Nelle tempie sento una vena pulsare, che cerca di seguire il ritmo di una delle canzoni della scorsa notte, peccato che il resto della mia testa, invece, si sia convinto di essere il detonatore di una bomba pronta a far scattare il suo innesco.
Cerco di assemblare i pezzi del mosaico, come fossero parti di una vetrata variopinta, ma sono completamente nudo di fianco a un Hokabe ancora perso nel mondo dei sogni.
Mi muovo lentamente per scivolare fuori dal letto, ma sono ancora un po' disorientato e mi ritrovo a ruzzolare malamente per terra, trascinando le coperte con me. Il giapponese non si accorge di niente, dobbiamo averci dato dentro di brutto ieri notte, non so se piangere o ridere per cosa poteva implicare la mia frase.
Ho una strana sensazione nel vedere la mia camera così disastrata, ma ho bisogno di risposte, esco dalla camera cercando di trovare qualcuno.
Seguendo il breve corridoio passo davanti al bagno e dalla porta semi aperta intravedo una gamba, mi faccio avanti riuscendo a unire l'arto al suo proprietario: Jack è sdraiato in una posizione contorta dentro la vasca, stringendo un fusto di birra, presumo vuoto, come fosse un drago a guardia del suo tesoro più prezioso.
«Jack.» Dico sottovoce. «Jack svegliati.» Con una mano reggo la toga improvvisata mentre con l'altra scuoto il guardiano della birra.
L'americano apre gli occhi, mi osserva, sbatte le palpebre un paio di volte, si concentra sul contenitore vuoto con la fascia verde che ha tra le braccia, ci appoggia sopra la testa e torna a dormire.
«Dai Jack.» Prendo il fusto e lo sfilo dalla presa avida dell'attore, così finalmente il drago si desta.
«Aaah! Quando mai mi sono messo a mischiare l'alcol.» L'attore nella vasca mi osserva come se mi vedesse soltanto in quel momento. «Cosa ci fai in giro nudo?»
«Dimmelo tu, non ricordo niente da metà della festa in poi.» Rispondo.
«Come fai ad averlo dimenticato?» Jack si muove quel tanto che basta per riuscire a sfilare il suo cellulare e mi mostra le foto più compromettenti della festa. Vedendo le immagini il ricordo si abbatte come il falco sulla lepre, la vergogna mi assale e con la mente torno a qualche ora prima.
«Assolutamente sì, però cerca di goderti la serata, Hart investigatore andrà annegato nell'alcol stanotte.» Linda finisce di dire la frase ancheggiando un po'.
Sovrastando la musica che è stata alzata un po' di tempo prima Jack attira l'attenzione con: «Dory, hey Dory, my dear, vieni un po' qui.»
L'attrice di Kiera, che tiene in mano un bicchiere riempito a metà di cuba libre, l'altra metà stava già circolando nel suo organismo, dice a Sketch: «questa volta lo hai fatto veramente forte, adesso sì che mi piace.»
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Redshift - ZAIRISHA
Science Fiction"L'immagine sussultava cercando nella stanza e scorrendo sul viso di vari individui fermandosi su di uno in particolare: Sion. Un volto crudo all'interno di morbidi lineamenti. Gli occhi sottili erano piccole gemme, comete incandescenti precipitate...