EPISODIO 3.4

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Sion e Aaron stavano sfrecciando a velocità sostenuta. L'aria si infrangeva sui loro volti ma, anche se andava diventando sempre più pungente man mano che le luci artificiali prendevano il posto di quella naturale, la loro pelle quasi non la sentiva.

Pattinando lungo i condotti, con falcate decise e contrazioni di muscoli potenti, stavano abbandonando il livello pedonale della Giudecca per raggiungere i tetti dei grattacieli: lì avrebbero avuto la visuale migliore per la loro ricerca.

«Gli skyDIVEr causano sempre e soltanto complicazioni, il Pandæmonium dovrebbe revocare definitivamente i loro privilegi.»

«Aaron, una società evoluta dovrebbe sempre fattorizzare delle valvole di sfogo, sopratutto nei confronti dei più giovani.» Dicendolo Sion si stava inerpicando, preceduto dall'immagine che lo inquadrava, sulla tubatura principale che costeggiava un palazzo. Queste venivano sempre messe in punti poco visibili dalle vie pedonali per integrarsi meglio allo stile urbano.

«Lo skyDIVE è lo sport più popolare qui ed è andato evolvendosi in linea con la Città del Cocito stesso, levare la possibilità di praticarlo, adesso come adesso, creerebbe soltanto malcontento e problemi.»

«Gli M.R.Boots sono dei pezzi di equipaggiamento nati per essere impiegati dagli operativi, la funzione originaria è stata storpiata e per questo, adesso, una squadra di Hellhound è alla ricerca di un branco di ragazzini.» Mentre lo diceva il novizio descrisse dei morbidi movimenti a zigzag risalendo.

Sion, invece, doveva aiutarsi nella scalata appoggiandosi ad alcune tubature secondarie dalla circonferenza ridotta, compiendo dei salti verticali incredibili.

«Le Zan-Mato sono troppo solide e pesanti.» Disse Aaron.

Il Wardreig sbuffò compiendo gli ultimi salti per raggiungere il tetto del grattacielo. L'immagine lo scavalcò rivelando al disotto un dilagante via vai di mezzi pubblici.

I rumori più incisivi erano gli ululati del vento che si insinuava nella città e i suoni ovattati dei mezzi in movimento, quella patina perenne di tranquillità, lo zucchero a velo della quiete irreale della Città del Cocito non faceva altro che cariare i denti di Sion.

Tutto intorno al bordo dei tetti vi era un serraglio di A.D.Ban per impedire qualunque incidente, ma un eugo'hades come Sion poteva ignorarlo tranquillamente, arrivando così a sporgersi.

Tramite i loadout era difficile localizzare con precisione una persona durante lo skyDIVE e i dæmon di Sion non erano quelli posseduti dalle Valraven, che avrebbero permesso di vedere, da quel punto, fino ai confini urbani.

In quel frangente Aaron non sarebbe stato d'aiuto. «Fratello.» E invece: il novizio stava indicando una zona ben precisa.

«Mi sorprendi, hai una vista al pari della Hugginn?»

«Fratello Sion, non riesci a leggere il mio titolo?» Adesso il novizio stava indicando sopra la sua testa.

Sgranando gli occhi l'Hellhound stava provando a decifrare dei segni che riusciva a percepire sopra la sua testa. «Il seguace... qualcosa, senza una dæva faccio troppa fatica.» Aggiungendo subito dopo: «come se volessi risolvere un'equazione quadratica potendo fare soltanto addizioni e sottrazioni, non è fattibile.»

Aaron avrebbe voluto fare no con la testa, Sion lo percepiva distintamente dalle contrazioni dei muscoli facciali, ma semplicemente disse. «Leshen della foresta.»

«Ho conosciuto un eugo'hades con quel titolo.» Sion stava riflettendo. «Permette di comprendere se le persone stanno seguendo la strada giusta, forse ho capito, cos'hai fatto? Hai usato la posizione degli altri Hellhound?»

Redshift - ZAIRISHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora