con te?» Proseguì Zack con una domanda.

«Probabilmente si sente minacciato, crede che mi interessi assumere il ruolo di alpha, ma non ne ho gli attributi.»

A quella frase, che suonava come uno sminuirsi, la dæva si infiammò come se non fosse stata pronunciata da Sion stesso, come se qualcun altro avesse cercato di insultare il Wardreig. «Ma se hai tutte le carte in regola per essere un leader. Anche quello che hai fatto tu è una specie di risonanza e ha salvato tutti quanti.»

«Come hai visto anche tu non posso guidare gli ululati degli altri, trasmetto tutte le mie debolezze.»

«Potresti diventare un solitario, adesso che ci sono io.»

Sion sorrise a quella frase di Zack e provò a fare mente locale ripensando alle cose che sapeva sul Berserkr: la rabbia di coloro che indossavano il mantello dell'orso. Se l'Ulfhedinn rappresentava la coesione di un branco di lupi il Berserkr incarnava la forza del singolo, entrambi appartenevano all'ultimo Clan dei Dodici della storia.

Una pacca sulla spalla riportò la mente del Wardreig nuovamente in quella palude, Devis gli fece un gesto per farsi seguire.

Il cielo sopra il branco di Hellhound possedeva delle tinte irreali, che la volta celeste terrestre non avrebbe mai potuto possedere, come quando una goccia cade increspando con delle onde uno specchio d'acqua, così l'immagine andò sempre più perdendosi in quegli impulsi mentre il pantano scompariva per essere nuovamente accolti da un fiume di persone.

Redshift - ZAIRISHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora