EPISODIO 4.1

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La stasi.

Osservando il ragazzo, Sion non riusciva a pensare a nient'altro. Il suo volto era una melodia muta, gli occhi si posavano lentamente sull'arredamento della stanza, forse senza vederle appieno.

«Spiegaci meglio che cos'è successo Sion.» La Gemella Antipatica pretendeva delucidazioni: il Wardreig le aveva contattate d'urgenza chiedendole di incontrarsi nei loro appartamenti, la causa dell'agitazione degli skyDIVEr era con lui.

Passando medio e indice per grattarsi sotto il labbro inferiore, lo sguardo della Gemella Gentile si incuneava nel ragazzino con le cuffie.

«Si chiama Crais. Deve aver attirato l'attenzione di qualcuno di influente, nonostante la sua abilità nel rendersi irrintracciabile.» Sion roteò la spalla sinistra concedendosi una pausa mentre osservava prima le Gemelle e poi quel giovane fradicio di apatia. «Io... io sono sicuro che sia un eugo'hades, almeno potenzialmente lo è, non ha un hades, dev'essere un naturale.»

Le pupille di entrambe le ragazze si persero nelle loro iridi.

«Com'è possibile? Non siamo nell'Epoca Antica» Disse di getto la Gentile. «Dall'inizio del Calendario delle Rivelazioni non esistono più eugo'hades naturali, com'è possibile?» Domandò tutto d'un fiato l'Antipatica.

Sion scuoteva la testa. «Non parla e mi ha seguito senza opporre la minima resistenza.»

Tutti voltati verso il ragazzino. Qualcosa attirò la sua attenzione e, caricando in spalla tutta la quiete del mondo, cominciò a tastare le pareti del salotto.

Le sorelle erano costantemente in contrasto anche nella loro percezione dell'ordine, nel salotto vinceva la Gemella Antipatica: l'arredamento era lindo e pulito, il divano era al centro della sala, gli scaffali sul lato lungo interno avevano una miriade di componenti elettroniche perfettamente inscatolate ed etichettate. Diversamente, come superando una terra di confine contese da due guerriglie, la cucina era il dominio della Gemella Gentile: piatti e pentolame ammassati, le spezie accatastate alla rinfusa sopra la cappa del piano cottura, tutto era rigorosamente fuori posto.

Il ragazzino stava ispezionando ogni singolo centimetro della parete, le sue mani tamburellavano sulla superficie lucida con sempre maggiore frequenza.

«Crais.» La mano di Sion posata delicatamente sulla sua spalla. «Giovane Crais.» Sion lo disse in codice Aar ma il vuoto fiorì rigoglioso nella stanza, questa volta non era una bolla, una dimensione geometrica perfetta, ma era la chioma di un albero, le fronde che facevano a malapena filtrare quella luce: il suono.

Esattamente come quando ci si lascia l'inverno alle spalle, senza rendersi conto di come la primavera ci abbia già accolto, in quella stessa maniera un suono si era insinuato dentro Sion, una modulazione che era a metà tra un grido e una voce smorzata: «Mezzo forte.»

Sion sfruttò la sua connessione alla rete di Eden e si mise ad analizzare l'unica forma di interazione di Crais, ci impiegò un po' ma alla fine: «Ho capito, mi ha riconosciuto.» Lo disse con un tono più alto del normale, la sua voce scostava i rami riuscendo a raggiungere il sole, ad arrivare fino alle due sorelle. «Avete sentito anche voi?»

Le sorelle si guardarono per poi ritornare su Sion facendo no con la testa.

«Ha usato i colori della musica per comunicare, mi ha trasmetto un andamento mezzo forte. Significa che ha capito la mia vera natura come Wardreig: metà forte, metà debole.»

La Gemella gentile si fece avanti, protendendo il braccio verso il ragazzino ma, prima del contatto, Crais cominciò a oscillare con tutto il corpo, la bocca aperta, la sua voce era nessuna voce, e il suono emesso non era nessun suono: la disarmonia.

Redshift - ZAIRISHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora